Sentenza ribaltata per Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. Nell’ambito del processo Mediatrade, la Corte d’appello di Milano ha condannato il Vicepresidente e il Presidente di Mediaset a un anno e due mesi di carcere per frode fiscale. Il verdetto, emesso ieri, ha smentito il pronunciamento di primo grado ed ha sancito l’assoluzione degli altri sei imputati coinvolti, tra cui il produttore statunitense Frank Agrama. Secondo l’accusa, i diritti tv oggetto di compravendita sarebbero stati “gonfiati” per ragioni fiscali.
Condanna
CASO FERRARIO: MINZOLINI CONDANNATO A 4 MESI PER ABUSO D’UFFICIO. “DECIDERE E’ UNA COLPA”
Quattro mesi di reclusione per abuso d’ufficio. E’ la condanna emessa oggi dalla quarta sezione del tribunale di Roma a carico dell’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini per la vicenda riguardante la rimozione di Tiziana Ferrario dalla conduzione del notiziario delle 20. I fatti risalgono al 2010, quando la giornalista si dichiarò vittima di una vendetta da parte del suo superiore.
RAI, AUGUSTO MINZOLINI CONDANNATO IN APPELLO PER PECULATO. L’EX DIRETTORE: SONO ALLIBITO
I giudici hanno cambiato idea: ora Augusto Minzolini non è più innocente. L’ex direttore del Tg1, oggi senatore di Forza Italia, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione per peculato continuato, nonostante lo scorso anno fosse stato assolto in primo grado per la medesima accusa. La Corte d’Appello di Roma ha ribaltato quella sentenza e ieri ha giudicato il giornalista colpevole di aver utilizzato in modo improprio la carta di credito della Rai durante la permanenza a Saxa Rubra. Per l’ex direttore, il tribunale ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per l’intera durata della pena.
“Sono allibito, attonito” ha dichiarato il senatore su Twitter, chiedendosi dove fosse finita la certezza del diritto. Riguardo alla vicenda della carta di credito, a Minzolini era stato contestato di aver sforato, in quattordici mesi, il budget a sua disposizione nella misura di circa 65 mila euro. L’ex direttore – è doveroso precisarlo – aveva rimborsato a Viale Mazzini l’intera somma contestatagli. In primo grado i giudici avevano assolto il giornalista, riconoscendone la buona fede: a seguito di quel pronunciamento, il giornalista aveva chiesto il reintegro alla direzione del Tg1. Ora invece le toghe hanno gli hanno inflitto più di quanto l’accusa avesse richiesto (due anni).
Sono allibito,attonito.Assolto da corte dei conti,in primo grado e da giudice lavoro,condannato a2,6anni in appello. Dov’è certezza diritto?
— Augusto Minzolini (@AugustoMinzolin) 27 Ottobre 2014
FABRIZIO CORONA RESTA IN CARCERE, CONFERMATA LA CONDANNA A 15 ANNI. LA CASSAZIONE: PERICOLOSITA’ SOCIALE
Fabrizio Corona deve restare in carcere. La Cassazione ha infatti confermato la misura di sorveglianza speciale (15 anni di reclusione) disposta a carico dell’ex fotografo dei vip dalla Corte di Appello di Milano nel maggio 2013. Nel loro verdetto, in particolare, i giudici hanno attestato la “pericolosità sociale” del re dei paparazzi con motivazioni molto severe: secondo la Corte, la vita lavorativa di Corona era scandita da “numerosi e cospicui precedenti penali” e “caratterizzata da frequentazioni criminali e da atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola di civile convivenza”.
Cassazione: Corona, condotta senza scrupoli
Corona è attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, dove sta scontando la condanna a 15 anni di reclusione per vari reati. Nella sentenza 20347 depositata ieri, giovedì 15 maggio, i supremi giudici hanno rilevato come il “modus vivendi” di Fabrizio fosse caratterizzato dalla “ricerca ad ogni costo di facili (ed illeciti) guadagni e da condotte prive di scrupoli volte ad accaparrare risorse da investire in un tenore di vita lussuoso e ricercato”. Motivazioni categoriche, che non lasciano spazio ad interpretazioni e mettono un punto fermo all’iter giudiziario che ha portato il ‘re dei paparazzi’ dietro le sbarre.
Senza successo, nel ricorso in Cassazione Fabrizio Corona aveva sostenuto che i reati contestatigli “hanno avuto un valore patrimoniale minimo, come ad esempio la spendita di monete false per 200 euro in una occasione e di meno di cinquemila in un’altra occasione” e che non erano così gravi da giustificare la misura di prevenzione fissata in un anno e sei mesi. In proposito, la Suprema Corte ha ricordato al condannato che, al contrario, i reati non sono di poco conto: si tratta di “estorsioni, ricettazione e spendita di carta moneta falsificata, reati fallimentari, evasioni fiscali, recenti denunce per truffa”.Le sentenze si rispettano non si commentano, specialmente quando sono definitive, ma stavolta l’impressione è che Corona abbia pagato il conto anche per altri.
Corona scrive a Chiambretti dal carcere: la lettera
BERLUSCONI: TORNO IN TV A SPIEGARE LE MIE RAGIONI. COSI’ IL CAV VUOLE RIBALTARE IL PROCESSO (MEDIATICO)
I giudici di Cassazione lo hanno dichiarato colpevole e condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Ma Silvio Berlusconi non ci sta. Dal giorno in cui è stata emessa la sentenza definitiva del processo Mediaset, il Cavaliere ha più volte affermato la sua innocenza, schierandosi contro quella parte di magistratura che gli avrebbe dichiarato guerra. Parole al vento, direte, visto che ormai la Cassazione si è espressa e all’ex premier non resta che scontare la pena stabilita. In verità, quella messa in campo da Berlusconi pare sia una strategia mirata proprio a ribaltare le sorti del processo (mediatico).
