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Prix Italia, Casellati contro i tele-virologi: «Affollamento mediatico, hanno detto tutto e il contrario»
di Marco Leardi
14/06/2021 - 18:25

“Un affollamento mediatico di esperti e virologi” ha creato confusione e alimentato il ‘fai da te’ dei cittadini. La denuncia della Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, è arrivata durante l’odierna inaugurazione del Prix Italia 2021. Dai microfoni della manifestazione organizzata dal servizio pubblico, la seconda carica dello Stato ha lanciato un richiamo forte, che ci saremmo aspettati di sentire già nei mesi scorsi, prima che il fenomeno dei tele-virologi esplodesse con picchi di protagonismo e di presenzialismo insostenibili.
“Una informazione non gestita e discorde rischia di alimentare confusione, incertezze e instabilità. Come è avvenuto, ad esempio, in questo terribile anno di pandemia e isolamento con un affollamento mediatico di esperti e virologi, che hanno detto tutto e il contrario di tutto su pretese basi scientifiche e che, nella loro contraddittorietà, hanno finito con l’alimentare il ‘fai da te’ dei cittadini“
ha affermato Casellati, evidenziando un fenomeno pernicioso ormai ben noto ai fruitori dell’informazione. E per certi versi, assecondato dagli stessi virologi. Prestando il fianco a certe semplificazioni mediatiche – e televisive nello specifico – alcuni esperti hanno infatti accettato di venire etichettati come rigoristi o permissivisti, chiusuristi o favorevoli alle riaperture. Un manicheismo poco scientifico nell’ambito del quale, nel frattempo, il pubblico ascoltava dichiarazioni contrastanti tra loro, slanci in avanti e smentite, asserzioni probabiliste fondate spesso sull’impressione del momento.
La problematica in questione è stata portata nuovamente all’evidenza con l’avanzare della campagna vaccinale, come evidenziato dalla stessa Casellati al Prix Italia.
“Un’opportunità per liberarci dall’incubo del Covid – ha affermato la Presidente del Senato – ha invece rischiato di essere gravemente compromessa da notizie che, specie per i toni allarmistici con cui spesso venivano divulgate, hanno provocato dubbi e paure, condizionando persino, in molti casi, la scelta di non vaccinarsi“.
Parole che arrivano forse fuori tempo massimo, ma che suonano anche – visto il contesto in cui sono state pronunciate – come un’esortazione nei confronti del prossimo CdA Rai (e, per contro, richiamo per quello uscente). Il fenomeno, va però sottolineato, non riguarda solo il servizio pubblico ma è esteso a tutte le emittenti e a tutti i programmi d’informazione, che in alcuni casi si sono addirittura presi un ‘virologo di riferimento’.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, l’auspicio è che il pubblico abbia sviluppato gli anticorpi anche contro il proliferare spesso non necessario dei tele-virologi.
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Dobby dice:
Speriamo valga come editto bulgaro!