Linus nel suo ufficio a Radio Deejay
E’ pronto al debutto sul piccolo schermo ma, in realtà, è un ritorno in televisione. Televisione che per tutti gli appartenenti alla generazione Cecchetto è un must, anche per chi, come lui, ha intrapreso una carriera che lo vede al vertice di un celebre network radiofonico nostrano. Linus, il direttore di Radio Deejay, ci viene a ‘trovare’ su davidemaggio.it per illustrarci gli ingredienti de Il Grande Cocomero, nuova seconda serata di Rai 2 sulla quale aprirà il sipario il prossimo 17 ottobre. L’occasione, però, è ghiotta per un excursus sulla radio italiana e per approfondire alcuni temi caldi che lo hanno visto al centro di alcune polemiche negli scorsi anni. Ma tanto per incominciare, di cosa tratterà Il Grande Cocomero?
Mi sono preoccupato di fare la cosa più semplice possibile, conscio che le complicazioni sono quelle che rovinano tutto. A me hanno chiesto di fare un programma di un’ora alla settimana, in seconda serata, a base di interviste. Quante e quali, le decido io. Con la tv ho sempre avuto un rapporto un po’ conflittuale, ma per una volta mi sono sentito di dire “perchè no?”.
In che senso conflittuale?
Sono nato e cresciuto con la generazione di quelli che fanno la televisione. Io, Gerry, Bonolis… Ricordo che facevamo Deejay Television e di fianco c’era Paolo (Bonolis, ndDM) che faceva Bim Bum Bam. Fazio è leggermente più giovane ma la generazione è quella lì. A differenza loro, nel momento in cui bisognava decidere cosa fare, mi sono trovato a mia insaputa nel 94/95 a diventare direttore della radio, cosa che mi ha talmente riempito la vita di impegni e gratificazioni che la televisione è scivolata in secondo piano. Ne ho fatta un po’, a spizzichi e bocconi, e negli ultimi anni non ci pensavo nemmeno più.
E poi?
E poi a luglio, Fabio Di Iorio, capostruttura Rai, mi dice: “secondo me sei uno dei più bravi a fare interviste”. Ed è nato questo progetto.
Quando ho saputo che il programma era incentrato sulle interviste, ho pensato: “Deejay Chiama Italia cambia canale”.
E’ molto più complicato. Deejay Chiama Italia è un rifugio sicuro: non sono io a cercare gli ospiti ma sono loro che cercano me. Esiste un meccanismo promozionale per il quale se qualcuno ha un libro, un film o un album in uscita e passa da Milano, prima fa tappa da Fabio Fazio e poi viene da me. Con un programma televisivo, invece, tutta questa garanzia non c’è più e la difficoltà maggiore è trovare ospiti che siano sufficientemente importanti per portare a casa un po di ascolto, ma anche sufficientemente diversi per non fare una copia patetica di Quelli che il Calcio, piuttosto che di Che Tempo che Fa o Le Invasioni Barbariche.
Prima puntata?
17 ottobre.
Ospiti?
A me piace schematizzare tutto. Mi serve per capire meglio ciò che sto facendo. Quindi ho pensato per ogni puntata a tre ospiti: uno del mondo della musica, a patto che sia musicale-parlante, in maniera tale che possa raccontarsi; un altro ospite che arrivi dal mondo dello sport, possibilmente non dal calcio ma da uno di quegli sport che piacciono a me; e poi un ospite un po’ mainstream. Per esempio nella prima puntata ci sarà Luciana Littizzetto. In sostanza ho rotto le palle ai miei amici.
La tua forza alla fine è questa. Un po’ come Maria De Filippi. Anzi, a proposito di quest’ultima, come mai questo ribaltone?
E’ andata così: non conoscevo Maria che all’epoca faceva Saranno Famosi. Rilasciai un’intervista al Festival di Giffoni nella quale alla domanda di un giornalista “ma se tuo figlio di chiedesse di partecipare a un talent, cosa risponderesti?”, io risposi “lo prenderei a schiaffi”. E Maria non è che l’abbia presa benissimo, rispondendomi in maniera molto dura tramite un giornale. E lì la cosa è finita e per un po’ non abbiamo avuto nessun tipo di contatto. Un paio di anni dopo venne a Milano con uno spettacolo fatto dai ragazzi del suo programma, Footloose, e mi fece chiamare dalla sua assistente perchè aveva voglia di conoscermi. E ci conoscemmo. Mi conquistò il fatto che mi disse che aveva piacere a parlare con me perchè sapeva che non apprezzavo ciò che faceva e quindi non era un punto di vista ruffiano. Dall’essere, dunque, due che si guardavano in cagnesco, siamo diventati due che hanno una grande stima reciproca.
Ma il suo obiettivo l’ha raggiunto: ora Alessandra Amoroso e Emma Marrone le passi in radio…