Si deve difendere su due fronti Corrado Formigli, all’indomani dello scoop di Piazza Pulita legato alle dichiarazioni rubate al grillino Giovanni Favia, profeta ‘distruttore’ della favola dei Cinque Stelle, o almeno così sembrava. Da un lato Beppe Grillo, dall’altro una breccia interna all’informazione culminata con un interrogativo, in pieno tg, del direttore Mentana sulla correttezza deontologica delle dichiarazioni rubate.
Possibile anche che quella del riccioluto Enrichetto fosse solo un atto di coscienza o di onestà intellettuale e che le voci che già parlano di divisione interna con una predilezione verso i lidi santoriani siano solo fantapolitica giornalistica. Formigli affida però al suo social account una breve replica per mettere a tacere le polemiche sul ritardo di messa in onda del servizio rispetto alla data effettiva di realizzazione e sull”accusa’ di congiura concordata, avanzata in queste ore da Grillo.
”L’ipotesi, pubblicata da www.beppegrillo.it, che l’intervista di Piazzapulita a Favia sia concordata e fintamente “rubata”, è totalmente falsa.”
La ‘congiura’, secondo Grillo, coinvolgerebbe in qualche modo anche Luca Telese. Rompendo il silenzio e gli indugi il comico genovese ricostruisce i fatti della puntata di giovedì in questi termini:
”Telese “tira la volata” al filmato per tutta la serata, cercando di stare sempre ben sull’argomento “Casaleggio” e lo fa anche dopo, affermando che Favia va lasciato stare e ci si debba concentrare sulla mancanza di democrazia denunciata nel fuori-onda e sulla pericolosità della presunta leadership milanese. Il suo giornale online pubblica un articolo completo sulla clip già alle 22.23, mentre il tutto va in onda alle 22.27 con le rivelazioni che passano su LA7 alle 22.28: preveggenza o più semplicemente preparazione adeguata del pezzo?”
Sul fuorionda invece:
”Favia fa capire chiaramente che parlerà a fari spenti, davanti ad un caffè… solo che lo fa capire a telecamera accesa! Ora, è abbastanza chiaro che se una persona ha rivelazioni scottanti da fare non lo annuncia palesemente; se invece vuole convincere lo spettatore che gli ruberanno parole in libertà senza che lui lo voglia realmente, allora lo prepara facendo intendere che, da lì in poi, non sarà consapevole di quello che si sentirà, che non si renderà conto di parlare ad un microfono aperto.”
E ancora:
Incredibilmente l’audio del fuori-onda è perfetto: non ha nulla a che fare con servizi “rubati” nel passato delle trasmissioni di cronaca in TV. Non è frutto del lavoro di un microfono nascosto (stile Iene), né di quello montato sulla telecamera, altrettanto poco preciso. Sicuramente il microfono in questione è il “gelato” che si intravvede in mano a Pecoraro al secondo 46-47-48 della clip ed è posizionato anche molto vicino all’intervistato, tanto da non essere minimamente coperto dai rumori di fondo, anche se molto vicini. Le parole sono scandite bene, chiare e perfettamente intellegibili; il montaggio è perfetto, le domande del giornalista sembrano più assecondare il racconto che poste per avere risposte precise. Tutto l’audio viaggia fluido fino al minuto 1,44 dove il montaggio si lascia scappare il rumore di uno spegnimento/riaccensione del microfono, impercettibile, ma chiaro. Perchè si spegne/riaccende un microfono se è un fuori-onda “rubato”?
A pensar male si fa sempre bene? I dubbi di Grillo, vista la serie ineccepibile di stranezze che nota, possono risultare legittimi. E’ veramente un gioco al massacro quello che si sta perpetuando contro la novità politica dell’antipolitica, come recentemente sostenuto dal comico in un attacco ai media, a suo dire responsabili di un gioco sporco per non destabilizzare lo status quo partitico?
Ammesso e non concesso tutto le parole di Favia pendono comunque sull’immagine della trasparenza e della rivoluzione grillina, specie se arrivassero prove concrete di quanto dichiarato. Ma in Italia non è una novità il perdersi dietro alla forma delle rivelazioni, piuttosto che all’interno dei contenuti.
1. eldegge ha scritto:
9 settembre 2012 alle 13:17