Stop alla produzione di Ricomincio da me, il film tv dedicato alla vita di Massimo Troisi, diretto da Luca Miniero e interpretato da Fabio Troiano, le cui riprese sarebbero partite a giorni. Ad annunciarlo sulle pagine de La Repubblica è il produttore Pietro Valsecchi.
“La preparazione del film su Massimo è stata interrotta a causa della forte contrarietà espressa dalla famiglia a più riprese. Essendo Troisi un personaggio pubblico avremmo potuto portare comunque avanti il progetto, ma questo modo di agire è contrario al nostro modo di lavorare. Abbiamo tante volte raccontato personaggi realmente esistiti ma lo abbiamo sempre fatto con l’assenso dei familiari. Se in futuro dovessero concederci tale assenso riprenderemo a lavorare su questo film.”
Trasportare in una fiction tv la vita di un personaggio realmente esistito non è mai facile, soprattutto se si tratta di persone dal forte carisma, il cui ricordo è ancora vivo non solo nei familiari, ma anche tra il pubblico che lo ha amato e seguito. Tra questi personaggi rientra certamente Massimo Troisi, il celebre attore e regista scomparso nel 1994 a soli 41 anni. Riprodurre anche in minima parte la sua personalità in un film tv pensato per il ventennale della sua morte, è apparso a tutti da subito un azzardo. Perplessità sul progetto sono arrivate anche da Lello Arena, storico amico e compagno di Troisi dai tempi del trio La Smorfia, che, in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, giudicò il progetto una strage annunciata.
“Una strage annunciata. La nostra è una vicenda così avventurosa, straordinaria, complicata, nata anche per caso. Leggerla in maniera banale come una storia di ragazzini che da piccoli giocavano a pallone e che diventano artisti è sbagliato. Se racconti questo offendi la qualità del guizzo geniale che la vita può avere, a prescindere da noi. Se vuoi raccontarla devi narrare lo straordinario.”
Come sottolineato da Valsecchi, ad aver spinto la produzione a fare un passo indietro, è stato il mancato assenso dei familiari dell’attore. Sempre sulle pagine de La Repubblica, Rosaria Troisi, sorella di Massimo, spiega il perchè la famiglia ha preferito non approvare il progetto del film tv.
“Non vogliamo che Massimo venga massacrato, non si può difendere. Si è avviato questo progetto in fretta, ma va rispettato il suo spirito umano e artistico. Non sono contraria all’idea di una fiction in sé, ma così com’è non poteva andare. Abbiamo chiesto noi di visionare la sceneggiatura. L’abbiamo fatto attraverso mio nipote, che fa l’avvocato. L’abbiamo trovata per dirla in maniera elegante, non corrispondente. Non ci abbiamo ritrovato Massimo. Quando finì la lavorazione del film Il postino, salutò tutta la troupe dicendo: “Ricordatevi di me”. Per la famiglia è importante che sia ritratto col rispetto che merita. Gli hanno voluto bene in tanti, non vogliamo che venga tradito a vent’anni dalla morte.”
Non è la prima volta che i familiari di personaggi trasportati sul piccolo schermo con delle biografie televisive, lamentano la mancata corrispondenza tra fiction e realtà. Trai i casi più recenti si ricordano le pesanti critiche delle figlie di Enzo Tortora nei confronti del biopic Il Caso Enzo Tortora – Dove eravamo rimasti?, incentrato sulla vita e le vicende giudiziarie del celebre conduttore tv. Proteste, e addirittura una sospensione cautelativa della messa in onda, riguardarono invece la miniserie Tiberio Mitri – Il Pugile e la Miss, annullata a poche ore dalla tramissione per volere della famiglia del pugile, ed in seguito, calmatesi le acque, trasmessa da Rai1.
1. Giuseppe ha scritto:
2 novembre 2013 alle 15:28