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In M c’è del genio

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

17/01/2025 - 15:38

In M c’è del genio

© US Sky

3.6 /5

Ci sono serie che nascono tra le polemiche, destinate a fare a loro volta polemica. Potrebbe dunque sembrare che la loro identità nasca e muoia in questo cerchio perpetuo, ma nel caso di M – Il Figlio del Secolo sarebbe un grave errore fermarsi a ciò.

La serie Sky tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati – il primo di una saga lunga quanto sarà lunga la serie, con ogni probabilità – di fatto non accontenta nessuno. Né coloro che vorrebbero evitare di gettare ulteriore fango sulla figura di Benito Mussolini, perchè di fatto la ridicolizza, nè tantomeno i suoi detrattori, che ne sottolineano l’eccessiva esaltazione.

Ebbene, nessuno ha torto o ragione, perchè M è tutto e il contrario di tutto: è un’opera visionaria, a tinte forti, che spiazza e gioca sui contrasti, mettendo al centro del racconto un “eroe” tradito proprio da quei tratti che dovrebbero renderlo vincente.

M – Il Figlio del Secolo: sorprendenti interpreti e registro

Quanto più il protagonista parla a cuore aperto in camera e mostra quelli che sono stati i suoi punti forti, quelli che gli hanno permesso di cambiare la storia del nostro Paese, tanto più il pubblico si allontana da lui, inorridito da comportamenti e atteggiamenti respingenti. Il giudizio si cela dunque in quell’apparente e assai credibile mancanza di giudizio, il che è geniale.

Il lavoro compiuto da Luca Marinelli è straordinario e per lui, da sempre attore fin troppo impegnato, quello di Mussolini viene ad essere il ruolo più pop interpretato nel corso della propria carriera. Ma anche gli altri interpreti tirano fuori corde nuove, finora sconosciute, sorprendendo lo spettatore a più riprese.

Il registro è imprevisto e imprevedibile, dissonante, così come la musica, che spezza la narrazione e la canalizza in un percorso ogni volta diverso. E, questioni storiche ed ideologiche a parte, tutto questo rende l’insieme provocatorio e piacevolmente irriverente.

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