E mica solo Augusto Minzolini. In Rai l’uso della carta di credito aziendale per spese di rappresentanza è diventata una prassi per diversi protagonisti dell’azienda. Stando a quanto rivelato da Repubblica infatti, che ha ricevuto in via anonima 11 ricevute di una carta di credito che fa riferimento all’azienda pubblica, tra i personaggi del settimo piano di Viale Mazzini che hanno usufruito in più di un’occasione di questa possibilità compare anche il Consigliere di Amministrazione della Rai Guglielmo Rositani.
Nulla di strano, fondamentalmente. Ai Consiglieri di Amministrazione viene elargito uno stipendio (lordo) di 98 mila euro l’anno, più 28 mila euro extra nel caso diano vita ai comitati editoriali e una carta di credito aziendale dal valore di 10 mila euro l’anno per le spese di rappresentanza. In merito a questa carta, non vi sono -a quanto pare- regole precise sull’utilizzo e quindi l’ “uso consono e corretto” viene demandato agli stessi possessori.
La domanda che sorge spontanea è cosa si intenda per “spese di rappresentanza” e soprattutto per “uso consono” poichè nelle ricevute in mano a Repubblica, che riportano l’intestazione Rai (o comunque sono spillate su carta intestata di Viale Mazzini) e fanno riferimento a Rositani, compaiono degli acquisti (tutti effettuati a Rieti) forse poco attinenti allo scopo.