31
luglio

CHARLIE GNOCCHI A DM: “IN TV POTREI FARE DA SPALLA AD ALESSANDRO GRECO. LAVORARE CON MIO FRATELLO GENE? DA PARTE SUA C’E’ SEMPRE UN FRENO”

Charlie Gnocchi

Cosa fare da grande, Charlie Gnocchi non lo ha ancora deciso. Intanto, mentre ci pensa, si diverte ad indossare i panni del comico, dell’intrattenitore, del musicista, del cantautore, dello scrittore di libri… Artista a tutto tondo, il fratello minore di Gene segue con particolare interesse il mondo della satira ed il pubblico televisivo lo conosce anche come Mister Neuro, l’irriverente inviato di Striscia la Notizia che va a caccia di sprechi. Il suo grande amore, però, resta la radio: ogni venerdì, sabato e domenica (dalle 11.00 alle 13.00) conduce su Rtl102.5 il programma “No Problem, W l’Italia” in coppia con Alessandro Greco. Un’esperienza, questa, che lo stesso Charlie ci descrive come all’insegna del sorriso:

Con Alessandro cerchiamo di fare un programma un po’ scanzonato, senza grosse pretese né comiche né di contenuto. Proviamo sempre a coinvolgere il pubblico con una conduzione a due che sia divertente e abbiamo la sensazione che gli ascoltatori apprezzino, perché siamo in sintonia con i ‘very normal people’. Diamo spazio alla gente e cerchiamo di intercettare l’umore dell’Italia di questi giorni.

E che umore percepite dai vostri microfoni?

I media dipingono la situazione collegandola ai grandi eventi, ma le persone normali cercano sempre di fare una vita legata alla quotidianità, alle cose semplici. Tutto sommato è un’Italia che cerca di sfangarla. L’umore degli ascoltatori di Rtl è abbastanza buono perché la radio si propone di tenere compagnia senza impensierire troppo. Per questo noi spesso ci allontaniamo dai grandi temi sociali che potrebbero preoccupare oltremodo un italiano già affannato dalla crisi. Abbiamo il compito di sfatare questo periodo un po’ buio.

Il punto di forza del vostro programma sembra sia la spontaneità…

Sì, anche se in verità io e Greco ci prepariamo sempre, cerchiamo gli argomenti o inventiamo dei tormentoni. A volte scherziamo un po’ sulle notizie, le sdrammatizziamo, parliamo anche di musica. La nostra forza è che abbiamo due voci diverse e siamo in sintonia su questo cazzeggio radiofonico di arboriana memoria. Mettiamo a frutto le nostre doti di intrattenitori.

La conduzione in coppia con Alessandro Greco sembra funzionare: non ti piacerebbe riproporla anche in tv?

Sì, assolutamente. Lui è il prototipo del bravo presentatore anche un po’ affettato nel linguaggio, ha doti di comicità e sa anche cantare. Io invece sono più irruento e la coppia potrebbe funzionare proprio per questa diversità: lo abbiamo già testato dal vivo in alcune serate. In tv potrei fargli da spalla per renderlo un po’ più moderno perché secondo me la formula del presentatore tradizionale alla Carlo Conti ha il fiato corto senza una squadra di lavoro accanto. Ho imparato a stimare Alessandro per la sua capacità di essere popolare, che all’inizio guardavo con sospetto.

Credi che un conduttore con le sue caratteristiche possa trovare spazio nella tv generalista di oggi?

Tra di noi ne parliamo sempre. Secondo me lui è un bravo ragazzo ma gli manca l’idea di un gruppo di autori che lavori per lui; Alessandro dovrebbe avere la fortuna di ritrovare un team che, come con Furore, si metta all’opera per il suo format. Ha tutte la carte in regola ma la vedo dura, perché oggi senza una squadra non riesci a fare un programma tv di successo.

Torniamo a te. Dopo anni di carriera, ti dà fastidio che qualcuno ti identifichi ancora come “il fratello di Gene Gnocchi”?

No, perché Gene ha iniziato prima, è più conosciuto e quindi lo accetto. Lui ha avuto una popolarità dovuta a una forte esposizione televisiva mentre io ho sempre fatto la radio. Abbiamo la stessa voce, a volte anche la stessa flemma ma non siamo uguali: mio fratello fa il comico, scrive le battute e deve far ridere, io sono più un intrattenitore tuttofare e logicamente sono arrivato al pubblico un po’ più tardi. Questo non mi dà fastidio, ma spero che le gente apprezzi anche quello che faccio io.

Tra voi c’è rivalità?

