Politica



27
dicembre

Donatella Bianchi scende in politica con i 5 Stelle alle Regionali Lazio. Il PD: «Non può più condurre Linea Blu»

Donatella Bianchi (Foto US Rai)

Donatella Bianchi (Foto US Rai)

Donatella Bianchi ha deciso di scendere in politica. La conduttrice di Linea Blu è stata infatti scelta dal Movimento 5 Stelle come candidata alla Regione Lazio.




30
luglio

Michele Santoro scende in politica: «Serve il partito che non c’è. Sono disponibile»

Michele Santoro

Michele Santoro

Dopo aver trattato la politica dall’altra parte della barricata, quella dei talk show, Michele Santoro si dice pronto a buttarsi nella mischia e fondare un nuovo partito di vera sinistra, che a suo dire non esiste più.

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21
gennaio

Rai Parlamento: al via i nuovi tg in tre edizioni quotidiane

Parlamento

Rai Parlamento inaugura nuovi spazi in diretta per raccontare la politica “a Camere aperte”. Da oggi – 21 gennaio – la testata del servizio pubblico che segue i lavori parlamentari sarà in onda con tre edizioni quotidiane dei notiziari trasmessi sui tre canali generalisti Rai: nello specifico, appuntamento alle 9.35 su Rai1, alle 15.15 su Rai3 e alle 18.00 su Rai2.

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15
gennaio

FESTIVAL DI SANREMO 2015: FINALMENTE UNA KERMESSE SENZA POLITICA?

Festival di Sanremo, Arisa, Conti, Marrone

Qualcuno lo ha già ribattezzato il Festival pop, la kermesse che romperà con il (recente) passato. E, a giudicare dalle premesse, le previsioni potrebbero avverarsi: quello presentato da Carlo Conti dal 10 al 14 febbraio prossimo sarà infatti un Sanremo all’insegna della musica e dell’intrattenimento. Uno show popolare. Non è certo un caso che i Big in gara siano passati da sedici a venti e che le giovani proposte siano state promosse in prime time, nella fascia tradizionalmente destinata all’anteprima. Una piccola rivoluzione dunque c’è già stata e, se tutto va bene, quest’anno all’Ariston potremmo anche vedere Al Bano e Romina di nuovo insieme.

Festival di Sanremo 2015: politica e polemiche all’Ariston

Sull’onda dei suoi recenti successi televisivi, sembra proprio che Conti abbia pensato ad un Festival dal carattere popolare, scanzonato, aggregativo. In questo senso, la grande assente nella 65esima edizione della kermesse potrebbe essere proprio la politica, che nelle passate rassegne si era volontariamente insinuata all’Ariston. Con la scusa della Bellezza, ad esempio, l’anno scorso Fabio Fazio aveva messo in piedi una kermesse culturalmente orientata, i cui ospiti sembravano usciti direttamente dal salottino buono di Che tempo che fa. E non dimentichiamo la tanto discussa protesta operaia in diretta o il fragoroso blitz di Beppe Grillo, apparso nella Città dei Fiori con il solo obiettivo di fare rumore. Anche nei Festival curati dal buon Gianni Morandi, però, non era mancata la politica: ricordate il polverone sollevato dall’ospite Adriano Celentano?

Con l’arrivo di Carlo Conti all’Ariston, la musica potrebbe cambiare. Del resto, il conduttore fiorentino ha sempre evitato i riferimenti politici nei suoi spettacoli e non si vede perché dovrebbe fare diversamente proprio ora, nella tanto attesa occasione d’oro della sua carriera. Dunque, spazio alla musica e via libera a quel tono nazional-popolare che forse gli snob vorrebbero togliere al Festival. Gli italiani gradirebbero assai una scelta di questo tipo: di certi temi sono già pieni i talk show, ormai spalmati a tutte le ore nei palinsesti televisivi.


7
aprile

LA TV DELLA POLITICA

Barbara D'Urso

Barbara D'Urso

Un tempo erano le grandi showgirl, poi i concorrenti dei primi reality show, adesso i politici. Ebbene sì, i protagonisti della televisione italiana sono ormai loro, presenti in tutti i momenti, in tutti i luoghi, in tutti modi (mancano davvero solo i laghi come canterebbe qualcuno).

Il pomeriggio domenicale è ormai una vera e propria tribuna politica: c’è quella più casereccia di Barbara D’Urso con personaggi molto più egocentrici come la Mussolini, e quella più seriosa di Giletti. La netta contrapposizione poi viene sottolineata dagli argomenti trattati. Mentre da una parte protagoniste sono le discussioni sui comportamenti di Grillo o di Renzi (non a caso i due personaggi più “nazionalpopolari”), dall’altra ci si interroga su ventuali manovre economiche e patti di stabilità. Non mancano ovviamente da entrambe le parti momentanee capatine sugli argomenti prediletti dall’avversario.

La questione ovviamente è facilmente estendibile alla programmazione settimanale delle nostre reti generaliste: in tutti i programmi televisivi ormai è immancabile la presenza di un politicante, o presunto tale, che dice la sua sulla situazione dell’Italia. Se a tutto questo si aggiunge l’immancabile e giustissima satira fatta dai più illustri comici del nostro paese, dalla Littizzetto a Crozza, passando per le divertenti e pungenti imitazioni della Raffaele, il quadro è compleato a 360 gradi.

