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MATRIX: ALESSIO VINCI LO PREFERIAMO “ON THE ROAD” PIUTTOSTO CHE “IN CATTIVITA'”
di Eugenio Viterbo
07/10/2009 - 11:17

E’ al timone di Matrix da pochi mesi, ma, nonostante tutti gli sforzi ed i rinnovamenti anche grafici apportati, c’è ancora qualcosa di Alessio Vinci che non ci convince. Sarà il suo piglio anglosassone, saranno i suoi modi (troppo?) garbati, sarà la sua mancanza di polso ad ogni accenno di telerissa, ma l’ex giornalista della CNN ci sembra, a volte, un pesce fuor d’acqua.
Ciò è accaduto anche ieri sera, quando nel salotto della seconda serata di Canale5 si parlava del mega-risarcimento di 750 milioni di Euro che Fininvest è stata condannata a pagare alla Cir di De Benedetti, in un clima di scambi di opinioni tra gli ospiti presenti “riscaldato anzi surriscaldato“, che si respirava oltre che nel nostro Paese – come ha precisato lo stesso Vinci – anche in studio. E confusione al seguito.
Il lodo Mondadori diventa più volte il lodo Alfano, un reato prescritto per il conduttore è sinonimo di proscioglimento tout court, una decisione in primo grado risulta eccezionalmente immediatamente esecutiva, mentre gli ospiti continuavano ad accavallarsi e lui stava lì a provare a prendere la parola. C’è davvero qualcosa che non va nel nuovo Matrix. Proprio a partire dallo stesso Vinci.
L’esperienza internazionale, infatti, spesa tra Mosca, Belgrado, Berlino, l’Afghanistan e New York, non fa di lui un vero e proprio anchor-man. I nostri salotti televisivi, infatti, specie quelli politici, sono troppo incandescenti, con dinamiche di dialogo ai limiti ed oltre della buona educazione: ieri c’era il Ministro Gasparri a briglia sciolta, al quale dover elemosinare la parola; l’altra sera, invece, una dei familiari delle vittime del massacro del Circeo che urlava, letteralmente, in tv tutto il suo dolore. Nel mezzo sempre lui, Vinci, imbarazzato e, al contempo, spaesato.
Ma non per demeriti personali, quanto per il tipo di dibattito all’italiana che lascia poco spazio alla scaletta e molto, troppo all’improvvisazione del momento, quando c’è da riportare la discussione sui giusti binari o accendere la miccia in studio senza far sì che la bomba, poi, effettivamente scoppi. Quell’effetto “elastico”, insomma, che, con buona dose di sangue freddo e quel pizzico di malizia, rende lo scambio di opionioni, ancorché diametralmente opposte, fluido ed interessante.
A noi, però, soprattutto, sembra che Alessio Vinci non viva la sua dimensione ideale in studio, dove ci appare in cattività, come un animale in gabbia. Solo due sere fa, infatti, lo abbiamo visto, t-shirt e microfono alla mano, scendere sul campo, nel Messinese, ed intervistare gli sfollati post-alluvione. Con fare mai pruriginoso ma rispettoso nei riguardi delle vittime, sia di chi aveva perso una casa o una attività e sia di chi, invece, un vicino o un familiare. E, poi, raccontare, in maniera estremamente naturale, quanto era accaduto. Con fare asciutto e senza sensazionalismi.
Questo il Matrix che vorremmo vedere, l’identità che vorremmo acquistasse, prima di una sua triste involution, come uno dei tanti salotti che affastellano il nostro piccolo schermo.
Questo è il Vinci che ci piace: meno impantanato e più presente, meno cerimoniere e più a stretto contatto, dentro le storie. Un saluto, Alessio: Thank you, good night & see you soon. On the road, we hope.
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docaccia dice:
Ieri sera Alessio Vinci è stato molto partigiano come non lo è stato mai in passato nei confronti del suo editore.....
Eugenio Viterbo dice:
@ William: Io lo lascerei dov'è, ma farei un Matrix on the road sempre ed ove possibile: giova a noi da casa, che respiriamo aria di novità, ed allo stesso Vinci, più a suo agio. Anche fra la gente, stile Samarcanda che fu. P.S. Certo, anch'io preferirei Mentana per l'ironia ed il piglio fermo.
William dice:
Proprio mesi fa scrissi a tal proposito che Vinci fece un ottima puntata in diretta da L'Aquila in occasione del tragico terremoto Conocordo anche io sul Vinci On The Road ma Matrix non gli si addice per nulla E tempo fa scrissi sempre che secondo me il reintrego di Mentana sarebbe la miglior soluzione A Vinci vedrei benissimo un programma come Terra Che ne pensate???
Eugenio Viterbo dice:
@ BIG SISTER: Idem. Io i salotti, ormai, non li seguo più. La puntata di Messina, invece, mi ha appassionato.
Eugenio Viterbo dice:
@ Peppe: Come pochi mesi fa, le puntate fra i terremotati. Vinci è davvero bravissimo on the road, ma in studio, a Matrix, bisogna saper tirare l'elastico: scaldare gli animi e calmarli assieme.
BIG SISTER dice:
ha un sacco di fascino vinci e vederlo sul campo è sicuramente più bello che vederlo ingessato in studio!!!!!!!!! ma perchè non fare un programma di inchiesta sempre sul campo come avviene negli stati uniti?????? mandatelo in giro, fategli fare il suo lavoro, le inchieste vere..... basta con questi salotti dove ognuno dice sempre le stesse cose trite e ritrite!!!!
Peppe dice:
Puntata bellissima quella da Messina, VINCI ha dimostrato tutta la sua professionalità! E' un bravissimo giornalista, ma concordo, forse MATRIX non è proprio il contesto che più gli si addice!
Eugenio Viterbo dice:
@ erodio 76: Quella puntata pure, infatti.
erodio76 dice:
La puntata con Bonolis e Laurenti ha evidenziato in maniera ancora piu' evidente l'incapacità di Vinci nel gestire ospiti "difficili". Lo stesso Bonolis si chiedeva dove cavolo volesse ad andare a parare Vinci nei suoi farfugliamenti. Anch'io invece trovo la puntata on the road molto piu' riuscita. Peccato che gli ascolti non premino nè le puntae in studio nè quelle in esterna.
Hey! dice:
"e see you soon!" è meraviglioso!