Gad Lerner
La tv generalista appartiene al suo passato, il talk show pure. Gad Lerner si professa progressista, ma in campo televisivo ha fatto il “rottamatore”. Le sue scelte, del resto, parlano chiaro: dopo una ventennale carriera tra Rai e La7, ora il giornalista ha abbandonato le emittenti dei grandi numeri ed è approdato a LaEffe, neonata tv di Feltrinelli (canale 50 del digitale terrestre). In qualità di Presidente del comitato editoriale, consulente editoriale ed anchorman, Gad seguirà i contenuti e all’occorrenza comparirà in video. L’intenzione – ci ha spiegato – è quella di realizzare una tv “altra“, in cui intrattenimento di qualità e cultura vadano d’accordo. Un’idea, questa, che si riverbera nel palinsesto in divenire dell’emittente e che nasce da lontano…
Questo è un progetto al quale ho lavorato sin dall’inizio con Carlo Feltrinelli. Era un’idea che lui aveva già da qualche anno, nata anche in collaborazione con Telecom e La7, che inizialmente era nella società con un 30% di quote. Poi con Cairo la cosa si è evoluta diversamente. Sento molto mia questa idea che l’evoluzione tecnologica e di mercato della televisione italiana apra degli spazi oggettivi ad una tv qualità in chiaro, che offra prodotti di standard elevato non più solo a pagamento.
Trovi che ci sia poca cultura nella tv italiana?
Direi che c’è una sproporzione clamorosa con la realtà dei consumi culturali di questo Paese, fatta di gente che frequenta i festival, le mostre, le librerie e gli spettacoli di livello. Tutto questo non significa che serva la televisione culturale un po’ barbosa e magari fatta con finanziamenti governativi, come ad esempio Arté, perché il nostro modello è molto diverso. Crediamo che debba esserci intrattenimento, tanta fiction ma vogliamo che questa cosa si sposi con un bisogno di cultura e di qualità troppo spesso sacrificato.
Sogni una tv non barbosa ma, intanto, alla barba ci hai pensato col tuo look… (vedi foto)
(ridiamo, ndDM) Questa barba è colpa del direttore rete Riccardo Chiattelli, perché quando è capitato che io andassi in video, i ragazzi che ci lavorano hanno detto che volevano un bello stacco rispetto alla tv generalista. E siccome io sono pigro e sono felice di tenermi la barba ci siamo subito messi d’accordo. Per cui mi ritrovo con la barba e senza cravatta…
Quali sono gli appuntamenti del palinsesto a cui tieni di più?
A LaEffe abbiamo realizzato un salto generazionale, perché la guida del palinsesto è affidata a Riccardo Chiattelli, che ha poco più di 35 anni e vanta una esperienza internazionale. Conosce il mercato audiovisivo, viene da Fox e Sky, ha seguito la start up di Cielo: questo a garanzia del fatto che il linguaggio Feltrinelli sarà innovativo e giovane. Io sono nella retrovia. In questa fase embrionale, il nostro biglietto da visita sono state delle serie tv di qualità come Borgen, che mi stupisce non sia stata presa da reti più grandi della nostra. Lo stesso vale per Uomini di fede. Riguardo al nostro pubblico, poi, non credo sia casuale che la sera più seguita sia quella della domenica, con i grandi classici della letteratura.
Avete in programma altre novità?