E’ al timone di Matrix da pochi mesi, ma, nonostante tutti gli sforzi ed i rinnovamenti anche grafici apportati, c’è ancora qualcosa di Alessio Vinci che non ci convince. Sarà il suo piglio anglosassone, saranno i suoi modi (troppo?) garbati, sarà la sua mancanza di polso ad ogni accenno di telerissa, ma l’ex giornalista della CNN ci sembra, a volte, un pesce fuor d’acqua.
Ciò è accaduto anche ieri sera, quando nel salotto della seconda serata di Canale5 si parlava del mega-risarcimento di 750 milioni di Euro che Fininvest è stata condannata a pagare alla Cir di De Benedetti, in un clima di scambi di opinioni tra gli ospiti presenti “riscaldato anzi surriscaldato“, che si respirava oltre che nel nostro Paese - come ha precisato lo stesso Vinci – anche in studio. E confusione al seguito.
Il lodo Mondadori diventa più volte il lodo Alfano, un reato prescritto per il conduttore è sinonimo di proscioglimento tout court, una decisione in primo grado risulta eccezionalmente immediatamente esecutiva, mentre gli ospiti continuavano ad accavallarsi e lui stava lì a provare a prendere la parola. C’è davvero qualcosa che non va nel nuovo Matrix. Proprio a partire dallo stesso Vinci.