Silvio Berlusconi



11
maggio

FIORELLO PRONTO AL RITORNO IN TV: “SE TUTTO VA BENE, A NOVEMBRE SARO’ SU RAI1″.

Fiorello in "Buon Varietà"

Come e quando tornerà sul piccolo schermo non è stato ancora definito. Al momento Fiorello la tv sembra volerla sfidare proponendo un varietà in prima serata, ma in radio. Si chiama “Buon Varietà” lo spettacolo che segna il suo ritorno al lavoro dopo i fasti di “Viva Radio 2” (Radio Rai) e del “Fiorello Show” (Sky). In sala al Sistina hanno presenziato sia i vertici Rai che quelli Mediaset, segno forse che il Biscione non abbia perso ancora le speranze di portare a ‘casa’ un cavallo di razza come Rosario.

Chi certamente sarebbe felice di ospitarlo è Simona Ventura, per un ipotetico rilancio stellare della sua Isola dei Famosi. Sembra utopico che uno showman all’apice della sua carriera possa improvvisamente prestarsi al riciclo mediatico, per di più per patire la fame su un’isola deserta. Ma in un’intervista al settimanale Oggi, Fiorello rivela:

Per perdere dieci chili andrei all’Isola dei Famosi. Però, questo è strano: non me l’hanno mai chiesto. Se naufragassi su un’isola deserta? Non vorrei con me Mauro Masi, l’ex direttore generale della Rai. Ho letto una sua intervista in cui dice che su Sky non avrei avuto grandi ascolti. Ha dimostrato insomma che di televisione non ci capisce poi così tanto“.

Masi a parte, Fiorello muove qualche critica anche ai suoi colleghi comici (e a Berlusconi):

Fra un po’ i comici con un orientamento politico saranno più di quelli senza. Io voglio far ridere tutti, o almeno provarci. E massacro tutti, a destra e a sinistra. E non è qualunquismo. Nel 2008 invitai a non andare a votare se non risolvevano il problema dei rifiuti a Napoli. Poi, su Berlusconi ne ho sempre dette di tutti i colori. D’altra parte, con il bunga bunga e tutto il resto, è inevitabile. E lui mi frega anche le battute. Ho sentito che raccontava la barzelletta del magnate arabo in elicottero sopra Villa Certosa che dice: “La compro, ma levatemi quel nanetto dal giardino”. L’avevo detta io, in uno spettacolo a Trieste. Durante lo show per Sky, a Roma, c’erano in prima fila Fini e la Tulliani. Non era ancora successo niente tra lui e Berlusconi. Io dissi: “Salutiamo il capo dell’opposizione!”. Rise anche lui“.

E sul suo rapporto con la politica:




11
maggio

ELEZIONI, L’AGCOM: “BERLUSCONI SOVRAESPOSTO NEI TG”. MULTA DI 100MILA EURO A MINZOLINI

Augusto Minzolini, Silvio Berlusconi

A tre giorni dall’apertura dei seggi per le elezioni amministrative l’Agcom estrae il cartellino rosso e ordina ai telegiornali un “immediato riequilibrio” tra le forze di maggioranza quelle di opposizione. In una nota emessa ieri, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha imposto ai notiziari un rispetto rigoroso della par condicio, richiamandoli a dedicare ai membri di Governo un tempo “riferito solo alla loro funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione“. Questo monito - dice il Garante - deve valere in particolare per il premier Silvio Berlusconi che è anche capolista del Pdl al Comune di Milano.

L’ordine dell’Agcom è arrivato a seguito della presentazione di alcuni esposti e come criterio di analisi ha avuto il monitoraggio del pluralismo politico dell’informazione nella penultima settimana di campagna elettorale (1-7 maggio). In vista del voto per le Amministrative, che si terrà il 15 e 16 maggio prossimi, l’Autorità ha dunque imposto un riequilibrio tra maggioranza e opposizione in tutte le edizioni dei telegiornali, comprese ovviamente quelle principali della sera. Nello specifico, l’imparzialità dovrà anche essere ad personam e riguardare cioè il Berlusconi capolista del Pdl a Milano. Ma allora come comportarsi quando il Cavaliere si riferisce alla politica nazionale dal pulpito meneghino? Mistero buffo della par condicio.

Ieri la scure del Garante ha colpito soprattutto il Tg1. Il notiziario diretto da Augusto Minzolini ha infatti ricevuto una multa di 100mila europer l’inadeguata osservanza dell’ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza” in materia di par condicio. Non è la prima volta che la testata della prima rete riceve ammonimenti dall’Agcom. L’ultimo richiamo, dello scorso mese di aprile, era stato respinto dal ‘direttorissimo’, convinto che il suo tg avesse sempre ”rispettato in maniera puntuale il criterio della tripartizione tra governo, maggioranza ed opposizione“.