C’è grande rispetto, però alla fine non siamo mai riusciti a realizzare qualcosa insieme nonostante lo si fosse abbozzato. Non so se ci sia rivalità o altro. Mio fratello è molto geloso del suo lavoro di comico, che è impegnativo. Anche quest’anno gli ho proposto qualcosa partendo dalla comune passione per la musica, ma alla fine ci si limita a fare qualche concertino e invece secondo me si potrebbe fare qualcosa di più importante a livello televisivo. Però vedo che da parte sua c’è sempre un certo freno.

Intanto ti rivedremo a Striscia la Notizia nei panni di Mister Neuro. Come è nato questo personaggio?

Dalla fantasia di Antonio Ricci, che mi ha chiamato per indagare sugli sprechi pubblici e del Palazzo. Mister Neuro è una sua idea, ho ancora i bozzetti della giacca ‘di scena’, quella con i soldi attaccati, e il nome del personaggio sta proprio a indicare l’utilizzo dell’euro con la follia dello spreco. Con ironia, Striscia colpisce nel segno: quando facciamo un servizio siamo quasi dei giornalisti, ci documentiamo perché a volte dobbiamo affrontare anche questioni serie.

Cosa succede quando un inviato-comico come te entra in contatto con un politico?

All’inizio faticavo a entrare nel personaggio perché mi scappava da ridere, volevo fare le battutine. Però il pubblico vuole vedere che l’inviato di Striscia punzecchia il potente, sennò sembra che sia tutto un teatrino. E non è facile, perché i politici di alto livello sono molto bravi a schivare le risposte. La nostra forza è che pian piano ci siamo affinati e teniamo loro testa con una certa durezza: devi randellare, altrimenti il servizio non esce. Se poi fai la battuta è anche meglio, però devi sempre arrivare al nocciolo del problema, allo spreco commesso.

I programmi comici li segui?

Li seguo con grande affetto, da Colorado alla Dandini a Zelig. Oggi è tutto molto massificato e la gente non ha più la percezione che un comico abbia un percorso alle spalle. Zelig, ad esempio, è un marchio con un prodotto che dovrebbe funzionare. Ma la comicità si può fare anche in radio, sul web, coi libri… Mi rendo conto che sono cambiate tante cose da quando iniziammo io e Gene nell’84. Oggi tutti puntano ad identificarsi con un marchio, il comico lavora su una formuletta e invece dovrebbe pensare soprattutto a far ridere.

Quale contributo credi tu possa offrire alla comicità televisiva?

Io sono un po’ atipico. Avrei la pretesa di cercare comici nuovi, di creare un contenitore nuovo rispetto a quelli proposti da Gino e Michele, Colorado, la Dandini o Abatantuono. Giro molto tra la gente e vedo tante persone che fanno ridere, ma oggi le formule per fare comicità televisiva sono legate ai produttori e alle società che ti aiutano a tirar fuori il meglio. Quindi, potenzialmente, anche una Simona Ventura può diventare scopritrice di talenti se ha un contenitore che funziona.

Vuoi dire che oggi un umorista fa fatica ad emergere se non si colloca all’interno di un programma?

Sì, e questo mi fa un po’ specie. Trovo interessante il lavoro fatto su Mtv dai Soliti Idioti, che fanno delle scenette irriverenti, sono scanzonati e mi divertono nella loro goliardia. A volte sono un po’ volgari, ma sono stati coraggiosi. Diventare comici bravi, raffinati e piacere a tutti non è facile; molti prendono la scorciatoia della parolaccia e dello scorretto, fanno spesso battute sui gay, sulle diversità… Io e Alessandro Greco cerchiamo invece di non scadere mai nel pecoreccio. La mia proposta, poi, è mediata dal fatto che non ho ancora deciso se essere comico, intrattenitore o musicista. Per ora faccio un po’ di tutto.

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5 Commenti dei lettori »

1. MisterGrr ha scritto:

31 luglio 2012 alle 12:45

lo trovo di un antipatico folle.

Scusa Charlie.



2. simonevarese ha scritto:

31 luglio 2012 alle 13:17

Concordo con MisterGrr. Quando fa Mister Neuro poi è a dir poco insopportabile.



3. Giulioli ha scritto:

31 luglio 2012 alle 13:27

Ma perché intervistare questo”. ? Ma Che fa? Nulla… Mister neuro… Vi prego!



4. Giulioli ha scritto:

31 luglio 2012 alle 13:27

Ma perché intervistare questo”. ? Ma Che fa? Nulla… Mister neuro… Vi prego!



5. marialuisa ha scritto:

31 luglio 2012 alle 14:15

Io lo adooooooooooooroooo!!!
Lo trovo intelligente, lieve e sarcastico come di rado si trova.
Grazie per la bella intervista.



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