Con il passare dei mesi, il ricordo della piccola Sarah Scazzi si sbiadisce sempre più, offuscato dal tempo e dalle polveri dell’attenzione mediatica. Dopo settimane di trasmissioni strappalacrime e di interviste senza filtro allo zio Michele, ora la tv si trova a maneggiare carte processuali, testimonianze, deposizioni. E risvolti a luci rosse. Così, anche una lettera inviata da Sabrina Misseri, detenuta con l’accusa di omicidio, a Tgcom24 diventa l’occasione per sollevare dibattiti, per suggerire al pubblico sempre nuovi elementi in vista di una condanna o un’assoluzione fai da te.
Nella missiva spedita al canale all news di Mediaset, e ripresa ieri sera da Quarto Grado, la cugina di Sarah ha parlato della sua vita in carcere, del suo rapporto con il giovane Ivano, delle accuse che la riguardano e dell’attenzione mediatica piovutale (più o meno consapevolmente) addosso.
“Spero di reggere fino in fondo. Mi sforzo di partecipare alle attività programmate dall’istituto. Ho letto gli atti processuali che mi sono stati notificati (…) La mia vita è cambiata completamente. Ti colpisce qualcosa della quale non ti sai dare una ragione” ha scritto Sabrina.
Poi la ragazza ha fatto riferimento a Ivano Russo, il ragazzo del quale si era invaghita e che sarebbe il presunto movente dell’omicidio Scazzi. Tra lui e Sabrina ci sarebbe stato anche un rapporto di intimità.