10
maggio

SILVIO BERLUSCONI FA I COMPLIMENTI A SKY SPORT. E MEDIASET PREMIUM?

Complimenti di Berlusconi a Sky

Le telefonate di Silvio Berlusconi di solito non passano mai inosservate, considerata la frequenza con cui il premier puntella il campo mediatico quando si tirano in ballo questioni che lo coinvolgono in maniera più pulsionale. Stavolta però c’è il Milan e lo sport di mezzo, non ci sono nemici comunisti da attaccare a muso duro e la politica può stare lì ad aspettare, almeno per un attimo. C’è la festa dello scudetto in onda su Sky Sport e il Presidente al telefono è un fiume in piena.

La conversazione dura qualche minuto ed è piena di aneddoti, come quella del Berlusconi allenatore che trionfava con i bambini monopolizzando tutti i campionati giovanili della provincia, nascondendo quasi la palla agli avversari grazie ad un fraseggio miracoloso. Ma il segnale più importante, passato sotto silenzio nelle cronache è l’omaggio alla pay tv per la grande professionalità mostrata nel seguire minuto per minuto le vicende del calcio dentro e fuori il campo, dagli allenamenti alla concentrazione pre-gara, dalle conferenze stampa ai riscaldamenti dei massaggiatori.

“Complimenti per come fate vivere lo sport ai telespettatori”- prima di chiudere il suo intervento Berlusconi ci tiene a manifestare in poche parole tutta la sua approvazione per i volti e le rubriche di Sky. Considerate le frequenti battaglie legali tra Mediaset e il colosso di Murdoch per varie questioni di regolamentazione del mercato può essere un dato da non trascurare. Quiete dopo la tempesta o semplicemente un complimento doveroso al gruppo che ancora surclassa in qualità (ma non i prezzi dove la situazione è ribaltata) il servizio sportivo di casa Mediaset?





5
maggio

PORTA A PORTA, BERLUSCONI TORNA ALLA CARICA: VINCEREMO LE PROSSIME ELEZIONI. SE LASCIO, TREMONTI POSSIBILE CANDIDATO PREMIER

Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti

Dopo il matrimonio reale, l’incoronazione del principino Giulio: Porta a Porta non se ne perde una. Se settimana scorsa il programma di Bruno Vespa raccontava le nozze a Buckingham Palace, tra conti e cavalieri di sua Maestà, ieri invece ha fatto i conti con ’sua Maestà’ il Cavaliere in persona, a Palazzo Grazioli. L’approfondimento della seconda seconda serata di Rai1 ha trasmesso un’intervista a Silvio Berlusconi nella quale il premier ha indicato il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti come suo possibile successore. Un’apertura (in)aspettata, interpretata da alcuni come un’investitura a pieno titolo e considerata invece da altri come un semplice contentino, una carezza politica quasi dovuta. Ma nulla di più.

Nella puntata di ieri sera Vespa ha mandato in onda a spezzoni l’intervento del Presidente del Consiglio registrato a Palazzo nel pomeriggio. In studio, il consueto parterre pronto a sezionare il verbo del Cavaliere. Dopo aver indicato le priorità dell’Esecutivo (riforme della giustizia, dell’architettura istituzionale e del sistema tributario), Berlusconi ha parlato del suo futuro politico: “Se sarà necessario per il centrodestra candidarmi alla guida del governo, non mi tirerò indietro. Se invece verranno fuori altre personalità, e ne abbiamo diverse, Tremonti in primis, che possano suscitare  il consenso elettorale (…) io sarei felice di poter restare ancora in politica ma occuparmi del Pdl e lasciare ad altri la conduzione del governo“.

L’incoronazione ufficiosa del super ministro a delfino del premier ha ovviamente suscitato reazioni politiche, non solo nello studio di Vespa. Nell’intervista al talk show di Rai1 Berlusconi ha anche parlato delle prossime amministrative  (“un test politico“) dicendosi convinto che “il centrodestra vincerà anche queste elezioni” anche se “c’è un clima da guerra civile“. Ricordando poi che la sinistra “annovera tra i suoi sostenitori i centri sociali in cui si annidano molti facinorosi“, il Cavaliere ha negato ogni possibilità di dialogo con l’opposizione: “ Deriva dal vecchio Pci…“. Fantasmi comunisti si libravano in differita: spiritismo a Porta a porta.


