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Atrapados, un’ingenua ma interessante indagine giornalistica sull’adescamento
di Stefania Stefanelli
28/03/2025 - 13:03
© Netflix / Cleo Bouza
3.2 /5
Non c’è due senza tre: dopo gli ultimi tiepidi esperimenti di serie tv tratte dai romanzi di Harlan Coben, Netflix con Atrapados – In Trappola riesce finalmente a mettere su un accettabile mix di pathos e azione. Peccato che cada sempre nello stesso errore: puntare su una protagonista non all’altezza.
La storia parte dalla più immonda attualità: un uomo maturo che adesca giovani adolescenti nella chat di un videogame e poi, una volta carpita la loro fiducia, le attira in trappola per violentarle. Ad indagare sul caso Ema Garay (Soledad Villamil), una giornalista dal passato doloroso ed un figlio che è costretta a crescere da sola.
Atrapados, serie drammatica ma vivace
L’incontro con l’insospettabile Leo (Alberto Ammann), con il quale si creerà una grande intesa, rappresenterà per lei l’inizio di un percorso pieno di gravi errori di valutazione, che metteranno in pericolo altre ragazze e la sua stessa vita. Ema pecca di ingenuità in diversi momenti e per questo risulta difficile immedesimarsi in lei e nella sua avventatezza, tuttavia paga a dovere i propri scivoloni e per questo nella narrazione viene mantenuto un sano e realista equilibrio.
Ma attenzione: quasi nulla è come sembra e i colpi di scena proseguiranno fino alla fine, rendendo l’insieme vivace nonostante la serietà dell’argomento. E, cosa da non sottovalutare, non si scade nella recitazione troppo marcata che tipicamente contraddistingue i prodotti argentini.
Se dunque Missing You era ben congegnata sul versante dell’indagine ma priva di carica emotiva, mentre Un solo sguardo presentava una trama troppo complicata e mal spiegata, Atrapados – basata sul romanzo Caught di Coben – regge per tutti e sei episodi lasciandosi guardare con piacere.