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SANREMO HORROR STORY: MARINELLA, MA CHI TE LO FA FARE DI SCOPARE SUL PALCO?

di Domenico Marocchi

13/02/2012 - 17:29

SANREMO HORROR STORY: MARINELLA, MA CHI TE LO FA FARE DI SCOPARE SUL PALCO?

Marinella

La domanda è secca. Durante una performance, qualcuno ha mai scopato sul palco dell’Ariston? No, dimenticate il video hard di Belen Rodriguez e toglietevi  dalla testa un’orgia di gruppo con i direttori d’orchestra. L’artista che per prima si mise a ramazzare a Sanremo fu l’eclettica Marinella, sensuale quanto una Rosy Bindi vestita da Sbirulino. Era il 1981 e l’edizione di quell’anno era presentata da Claudio Cecchetto, Eleonora Vallone, Nilla Pizzi e Franco Solfiti. Un quartetto così omogeneo ed affiatato da far rimpiangere la conduzione nonsense dei quattro figli d’arte (Celentano, Dominguin, Quinn e Tognazzi, edizione 1989).

Con un terribile fiocco giallo, calzini color canarino e un completino quadrettato degno del peggior grembiule di Casa Clerici fa la sua apparizione sul palco Marinella, cantante bolognese che vanta la stessa acconciatura di Riccardo Cocciante. Definita un’artista disimpegnata, comica e quasi goliardica, Marinella si fa accompagnare nella sua performance trash da una scopa, un giocatore di football americano, due pensionati e una futura acquirente degli abiti sottoveste disegnati da Valeria Marini. Tutti assieme eseguono una coreografia così impegnativa che al confronto il balletto di “Ai se eu te pego” è il “Lago dei Cigni” di Ciaikovskij.

Il pezzo si apre con una frase alla Flavia Vento e con l’intenzione di “far guerra alla guerra” (per la serie “sono per la pace e per questo ti corco de botte”) e prosegue con un profetico “mi piacerebbe capire più di niente, quando un ministro parla alla gente”. Ecco, cara Marinella, saranno passati anche 31 anni, ma ti garantiamo che è meglio non capire un tubo dei discorsi dei membri del governo piuttosto che decifrare frasi tipo “chi si laurea a 28 anni è sfigato”, “il posto fisso è un’illusione” e “i giovani vogliono stare con mamma e papà”.

Fra una scopata e l’altra la nostra amata cantante conclude la sua esperienza al Festival agguantando un discreto settimo posto. Inciderà, sempre nel 1981,  la sigla della prima edizione di “Bim Bum Bam” e sarà ad un passo dal dare la voce alle sigle dei cartoni animati di Canale 5, ruolo poi affidato a Cristina D’Avena. Dopo il 1985 di Marinella si perdono le tracce, evidentemente deve aver preso sul serio il suo “lascia stare, ma chi te lo fa fare” e ripetendoselo come un mantra ha abbandonato definitivamente le scene. Se lavorasse in un’impresa di pulizie sarebbe il massimo e nessuno potrebbe dire che “Sanremo è solo una fabbrica di illusioni”. Sciarelli, ce la trovi?

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11 commenti su "SANREMO HORROR STORY: MARINELLA, MA CHI TE LO FA FARE DI SCOPARE SUL PALCO?"

  1. Beh... io fra i tanti, citerei tale Santandrea con "La fenice" scritta da Enrico Ruggeri presentata a Sanremo nell'85 o 86!!! ;-)

  2. JO SQUILLO BALLA ITALIANO (SANREMO 1993) JO SQUILLO ME GUSTA IL MOVIMENTO (SANREMO 1992)

  3. JO SQUILLO BALLA ITALIANO (SANREMO 1993) JO SQUILLO ME GUSTA IL MOVIMENTO (1992)

  4. w il piccione di povia dove lo mettiamo?

  5. ahahhahahahahha ma quanto è treshosa sta tizia...

  6. Antonio: vogliamo parlare di "Single" di Danny Losito con le Las Ketchup? Un incubo.

  7. mah a me non dispiace dai. più che altro posterei il duetto delle sorelle boccoli che cantano stella,oppure pupo e yossoun dour,con una canzone davvero oscena,a livelli di italia amore mio

  8. Ricordavo più la canzoncina che la cantante. Apparteneva a quel filone che cercò, a partire dalla fine degli anni '70 di ritagliarsi uno spazio fra canzone d'autore magari impegnata politicamente e canzonetta sanremese. Il padre nobile fu, secondo me, Rino Gaetano, ma chi tentò di continuare su quella strada non ne fu certamente all'altezza, come dimostra questo brano.

  9. Le facce sulla scopa! Il top. Poi uno si chiede come fa certa gente ad amare gli anni '80! Sinceramente? La canzone è carina e molto catchy. La adoro.