3
maggio

ENRICO MENTANA: HO DETTO NO A BERLUSCONI E RIFIUTATO IL TG1. MINZOLINI? FILOGOVERNATIVO

Enrico Mentana

La storia non va mai all’indietro“. La chicca di Chicco Mentana è una come una formula magica, come un mantra che il direttore del Tg La7 si sarà ripetuto chissà quante volte. Di sicuro ne ha fatto prezioso uso quando Silvio Berlusconi, il sciùr padrun in persona, gli disse: “Preferirei che tornasse a Mediaset. Non ho avuto nulla a che fare con il suo allontanamento e credo sarebbe giusto chiudere quella ferita. La chiamerà mio figlio“. Di lì a poco Piersilvio, nelle vesti di re Mida del Biscione, gli avrebbe offerto “tutto quello che c’era da offrire” pur di riportarlo a Mediaset. Ma niente da fare, Mentana rifiutò: ”la storia non va mai all’indietro“, appunto.

A raccontare l’espisodio è il giornalista stesso, in un’intervista a Vanity Fair di domani. E’ un Mitraglia battagliero e con tanti colpi in canna quello che si racconta al settimanale, consapevole di aver messo in piedi un telegiornale  più unico che raro nel panorama informativo italiano. “Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: grazie, perché mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale racconta. E i dati parlano da soli: da quando Mentana è a La7, il notiziario della rete ha quadruplicato gli ascolti, a colpi di politica, analisi e commenti. Al bando, invece, la cronaca guardona e gli avvenimenti fru fru (il matrimonio di William e Kate, per intenderci, è finito in chiusura di tg). “Significa che ci sono più pubblici. C’è ancora chi segue Avetrana, ma c’è una fetta, neanche marginale, che vuole altro“.

Che cosa pensa, allora, Mentana del vituperato Tg1 di Minzolini? Che è “orgogliosamente filogovernativo“, e che  a Saxa Rubra lui non ci tornerebbe così volentieri. Andrebbe mai a dirigere il Tg1? “Me l’hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato (…) Ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici“. Campa cavallo, dunque. Dalla tv pubblica lo cercò anche il direttore di rete Paolo Ruffini, per il Tg3: ”per accettare gli posi due condizioni che sapevo impossibili: la mia nomina avrebbe dovuto essere votata all’unanimità del Cda Rai e ricevere il voto positivo e pieno dell’Assemblea dei Giornalisti. Che fossero impossibili era chiaro perché Rai3 è sempre stato l’unica rete sotto il controllo della sinistra e il Pd aveva già fatto il nome di Bianca Berlinguer“.





2
maggio

CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO TRA PAR CONDICIO, SATIRA E SPETTACOLO. NERI MARCORE’ E LUCA BARBAROSSA CANTANO “IMMUNITA’” (VIDEO)

Luca Barbarossa, Neri Marcorè

Sul palco arrivano Albano e Romina, e al Concerto del Primo Maggio si cambia registro. Il ritmo lento della par condicio lascia spazio a quello rock dell’ironia. Ovviamente il duetto canoro non è mica quello originale (ussignur, ci mancava solo), ma quello parodistico realizzato dalle imitazioni di Neri Marcorè e Luca Barbarossa. Ieri pomeriggio il conduttore dell’evento musicale di Piazza San Giovanni e il cantautore hanno rispettato le promesse della vigilia, offrendo al pubblico un momento di satira pungente, ad personam. Durante un’esibizione hanno infatti proposto il brano “Immunità“, remake di “Felicità”, successo del 1982 cantato da Albano e Romina.

L’anno prossimo a Sanremo si sa già chi vince. C’è un duo, Alfano e Romina“. Luca Barbarossa imbraccia la chitarra e, nel bel mezzo del Concertone, provoca Neri Marcorè. Il bravo conduttore si trasforma in comico, camuffa la voce ed inizia la gag: musica. “Immunità è votare una legge che ti progegge, immunità, ti cancella un reato con un decreto, immunità (…) l’evasione fiscale diventa legale con l’immunità“. La canzoncina scalda subito la grande piazza, strappa sorrisi perchè è evidente che si riferisca a qualcuno che la par condicio impedisce di nominare: Silvio Berlusconi. Barbarossa e Marcorè stanno al gioco, e rincarano la dose : “Immunità, è abbreviare il processo e buttarlo nel cesso (…) senti che bello che è varare una legge che è solo per me, ed in galerà ci va chi protesterà“.

Uno dei momenti più frizzanti della lunga diretta trasmessa ieri da Rai3, efficace soprattutto perchè giocato sul filo del rasoio della par condicio. In seguito Marcorè ha anche ironizzato sulle incoerenze di un personaggio politico d’opposizione rimasto senza nome, ma con la voce identica a quella di Antonio Di Pietro. Per un anno al Concerto del primo maggio non tira aria di comizio, non c’è la solita propaganda militante, e lo si nota subito. L’evento torna ad essere innanzitutto uno spettacolo televisivo e di piazza, impreziosito dalla partecipazione straordinaria di artisti del calibro di Lucio Dalla, Francesco De Gregori ed Ennio Morricone.


