0 a Lorena Bianchetti. Come se non bastasse il mezzo flop de L’Italia sul 2 con Milo Infante, la pia conduttrice è stata designata per un programma tutto suo, Parliamone In Famiglia, che, causa bassi ascolti, è durato ben poco. Dio vede e provvede.
1 a Serena Dandini. Quando è arrivato il momento di confrontarsi con il mercato, la conduttrice radical chic ha fallito ed ora rimane disoccupata senza nemmeno poter invocare complotti e persecuzioni politiche. Sconsolata.
2 a Luca e Paolo. Con l’ambizioso obiettivo di fare il varietà – come se bastasse abusare del termine per fare tv di qualità – hanno portato fuori strada una macchina rodata e dal successo assicurato quale era Scherzi a Parte. Ora nell’attesa che prima o poi Antonio Ricci si decida a chiamarli a Striscia (glielo auguriamo), si ritrovano lontani dal piccolo schermo. Avventati.
3 a Flavio Insinna. Sin dall’inizio era quasi evidente che con il formato alla base de Il Braccio e La Mente difficilmente avrebbe funzionato, ma Flavio Insinna ha preferito fare tutto da solo e da solo ne ha pagato le conseguenze. Improbabile a questo punto che di lui sentiremo ancora parlare su Canale 5. Sprovveduto.
4 a Cristina Parodi. L’anno della svolta per la signora Gori si è rivelato un clamoroso autogol. La tv alta, che aveva promesso, non s’è vista; anzi, quando ha cercato di risalire la china si è buttata (in maniera comprensibile) su personaggi che di artisticamente virtuoso avevano ben poco. Sfortunata.
5 a Simona Ventura. Tralasciando X Factor in cui si conferma regina (ma questa non è una novità!), le esperienze della vulcanica conduttrice nello ’strepitoso’ mondo Sky sono risultate inadeguate al suo talento e alla sua caratura. Per il nuovo anno l’auspicio è che torni a fare la tv che conta. Aquila in gabbia.