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GIRO D’ITALIA 2013: TELESPETTATORI CONTRO LA RAI PER LE DIDASCALIE IN INGLESE

Fabio Fabbretti

di Fabio Fabbretti

08/05/2013 - 11:20

GIRO D’ITALIA 2013: TELESPETTATORI CONTRO LA RAI PER LE DIDASCALIE IN INGLESE

Giro d'Italia 2013

L’ampia copertura garantita dalla Rai per la 96° edizione del Giro d’Italia, arricchita per la prima volta nella storia dalla messa in onda in alta definizione (qui tutta la programmazione in tv e qui tutte le tappe della corsa), non è bastata a soddisfare il sempre più esigente telespettatore che, ora, manifesta malcontento per le didascalie in inglese, anziché in italiano, che appaiono durante la diretta del Giro.

“Chasing group” segnala il gruppo degli inseguitori, “front of the race” la testa della corsa, “intermediate sprint” il traguardo volante, “back of the peloton” la coda del gruppo, etc… Gli storici fans della Corsa Rosa e, soprattutto, i meno “affezionati” alla lingua inglese lamentano la mancata traduzione da parte della Rai di determinate scritte, talvolta fondamentali nel comprendere certe inquadrature durante la diretta delle tappe.

Michele Acquarone, direttore generale della Rcs Sport (società organizzatrice del Giro d’Italia), si solleva da ogni responsabilità, giustificando l’utilizzo di quella che è ormai la lingua parlata in tutto il mondo e “scaricando” alla tv di Stato la decisione (non presa) di tradurre le didascalie a favore dei telespettatori:

“Il Giro è un evento internazionale che esportiamo in tutto il mondo – ha dichiarato Acquarone a La Stampa – Non possiamo pensare soltanto all’Italia. La Rai ha comunque la facoltà di tradurre, se vuole, le didascalie. Probabilmente non l’ha fatto perché sarebbe un lavoro complesso e temo anche costoso. E in tempi di crisi…”

…il telespettatore si deve accontentare. Magari affiancando al telecomando un bel vocabolario di inglese.

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22 commenti su "GIRO D’ITALIA 2013: TELESPETTATORI CONTRO LA RAI PER LE DIDASCALIE IN INGLESE"

  1. L' Iperprotezionismo linguistico potrà esistere in Francia dove sono molto nazionalisti ed in Spagna molti termini inglesi vengono non tradotti ma "adattati" alla lingua spagnola...esempio l'hot dog americano che letteralmente in italiano sarebbe "cane caldo" in Spagna lo hanno tramutato in "perro caliente" ovvero "cane caldo" per l'appunto.Sta pur tranquillo che l'iperprotezionismo non esiste certamente qui in Italia.Qui se si può si adottano tutti i termini stranieri possibili ed immaginabili.(non c'entra nulla con la lingua ma ti faccio l'esempio dell'adozione da parte nostra, da 5/6 anni a questa parte, della festa di Halloween, con zucche e mascherate varie a discapito di feste nostrane oramai scomparse tipo la Segavecchia).Quindi un pò di iperprotezionismo linguistico,e non solo linguistico, non ci farebbe certamente male.Torno comunque a ripetere che le scritte in sovraimpressione del Giro, vuoi che la gara è italiana, vuoi che la corsa si svolge in Italia, vuoi che la copertura è affidata alla RAI e vuoi per tradizione, è giusto che siano in italiano.Per quelle pochissime volte che possiamo utilizzare la nostra lingua in competizioni internazionali dimmi il perchè non la si deve usare!!!Vai a spiegare al vecchietto di 80 anni che segue il Giro che non si tratta di studiare le lingue e che sono solo un paio di parole. Ho utilizzato il termini estero "internet"...perchè non c'è un termine vero e proprio italiano.Bagarre è francese, mi scuso per questo, vuol dire "combattere...o darsi battaglia", però non l'ho utilizzato nel contesto di "scritta in sovraimpressione" ed è un termine oramai di uso molto frequente in italiano. Saluti.

  2. Luciano, l'età che c'entra? E' una questione di "siamo grandi e abbiamo ragione"? Che ragionamento moderno! Non si tratta di studiare le lingue, sono un paio di termini, eh. Per chi poi parla della Francia: non è che solo perché lo fanno loro allora sia giusto, eh. L'iperprotezionismo linguistico può diventare ridicolo (e anche tra i commenti di chi si lamenta delle scritte in inglese vedo che fioccano termini non propriamente italiani...).

  3. ...e aggiungo: perchè durante la tappa non appaiono più le altimetrie del percorso con la posizione dei corridori in tempo reale come negli anni precedenti? Anche qui una questione di lingua?

  4. per i saputelli poliglotta: c'è gente che ha sempre seguito il giro personalmente, per radio o per televisione...che voi ancora non eravate nei testicoli dei vostri padri. Gente purtroppo che non ha potuto studiare le lingue. Meritano un pò di rispetto. Che ci vuole a mettere la doppia scritta? Se proprio vogliamo essere tanto internazionali?

  5. Fabio Fabbretti dice:

    melapaul: c'è già scritto nell'articolo ;)

  6. La polemica è per l'appunto che la gara è organizzata in Italia e trasmessa da rete nazionale Italiana ed è giusto che anche le scritte siano tali, Se si considera inoltre che oltre il 60% di persone che seguono il ciclismo in Italia sono over 60 è logico comprendere le difficoltà di queste persone nel "decifrare" le didascalie in inglese.E' ovvio che imparare l'inglese non fa male, ma mettersi a sfogliare il dizionario inglese-italiano nel bel mezzo della gara è una soluzione farlocca, perdipiù non tutti a casa hanno il dizionario sopracitato, e non tutti sanno usare internet per rimediare alla cosa, oltre alla non tanto pratica cosa di mettersi a navigare in internet mentre magari avviene bagarre in corsa...La soluzione dei dizionari la si potrebbe rigirare anche all'estero,(inteso come persona), che segue la corsa. Se non capisce le didascalie in italiano potrebbe benissimo prendersi il dizionario ed imparare qualche vocabolo della nostra lingua. Ripeto...provate a vedere se i francesi mettono le scritte in inglese al Tour!!!

  7. ma che polemica è?? dai, un pò di inglese a scuola l'abbiamo studiato tutti, e comunque per quelle poche parole basta cercarle sui dizionari, s'impara subito! p.s. nell'immagine "front of the race" significa "testa della corsa"!

  8. Il "vendersi" è riferito al fatto che si tratta di semplice e puro marketing...si deve vendere il "prodotto" giro all'estero. E noi italiani siamo bravissimi a venderci...lo si denota da come sta andando a rotoli il paese.

  9. Caro Simone, parlo (e scrivo) correttamente inglese, spagnolo, francese e portoghese. Sono siciliano, e non ho mai viaggiato all'estero. Ho imparato tutto ciò che so da autodidatta, e grazie a passione ("cultura personale", di cui ormai in questo Paese bisogna vergognarsi). Tu, invece, non sai l'italiano: hai scritto APPARTE (parola che non esiste) anziché A PARTE. Cordialità.

  10. Siamo un popolo di cialtroni con nemmeno un minimo di orgoglio nazionale capaci di vendersi come delle pu...ne per denaro vedi appunto le didascalie in inglese. Col cavolo che si vedrà mai un tour de France con didascalie in inglese o altra lingua diversa dal francese.

    1. gigi: che c'entra il 'vendersi'?