E’ tornato con “Furore” su Canale 5 il carrozzone di Ares film. Ieri è andata in onda la prima puntata di Furore, il vento della speranza, che proverà a tenere col fiato sospeso i fan di Francesco Testi, Massimiliano Morra, Cosima Coppola e Co. per le prossime 6 settimane, salvo variazioni. Queste fiction si sa, o le si ama o le si odia, poichè la ricetta base è sempre la stessa: ambientazione vintage ma non troppo, passioni forti, intrighi e vendette a go go, attori che si fanno notare per il tono dei muscoli più che per quello della voce, qualche morto ammazzato qua e là e l’immancabile dose di polemiche più o meno pruriginose ad accompagnare la messa in onda.
Di Furore, hanno dato fastidio, ancor prima di essere trasmesse, alcune scene che mostrano, senza mezzi termini, il razzismo ed i pregiudizi di parte della borghesia ligure degli anni ‘50 nei confronti degli immigrati meridionali. Nella prima puntata abbiamo assistito ad una scena in cui classe di V elementare accoglie la nuova compagna siciliana cantando “zulù tornatene giù“ e ad un’altra in cui Luciana (Alessandra Martines) viene invitata a non usare gli stessi servizi igienici della napoletana Sofia perchè “i meridionali portano malattie!“. Offese eccessive e gratuite? Non ci sembra. Il marcato razzismo di alcuni settentrionali (non solo liguri) è stato, e a volte è ancora, una realtà innegabile. Tuttavia anche nella fiction non si è fatto di tutta l’erba un fascio: basti pensare a personaggi come Vic e Gianluca (Tullio Solenghi) settentrionali, ma tolleranti e solidali nei confronti dei meridionali.
Amori impossibili pronti a sbocciare, i buoni, il cattivo e qualche segreto ancora difficilmente intuibile. La storia semplice della famiglia Licata, emigrata dalla Sicilia alla volta di Lido ligure, borgo fittizio della provincia d’Imperia, dove decine di meridionali cercano riscatto e integrazione, appare, almeno per adesso, più umana e credibile delle tante storie di pseudo-mafia alla quale Ares ci ha abituato. Personaggi come Concetta/Orchidea, (Cosima Coppola) con un passato oscuro alle spalle e una doppia vita di maestrina e prostituta, Irma (Giuliana De Sio), sindacalista indomita e femminista ante litteram o Sofia (Elena Russo), napoletana intelligente e solare che crede invano che un matrimonio con un settentrionale sia sinonimo di integrazione, riescono a coinvolgere e incuriosire il pubblico.
Immancabili dialoghi da sceneggiata, conditi da perle di saggezza
Certo è presto per promuovere Furore, soprattutto se pensiamo al siciliano forzatissimo (che a tratti sembra pseudo napoletano) del veronese Francesco Testi o a certi (immancabili) dialoghi in stile sceneggiata napoletana con labbra tremule e mano sul cuore, conditi da massime improbabili come quella in cui Sofia invita le sorelle a studiare, altrimenti “non uscirete dalla miseria nè mai e nè poi!“. Tuttavia, guardare almeno la seconda puntata, non ci dispiacerà. Poteva andare peggio!
1. monia ha scritto:
15 maggio 2014 alle 14:09