Ha animato i pomeriggi della seconda rete della Tv di Stato per un’intera stagione in cui ha rivelato “tutto, ma proprio tutto” ai telespettatori di Rai2. Nonostante gli ottimi risultati, il suo Fatto del Giorno non ha trovato, quest’anno, conferma nei palinesti della rete diretta da Massimo Liofredi. Adesso, però, è pronta a tornare in video Solo per Amore. Abbiamo fatto due chiacchiere con Monica Setta per saperne di più del nuovo show che prenderà il via giovedi, ma anche per far chiarezza su una cancellazione da tanti desiderata, da altri, invece, considerata inspiegabile.
Monica, tanto per incominciare, cosa ti ha portato in televisione? Vanità?
No, mi ha portato un caso. Era il 2002 ed ero appena diventata caporedattore della redazione romana di Io Donna (riaprirono in quel periodo le redazioni romane dopo anni di chiusura). Poichè i Direttori non amavano apparire in televisione, mi affidarono il compito di presenziare a dibattiti televisivi su temi legati al costume per rappresentare la testata. Per caso andai ospite a La7 e lì, per assoluta casualità, c’era Antonello Piroso che stava organizzando Omnibus; voleva un piccolo spazio che poi si chiamò “C’è modo e modo” per rivisitare le regole del bon ton. E la prima cosa che ho fatto in televisione è stata proprio questa. Facevo la parte della signora che doveva insegnare le buone maniere. Dopo questa esperienza arrivò, sempre su La7, Donne allo Specchio che pensò e scrisse per me Maurizio Costanzo.
Che ne pensi di Costanzo?
Io ritengo che sia il più grande. L’ultima volta che l’ho visto, mi ha rimproverato in maniera affettuosa e burbera di fargli troppe dichiarazioni di affetto. Ma sono dichiarazioni sincere, lo considero il più grande uomo di televisione, persona di grande sensibilità e un grande adattatore con la stoffa dello sceneggiatore.
Continuiamo l’excurcus…
Dopo Donne allo Specchio ci fu Vite allo Specchio, programma prodotto da Endemol e aperto ai politici. Fu una sorta di apripista dell’esperienza a Domenica In. Andò bene, ma La7 nel 2004 cambiò “gestione”. Si passò da Beppe Parrello, bravo AD che veniva dalla siderurgia, ad Antonio Campo dall’Orto, tutta un’altra antifona. Andammo via sia io che Irene Pivetti, che Catherine Spaak, le tre donne che la rete scelse nella gestione Costanzo-Parrello. Io andai a Rai2 perchè avevo conosciuto Antonio Marano che voleva realizzare un programma di economia sul made in Italy. Nacque così Contatto Diretto, programmino di grandissimo successo, andato in onda nell’estate del 2004 per 6/7 puntate la domenica mattina. Poi però Marano andò via e lasciò il testimone a Ferrario e quindi nel 2005, sotto la gestione Ferrario, feci un altro programmino, Bye bye Baby, ma dopo due puntate passai il testimone a Giancarlo Magalli perchè avevamo idee editoriali divergenti. Era dedicato ai divorzi e alle separazioni.
E poi arriva Mara…
Si. Nel 2005 fui chiamata per caso da Mara Venier. Faceva una Domenica In particolare di Gianni Boncompagni, ma dopo una prima puntata che non andò bene, ebbe questa intuizione di virare in rosa. Volle chiamare sia il mio autore (Paolo Palmarocchi) che me in qualità di consulenti. Poi mi chiese di far parte del cast fisso.
Mara Venier ti ha descritto in un’intervista che ci ha rilasciato (leggi qui) come una persona dolce e fragile…
Si. Sono vere le due cose. Ho una patina di aggressività ma è più che altro una difesa.