1
maggio

SABINA BEGAN, “L’APE REGINA” A QUELLI CHE IL CALCIO: “DOBBIAMO ESSERE GRATI AL PRESIDENTE..” IL PUBBLICO FA “BUU”. MA LA PAR CONDICIO?

Sabina Began ospite a Quelli che il calcio

“Noi dobbiamo tutti essere grati al Presidente perchè è grazie a lui se ora stiamo qui a lavorare..”. Alla faccia della par condicio, a Quelli che il Calcio, Sabina Began parla così del suo ex “fidanzato”, Silvio Berlusconi. L’ape regina, così soprannominata proprio per il ruolo da prima donna nel cuore del Premier, è ospite nella trasmissione domenicale di Rai 2, nello spazio dedicato all’Isola dei Famosi.

Simona Ventura, come se non avesse già molte gatte da pelare, ha ben pensato di invitarla a Quelli che, dopo non essere riuscita ad arruolarla nel reality isolano per ben due anni consecutivi. Ma, prima di parlare di Isola, sono inevitabili le domande su Berlusconi e, a sorpresa, l’attrice di origine bosniaca non si tira indietro, incoraggiata dall’amica Gabriella Sassone. La giornalista ci tiene a far sapere che le frequentazioni di Sabina con Silvio erano “per affetto e non per il portafoglio” come accade con tante altre  ragazze (chissà cosa avrà pensato Raffaella Fico, in quel momento accanto alla giornalista).

Sabina si prodiga, dunque, in elogi al Premier (“Io veramente gli voglio bene, lo adoro. E’ una fortuna quando si parla del Presidente“), al quale va il merito anche di aver costruito gli studi televisivi (evidentemente credeva di essere a Mediaset). Peccato che all’invito a ringraziare il Presidente partano alcuni ”buu” dal pubblico. Anche Andrea e Michele, in collegamento dall’”area verde”, timidamente cercano di far notare che non tutti la pensano come l’interprete del film “Chiavi in mano”.


30
aprile

CASO RUBY, LA PROCURA “SCAMBIA” EMILIO FEDE CON LELE MORA. IL GIORNALISTA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE

Emilio Fede

I tabulati telefonici hanno dato i numeri (più del dovuto, s’intende), ed ora l’impalcatura accusatoria del caso Ruby inizia a scricchiolare. Magari si tratta solo di cigolii marginali, magari no, ma sta di fatto che le carte depositate presso la Procura di Milano contengono un errore. A denunciarlo è stato il giornalista Emilio Fede, coinvolto nell’inchiesta con le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, durante una conferenza stampa convocata ieri dai suoi avvocati. Nei documenti ufficiali l’utenza del direttore del Tg4 è stata scambiata con quella di Lele Mora - altro indagato – proprio in uno dei passaggi che ‘incastrerebbero’ chi ha introdotto la marocchina Karima El Mahroug ad Arcore, alle feste di Berlusconi. Dettagli delicati, insomma.

Da parte sua Fede ritiene che sia stato commesso un errore “gravissimo” e passa all’attacco, spiegando che nel pomeriggio di quel 14 febbraio 2010 (giorno in cui Ruby entrò per la prima volta a Villa San Martino, ndDM) non poteva essere stato lui a parlare con Ruby. “Il cellulare agganciato dall’utenza della ragazza non era mio, ma di Lele Mora. Ruby non l’ho portata io ad Arcore” insiste il giornalista. E in effetti i tabulati sembrano parlare chiaro: la svista c’è. Alle 15.59, infatti, l’esuberante marocchina telefonava ad un cellulare (348…) in uso a Lele Mora; pochi minuti più tardi ricontattava lo stesso numero ma stavolta, secondo la polizia giudiziaria, per parlare con Emilio Fede. Qualcosa non torna, ed è su questa incongruenza che ora i legali del direttore del Tg4 insistono per difendere il loro assistito.

Il giornalista, che ieri si è dichiarato ”amareggiato” per ipugni in faccia presi dai colleghi“, avrebbe inoltre raccolto altre prove per autoscagionarsi dalle accuse. Se da una parte Fede ha confermato di aver conosciuto Ruby in Sicilia, ad un concorso di bellezza nel 2009, dall’altra ha spiegato che quando la marocchina arrivò a Milano non prese contatti con luima con un agente che, dopo averla incontra, la indirizzò a Lele Mora. Questa versione dei fatti, ancora tutta da verificare, sarebbe però confermata dalle parole dello stesso agente (di cui non è stato reso noto il nome), registrato segretamente da Fede in un ristorante milanese. I nastri con le relative trascrizioni sono stati depositati in Procura.