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ANTONELLA CLERICI, FENOMENOLOGIA DI UN SUCCESSO NON ANNUNCIATO

di Massimo Dorati

18/02/2010 - 20:07

ANTONELLA CLERICI, FENOMENOLOGIA DI UN SUCCESSO NON ANNUNCIATO

Lasciateci cantare con la chitarra in mano sono un Italiano, un Italiano vero” . Chi non ricorda le parole della canzone di Cutugno, uno dei 3 “trombati” di questo 60esimo Festival di Sanremo, che per inciso ha fatto il giro del mondo vendendo milioni di dischi? Si, signori, milioni di dischi, non bruscolini. Per dovere di cronaca,  anni fa per vincere un Disco d’oro si doveva vendere un milione di copie, adesso per vincerne uno, seppur con la recessione, ne  bastano  quindici o venticinquemila copie. Questo per rendere l’ idea di come il mercato si sia  ridotto.

Ma non siamo qui a cantare il de profundis del mercato discografico; oggi  siamo invece qui ad analizzare  il successo ormai acclarato di questa edizione targata Antonella Clerici. Prima puntata, quasi undici milioni, seconda puntata, altro botto, stessi ascolti, che per chi si occupa di tv è quasi un miracolo, perchè, come dicono quelli che parlano bene, nella seconda puntata c’è sempre un calo fisiologico. E invece questa sessantesima edizione, seppur con un parterre di ospiti inferiore a quello di altre edizioni e con canzoni non propriamente all’ altezza, ha rifatto,  anche nella seconda puntata, un boom di ascolti. Alla faccia di detrattori, dietrologi e pessimisti cosmici.  

A questo punto ci chiediamo: ma senza ospiti importanti, senza canzoni all’altezza, senza valletti, come mai questo Festival sta avendo un successo, diciamolo (alla Fiorello-La Russa), cosi insperato? Non sarà che forse, questo successo, è tutto da attribuire  alla  Antonellina nostra, che  trasforma difetti, gaffe, mancanza di phisique du role in  valore aggiunto? Probabilmente anzi sicuramente  è cosi. Ma vediamo di capirne i motivi…

Secondo noi, l’Antonellina  Clerici dovrebbe essere scelta come testimonial per rappresentare il sistema  Italia nel mondo.  Ne è, infatti, la classica espressione vivente: adora il cibo (Lei alla “Prova del Cuoco” si rimpinzava di “mangiarini e assaggini” come farebbe chiunque), sempre a dieta e come tutti gli Italiani che si mettono a dieta, ti chiedono “hai visto come sono dimagrita?”. I suoi interlocutori preferiti, in questa sessantesima edizione del Festival? I 300 disperati, affamati e accaldati  della Giuria Demoscopica. Quando si mette a danzare, con quei vestiti di Mattiolo che sembrano le mantovane del salotto buono di casa, sembra  la fidanzata dell’Orso Yoghi. Si trova davanti la regina Rania di Giordania? E lei le chiede come prepara i biscotti al cioccolato. Annuncia i tre tenorini e se li mangia con gli occhi come se fossero i figli della sorella che probabilmente non ha.

Signori questa è Antonella Clerici, caciarona, lombarda per sbaglio, perchè, per come è, potrebbe essere nata dovunque  in  Molise, in Puglia, in Campania come in Calabria. Lei è l’imperfezione fatta a perfezione, Lei è l’Italia allegra, matronesca, caciarona  e rassicurante che ti invita a casa e ti offre il cognacchino o il limoncello.

 E, questa cosa  fa ancora più sorridere dinanzi alla scenografia avveniristica di quel fenomeno di Gaetano  Castelli, così avanti e futuristica in una edizione dal profumo e dall’atmosfera così provinciale. Antonella ha dissacrato la ritualità del Mito Sanremo rendendolo accessibile a tutti, utilizzando un linguaggio che anche le varie Sciure Pine, Santuzze e tutte  le casalinghe di Voghera  capiscono perfettamente senza far ricorso a vocabolari vari.

Tuttavia è da sottolineare un dato molto importante che fa (e farà) discutere ma soprattutto dovrebbe far riflettere: pur con una conduzione così poco “affettata  e manieristica” , in questa edizione si sta registrando una svolta epocale: l’ avvicinamento del popolo giovane che è andato a sommarsi allo zoccolo duro dei fruitori del Festival. Non crediamo sia solo la contaminazione e la conquista della ribalta Sanremese di esponenti transfughi dai vari  “Amici” o  “XFactor”, ma forse anche la scelta dei brani, degli arrangiamenti – non sempre così risconoscibili al primo ascolto, ma sicuramente piu “nuovi” e moderni – ha concorso ad allargare il bacino di utenza.   

Noi, personalmente, propendiamo per la capacità ipnotica delle meravigliose imperfezioni strutturali della conduttrice che con abilità e grande maestria è riuscita, come nel gioco delle 3 tavolette, a trasformare i difetti in pregi.

A questo punto non ci resta che dire: brava Antonella sei un’Italiana… un’Italiana vera!!!            

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22 commenti su "ANTONELLA CLERICI, FENOMENOLOGIA DI UN SUCCESSO NON ANNUNCIATO"

  1. non sono dacorto con articolo. Stesa Clerici settembre con programa "tuti pazi per le tele " fa flop. Ma anche settembre cera una "italiana vera" In realta questo anno non ce contraprogramazione.Io non sono fan di Bonolis ma Bonolis cera controprogramazione.Questo San Remo e una gara musicale ma non una show.

  2. Avoglia che continuiamo a fare finti complimenti alla Clerici, secondo me ha dimostrato in maniera lampante di non essere neppure lontanamente all'altezza dell'evento. Ridateci il matadore BONOLIS Era completamente fuori ruolo, ma la rai cerca di pompare in tutti i modi la figura che altro dovrebbe fare !!!