Sarà l’annata strana, la saturazione del genere o la necessità di far saltare almeno un turno a protagonisti un po’ usurati come Garrison ma l’edizione attuale di Amici, nonostante l’apprezzabile virata alla ricerca di un meccanismo e di un montaggio più affascinante, non fa parlare di sè.
C’è da fronteggiare l’innovazione, soprattutto simbolica, di X Factor, che se a livello meramente musicale non ha spiccato il volo, come avrebbe dovuto fare vista la libertà dai vincoli della televisione tradizionale, esteticamente ha svoltato con la qualità d’impatto e d’atmosfera: soluzioni di regia e di scenografia veramente potenti e profilo medio-alto di gestione. I due talent hanno sempre avuto storie e target molto diversi, guai a negarlo: sciocco dunque proporre la rivoluzione a Maria.
Nonostante la Castigatrice si mostri ormai quasi morganiana nell’accettare i personaggi di rottura, vedi il caso dell‘uomo nudo a Italia’ s got talent, non pretendiamo una scaletta a base solo di cantautorato, rock e sofisticato jazz. Ma alla De Filippi una cosa ci permettiamo di suggerirla: dato che dello spirito scolastico iniziale non è rimasto più nulla, via l’orribile pigiamino da Power Rangers.
Disperse nel tempo, giustamente, le tracce della scuola (si cominciò dall’eliminazione del preside, Bruno Voglino, fino alla graduale soppressione di registri, interrogazioni con il libretto et similia) perché continuare a intrappolare la personalità dei ragazzi nelle tutine che molto riecheggiano i saggi ginnici di fine anno da scuola delle monache?
Feticcio defilippiano legato all’ossessione di polarizzare le differenze a livello visivo, oltre che a livello concettuale? Diciamo che il pubblico forse non ha più bisogno del simulacro della squadra o della foto del docente per diventare un telespettatore affezionato al marchio. Serve a poco cercare l’elemento di rottura con l’ingresso della Maionchi se i ragazzi possono concedersi come massima trasgressione il fiore in testa o la sciarpa al collo.
Alcuni successi discografici hanno dimostrato che l’impatto emotivo con il look del personaggio è la prima soglia d’attenzione che può stregare il pubblico. Marco Mengoni è ed è stato sicuramente voce fenomenale ma ha stregato anche per la sua maschera immediatamente rivelatrice della sua caratura.
Emma Marrone ha fatto il salto di qualità stupendo molti scettici non appena si è esposta naturalmente con la sua dimensione di ragazza normale smettendo il ‘grembiule’ della scuola: a conferma che solo sistemando carte, pigiami e foto segnaletiche nel solaio Amici può ambire a ritornare incisivo su un segmento televisivo.
1. Schattol89 ha scritto:
20 gennaio 2012 alle 16:00