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«Non è L’Arena», però ci somiglia. Giletti mattatore su La7, ma con lo sguardo alla Rai

di Marco Leardi

13/11/2017 - 10:23

«Non è L’Arena», però ci somiglia. Giletti mattatore su La7, ma con lo sguardo alla Rai

Massimo Giletti, Non è L'Arena

Non è L’Arena, ma ci assomiglia moltissimo. I toni battaglieri e volutamente indignati sono ancora quelli: la drammaturgia non è cambiata. E anche il conduttore è il medesimo. Sempre lui, il mattatore con lo sguardo da piacione. Stavolta però siamo su La7 e di mezzo c’è stata una fragorosa rottura con la Rai. Massimo Giletti la rievoca subito, sin dai primi minuti del debutto, nel corso di un commosso ed efficace monologo che forse avrà fatto pentire qualcuno a Viale Mazzini rispetto alla decisione di far fuori il brizzolato presentatore.

Quando uno entra in una tempesta spera solo di attraversarla e fare in fretta” ha esordito Giletti, apparendo solo sulla scena. Il conduttore, che su La7 ha ritrovato il proprio piglio e pure quel narcisismo in realtà mai sopito, ha poi fatto riferimento al giorno in cui si consumò il suo addio alla Rai e ai pensieri che accompagnarono quella decisione:

Dirò sempre grazie all’azienda che continuo ad amare e amerò per sempre. Grazie perché mi ha dato tante possibilità. In quell’azienda sono entrato ragazzo e ne sono uscito uomo e giornalista. Gior-na-li-sta: vorrei fosse chiaro. Forse qualcuno non l’aveva capito“.

La puntata ha poi avuto inizio con un’inchiesta su Giancarlo Tulliani, sul cui arresto la trasmissione ha mostrato materiale e testimonianze. E qui Giletti ha saputo costruire una buona narrazione televisiva attorno ad una vicenda che da tempo non destava più alcun interesse. Con abilità, il conduttore ha giocato bene le sue carte e nel corso della serata ha sparato alcuni scoop, come quello sulle pressioni che l’allora Presidente della Camera Gianfranco Fini avrebbe fatto sulla Rai proprio per conto del futuro cognato Tulliani.

Col passare dei minuti l’emozione del debutto si stempera e Giletti scende nell’Arena, sfoderando gli sguardi ammiccanti, le pose da matador e pure le intemerate che già – e per altri argomenti – gli avevano procurato fortune in Rai. Massimo ci sa fare, quella è la sua materia: il conduttore si prende quindi la scena, ma ha la coda dell’occhio rivolta spesso al passato. Ogni due per tre allude infatti ai suoi screzi con i vertici del servizio pubblico e, si sa, il troppo stroppia. Così l’effetto tele-martire, anche se non voluto (o forse sì?), è sempre dietro l’angolo e rischia di irritare.

Mollata la frizione, il ‘Gilettone’ fa crescere i giri del motore e si butta sul vero core business delle sue trasmissioni: le pensioni ed i vitalizi. Alè. La discussione cresce di tono e il racconto televisivo si gioca sui contrasti. Da una parte il panettiere Mauro Guidi, dall’altra il sindaco di Olbia, entrambi già ospiti de L’Arena – versione Rai – nello scorso febbraio. Per la serie, a volte ritornano (da Giletti, ovviamente). In studio c’è pure Klaus Davi, tuttologo noto per i toni oltremodo polemici e per l’inutilità di certi suoi interventi.

Sul finale arriva Lele Mora e si discute di molestie nel mondo dello spettacolo, argomento che ormai è diventato un vero e proprio genere. Buona la prima per un programma che ha dato prova di una discreta costruzione complessiva, pur rivelandosi una semplice ma comprensibile riproduzione de L’Arena in scala Rai1:La7 (con ospiti debolucci rispetto a quella che doveva essere una grande premiere).

