Le Molinette di Torino, chirurghi d’avanguardia, il progetto del primo trapianto di cuore, la lotta per l’emancipazione femminile nell’Italia retrograda degli anni ‘60: temi seri ed importanti che infarciscono la trama di Cuori, la nuova fiction di Rai 1 partita ieri sera. La quale, però, in barba a tutto questo, resta di base un’intricata storia di corna.
Recensione
Luna Park: tra tanti giri di giostra manca il finale
Luna Park, nuova serie originale di Netflix, non si fa mancare niente: nelle sei puntate della prima stagione ci sono mistero, segreti, storie d’amore, omicidi, drammi familiari, racconti di guerra, spionaggio, ricongiungimenti, un po’ di occulto e anche un pizzico di commedia. Troppo “generico” per il pubblico dello streaming, che l’ha accolto con scarso interesse, anche se il minestrone non è un mappazzone. In tale abbondanza c’è solo una cosa che manca: un finale, dal momento che la storia si interrompe fastidiosamente all’apice. Lasciando aperta la porta ad una seconda stagione.
Fino all’Ultimo Battito: Marco Bocci salvi tutti
A volte Rai 1 torna indietro, mettendo da parte le storie moderne e dinamiche per rispolverare l’antico melò, che più melò non si potrebbe: drammi, coincidenze impossibili, scelte strazianti, lacrime a profusione e un eroe sfortunato, provato, che fa un sacco di errori ma per il quale si fa il tifo. Di recente qualcosa del genere si era visto in Vite in Fuga, con quel suo racconto forzato e a tratti fantascientifico, ma Fino all’Ultimo Battito è l’esempio lampante di feuilleton piacevole da vedere, ma troppo esagerato per essere credibile.
L’Ispettore Coliandro: ma come fa?
E’ un cult del piccolo schermo, con un suo pubblico di affezionati che da quindici anni lo sostiene e galvanizza. E’ una fiction diversa dalle altre, talmente tanto che spesso delle proprie “colleghe” può sembrare la caricatura. Con un personaggio principale nato in libreria e sopravvissuto sul piccolo schermo ad anni di vuoto e di attesa tra le prime quattro e le altre stagioni. E’ un caso da studiare, perchè L’Ispettore Coliandro è la negazione di qualunque costrutto narrativo seriale, l’opposto di ciò che il buon senso televisivo suggerirebbe, ma funziona così.
Morgane, detective geniale e motivazionale
Morgane, la nuova “detective geniale” di Rai 1 ha stregato il pubblico, che l’ha accolta con il 20.6% di share, calato appena al 19.7% nella seconda puntata. Un successo inatteso, trattandosi di una serie d’importazione e nemmeno di quelle toste e americane alle quali gli italiani sono ormai abituati. No: Morgane è una produzione francese, con quell’affettazione nella mimica e nella gestualità che a volte trascina indietro nel tempo e fa ricordare i Primi Baci anni ‘90 su Italia 1. Ma è d’impatto, originale, diversa dalle altre e per questo il successo se lo merita tutto.
La fiction Mediaset vede la Luce (dei tuoi occhi)
Luce dei Tuoi Occhi, per essere una fiction Mediaset, è stata accolta più che positivamente dal pubblico, siglando nella prima puntata il 15.8% di share e vincendo la serata. Ma se fosse stata trasmessa su Rai 1, con un pubblico avvezzo ed incline a questo genere televisivo, avrebbe fatto probabilmente almeno il 22%, perchè a storia e messa in scena non manca nulla per intrigare ed appassionare.
Chi vuol esser un Mago?
Se la parola “magia” vi fa storcere il naso, ripensateci e date un’opportunità a Voglio essere un Mago!: il nuovo talent show di Rai2 a tema, ha ben poco da invidiare ai colleghi di categoria, anzi. L’argomento non è attualissimo ma è decisamente affascinante e riesce così a catturare l’attenzione di chi guarda. I trucchi nei giochi di carte e gli escamotage per memorizzare le sequenze funzionano e potrebbero convincere anche qualche scettico (cosa per ora non avvenuta).
Sotto la maschera di «Honolulu» c’è «Colorado»
L’originalità non abita a Honolulu. In questi giorni in cui tengono banco, non senza polemiche, maschere e imitazioni tra Star in the Star e Tale e Quale Show, il nuovo programma comico di Italia 1 decide di rompere il ghiaccio con Francesco Cicchella nei panni eccentrici di Achille Lauro. “Oh, sì, sì, me ne frego”, ma la misura inizia forse ad essere colma.