Silvio Berlusconi: Torno in tv
“Tornerò in tv a spiegare le mie ragioni e continuare la battaglia di libertà e democrazia” avrebbe detto il Cavaliere durante un vertice tenutosi nei giorni scorsi ad Arcore. I modi e i tempi della possibile incursione televisiva non sono stati resi noti e anzi, è pure probabile che Sua Emittenza decida di tornare sui suoi passi. Tutto dipende dall’evolversi della situazione politica, col governo Letta messo sotto pressione e con la Giunta per le elezioni pronta a valutare la decadenza di Berlusconi da Senatore. Come andrà a finire? Nei talk show di fine estate la questione tiene banco con insistenza.
I dibattiti tv sul Cavaliere
Del resto, in Italia fanno più rumore i dibattiti televisivi che i dibattimenti giudiziari e le sorti dell’ex premier sono l’argomento prediletto dai conduttori dei salotti tv. Se ne discuteva proprio ieri sera a In Onda con Luca Telese, che per l’occasione ha riportato davanti alle telecamere Antonio Di Pietro, dopo la “tranvata” elettorale. La pitonessa Daniela Santanché, da parte sua, ha affilato gli artigli, perché è di nuovo tempo di lottare.
BERLUSCONI, VIDEOMESSAGGIO DOPO LA CONDANNA. SALLUSTI: ANCHE GRILLO E’ PREGIUDICATO
Condannato lui, condannati noi… a sorbirci ore di approfondimenti televisivi e commenti sulla sentenza definitiva emessa oggi a carico di Silvio Berlusconi. Nell’ambito del processo Mediaset, l’ex premier è stato condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale, mentre andrà ridefinita in Appello la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Dopo la parola dei giudici, ecco quella dei soloni da talk show: il prime time odierno, infatti, è stato stravolto dal verdetto della Cassazione e le principali emittenti hanno dato spazio ai programmi giornalistici. In serata, a sorpresa, lo stesso Berlusconi è apparso in tv con un videomessaggio dai toni combattivi (potete vederlo sotto).
“La sentenza mi rende sempre più convinto che una parte della magistratura sia un soggetto irresponsabile” ha detto il Cavaliere, parlando di “azione condizionata e fuorviante” commessa dai giudici ai suoi danni a partire dal ‘92-’93. “Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi che non avevano fondamento” ha aggiunto l’ex premier, il quale ha poi rilanciato l’idea di rimettere in piedi Forza Italia con l’obiettivo di realizzare alcune riforme necessarie, a partire da quella sulla giustizia. Infine, Berlusconi si è detto fiero della sua carriera imprenditoriale e si è dichiarato pronto a continuare la propria battaglia.
Le sue parole, trasmesse in diretta tv, sono state subito commentate nei programmi d’approfondimento in onda, a cominciare da Porta a Porta. Nel salotto di Bruno Vespa, sono intervenuti tra gli altri il direttore del giornale Alessandro Sallusti – il quale ha ricordato che “anche Grillo è pregiudicato” – Antonio Polito e Maurizio Gasparri ma anche Pierferdinando Casini, un evergreen sempre pronto all’uso. Anche Rete4 ha raccontato a modo suo la sentenza di Cassazione sul processo Mediaset, con uno spazio giornalistico e di commento che ha occupato tutto il prime time.
PROCESSO MEDIASET: BERLUSCONI CONDANNATO, INTERDIZIONE DA RIDEFINIRE
Condannato ma non interdetto. Silvio Berlusconi è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv Mediaset. Annullata invece la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che dovrà essere riesaminata dalla Corte d’Appello di Milano. Questa la sentenza emessa poco fa dalla Corte di Cassazione dopo sei ore e mezza di Camera di Consiglio. La lettura del dispositivo – accompagnata da una forte attesa mediatica – è avvenuta in diretta tv, in collegamento dall’aula Brancaccio del Palazzo di Piazza Cavour a Roma. Silvio Berlusconi, principale imputato del processo Mediaset, ha seguito il pronunciamento del verdetto dalla residenza di Palazzo Grazioli, assieme ai suoi più fidati collaboratori.
La sentenza, dunque, si è fatta parecchio attendere, e col passare delle ore nei dibattiti tv si è cercato di interpretare il motivo di una tale dilatazione dei tempi. In particolare, i vaticini più prolissi sono avvenuti su La7, dove Enrico Mentana ha condotto uno speciale a partire dal primo pomeriggio. Nel frattempo, al Palazzaccio, i giudici erano chiamati a vagliare i ricorsi presentati contro le condanne inflitte in Appello a Silvio Berlusconi (4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici), per frode fiscale, agli ex manager di Mediaset, Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi), e al produttore cinematografico Frank Agrama, condannato a tre anni.
Ora, dopo tante parole ed altrettanti commenti spesi senza che vi fosse una notizia vera e propria, è arrivato il momento di analizzare i fatti e gli eventuali risvolti politici di questa sentenza. Su Rainews24, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ha parlato di “accanimento giudiziario che dura da 18 anni”, evidenziando la possibilità che ora l’alleanza di governo vacilli. Su La7, invece, Marco Travaglio si è soffermato sulla condanna definitiva inflitta all’ex premier e si è domandato se sia ancora accettabile la sua presenza in Parlamento.