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13 commenti su "«Non è L’Arena», però ci somiglia. Giletti mattatore su La7, ma con lo sguardo alla Rai"

  1. Grazie @ Pongo&Peggy Sono d'accordo anch'io su quello che scrivi,anche sulla seconda parte e ,come dice giustamente oggi Nancy Brilly intervistata sull'argomento 'molestie' ,sulle tante : Heidy e le caprette che fanno ciao Ciao

  2. Luca del commento 6. che non so quale Luca sei ..... ;-) .... son d'accordo con te. Personalmente considero Giletti un demagogo montato, narcisista, e ipersopravvalutato. Purtroppo la Rai mandandolo via in quel modo ne ha fatto un martire. I 4 milioni di abbioccati post pranzo della domenica che lo seguivano su Rai1 son quelli che al bar o sull'autobus straparlano di pensioni d'oro, indennità, dipendenti pubblici fannulloni e furbetti del cartellino, e pensano (o fa comodo loro pensare) che i problemi siano questi, perchè in fondo puntare il dito su certe categorie che sono sempre quello è un ottimo oppio dei popoli e delle coscienze. Per anni e anni a L'Arena non si è mai parlato d'altro, con un livello del dibattito che se ne sentiva di migliori al bar nella piazza del paese. I problemi dell'Italia son ben altri (quelli che ha detto Luca ai quali aggiungerei anche un sistema giudiziario da medioevo), ma è meno facile parlarne. Non lo guardavo prima e non lo guarderò adesso, sai che me ne faccio dello "scoop" su un Tulliani di cui si sa tutto da anni immemori. Poi, si potrebbe obiettare che guardare la giornalista con marito notoriamente "sensibile al fascino femminile" che intervista il regista notoriamente "sensibile al fascino delle attrici" e vederli parlare delle molestie nel mondo dello spettacolo come se fossero lei Alice nel mondo delle meraviglie e lui Forrest Gump, non sia uno spettacolo migliore di quello che offriva L'Arena. Ma questo è un altro discorso.

  3. Ma perché a La7 c'è qualche programma che non è stato copiato dalla Rai..

  4. @ Roxy Io sono un altro Luca Ce n'è più di uno :) Io sono quello che spesso ti dà ragione E' vero,4 ore di chiacchiere sono troppe Ne basterebbero 2 ma più dense di contenuti,però in questo modo racimolano più soldi di raccolta pubblicitaria Comunque va bene tutto,però puntare sempre sulle pensioni d'oro dei politici,sulle indennità milionarie ,mi pare troppo poco e dopo un po' stanca perchè ripetitivo Come se l'Italia andasse male per questo motivo L'Italia è distrutta dalla criminalità organizzata,dalla corruzione e dall'evasione fiscale

  5. @Luca: caspita, abbiamo scritto praticamente la stessa cosa contemporaneamente, mitico!

  6. Mancava di ritmo, hanno annacquato troppo le discussioni. Bene la presenza in studio di Davi e Bongiorno. Il prodotto resta complessivamente ancora valido.

  7. la trasmissione è senz'altro troppo lunga, iniziare alle 20.30 (saltando pure il preserale) e finire a 00.30...quattro ore (che poi sono quattro ore di chiacchiere) stenderebbero un cavallo!! Ricordiamoci che l'Arena che funzionava su Rai1 era una parte compressa in un 1ora...perchè già la seconda parte aveva la flessione forte degli ascolti

  8. GILETTI? E`IL CLASSICO EGOCENRICO,CHE SI CREDE DI AVER INVENTATO LA TV. MA VA FAN KUKLO MAKKO

  9. giacomo bartoluccio dice:

    è praticamente uguale, io l'avrei riproposta al pomeriggio di domenica. e' un programma di rai1 catapultato su la7 in prima serata, contro Fazio e soprattutto le iene, quindi se raggiungerà il 4% sarà un miracolo

  10. Mo’ pure a La7 farà 4 milioni di spettatori. See, in un paio di stagioni. Complessivamente. Forse.