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21
gennaio

ELEZIONI 2013: CICCIOLINA, MINZOLINI E RUOTOLO GUIDANO LA CARICA DEI ‘CANDIDATI FAMOSI’

Augusto Minzolini

Sportivi, ex magistrati, sindacalisti e ovviamente giornalisti. La carrellata di volti noti che hanno compiuto il salto in politica in vista delle prossime elezioni è assai varia. Anche in questa tornata elettorale, infatti, i partiti punteranno molto su di loro per calamitare voti e consensi degli elettori.

Il nome “nuovo” è sicuramente quello di Augusto Minzolini, che si candiderà con il Pdl in Liguria. L’ex direttore del Tg1 correrà per il Senato, ma non sarà il solo dipendente di Viale Mazzini a mettere a disposizione dei partiti la propria popolarità. Sandro Ruotolo, infatti, fedelissimo di Michele Santoro, sarà uno dei volti della neonata formazione politica “Rivoluzione Civile” dell’ex pm Antonio Ingroia. L’ex magistrato Pietro Grasso, invece, sarà candidato con il Partito Democratico.

Di giornalisti candidati ce ne saranno a iosa, così diventa difficile anche stilare un elenco che li comprenda tutti. Restando a sinistra, si candideranno con il Partito Democratico Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del Corriere della Sera, e Corradino Mineo, già direttore di RaiNews 24. Due nomi noti del sindacato, invece, correranno con Sinistra Ecologia e Libertà, il partito guidato da Nichi Vendola. Si tratta di Giorgio Airaudo, ex Fiom, e di Roberto Natale, già Presidente della Federazione Nazionale della Stampa.

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27
ottobre

BERLUSCONI: TORNO IN CAMPO CONTRO QUESTA BARBARIE. COME LA PRENDERANNO GLI ITALIANI?

Silvio Berlusconi

È durato 48 ore l’assaggio di futuro cui la politica italiana era stata costretta dal ritiro di Silvio Berlusconi. Un ritiro che, da più parti, era stato letto subito come un’uscita di scena obbligata in previsione della sentenza che, rispettando di fatto le attese, ha finito per macchiare ulteriormente l’immagine dell’ex Premier, condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Così, a sole 24 ore dalla condanna, ecco arrivare quello che potrebbe benissimo essere definito un annuncio ad “orologeria”: Berlusconi torna in campo.

Ad innescare la retromarcia di Berlusconi, stando alle dichiarazioni che l’ex Premier ha reso durante un’infuocata conferenza stampa trasmessa questo pomeriggio da Rete4 e da La7, è stata proprio la sentenza di condanna pronunciata ieri. Berlusconi ha affermato di sentirsi “obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia, e per reagire contro questa barbarie“, pur confermando di non volersi ricandidare alla Presidenza del Consiglio, assicurando che “il Pdl farà le primarie”.

Resta, così, tutto da decifrare il ruolo che Berlusconi si assegnerà per restare nell’agone politico, dando per scontato che una sua ricandidatura come deputato, certamente verrebbe considerata da molti come un tentativo di blindare la sua posizione giudiziaria, dietro l’immunità parlamentare. Ma durante la conferenza stampa tenutasi nella residenza di Villa Gernetto a Lesmo, in Brianza, Berlusconi ha anche attaccato pesantemente “la Germania egemone e poco solidale guidata dalla signora Angela Merkel“.

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27
ottobre

LE ANOMALIE DELLA TV ITALIANA

tv rotta

di Andrea Bianco (White)

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Che la televisione italiana sia piena di problemi non è un mistero, ma che in molti casi questi problemi creino dei punti di non ritorno è palese, soprattutto dopo un piccolissimo tentativo di analisi.

Nel tentativo di elencare alcune cause, sicuramente ci si rende conto che l’Italia rappresenta una anomalia nel sistema televisivo quantomeno europeo. L’anomalia è l’enorme importanza che la politica ha, e ha avuto, negli equilibri televisivi. Ovviamente il riferimento non è solo al cosiddetto conflitto di interessi, che per lunghi periodi ha comportato (e comporta tutt’ora), almeno apparentemente, che la gestione delle due aziende televisive principali si trovi nelle mani di uno stesso individuo. L’esasperazione dello spoil system all’americana ha comportato delle vere e proprie crisi di sistema. Santoro è diventato un personaggio grazie alla politica che lo ha accusato e additato come nemico; nuovi conduttori sono stati imposti in base al vento politico del momento (con danni economici soprattutto per la Tv di Stato), e alcuni professionisti si sono trovati nella situazione di dover rinunciare al mezzo televisivo. Dirigenti televisivi che tutto potrebbero fare nella vita, tranne dirigere una TV!

Ma sarebbe troppo riduttivo accusare solo la politica. In Italia non c’è concorrenza. Manca lo strumento fondamentale per accrescere la qualità, in qualunque campo. Un duopolio che duopolio non è. La Rai cerca di non infastidire Mediaset,mentre magari Mediaset produce anche programmi per la Rai (tramite Endemol); una strategia dei palinsesti sempre più sulla difensiva e quasi mai offensiva. E solo ultimamente ci si rende conto che un’altra TV è possibile, grazie al terzo incomodo La7 che rosicchia e, a volte addirittura scippa telespettatori alle altre reti.

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