La diatriba Baila vs Ballando con le Stelle non sembra placarsi e chi pensava che la decisione del giudice potesse mettere fine alla querelle è stato presto smentito. Al coro di casa Mediaset, in difesa del programma di Barbara D’Urso, si unisce inevitabilmente anche Alessandro Salem, da dieci anni Direttore Generale Contenuti di RTI. Secondo il DG, il motivo della messa in onda di Baila, nonostante il giudice l’abbia ritenuto contraffazione, è semplice:
“Si sfruttano i generi che funzionano – dichiara a La Stampa – Però domando: Verdetto Finale non è uguale a Forum? E Quiz Show al Milionario? Io capisco la reazione professionale di Milly Carlucci, molto legata a quel programma (Ballando con le Stelle, ndDM), che è poi l’unico che la Rai le chiede, quando lei ha la statura per fare molto di più. Ma noi non potevamo non andare in onda (…) Avremmo affermato un principio pericoloso: l’unicità di un genere. Come il ballo, il canto, la comicità. Che proprio perchè sono generi, si possono declinare in tanti modi diversi”.
Intanto, però, c’è un imbarazzante responso auditel (appena 2 milioni di spettatori con uno share del 10.21% per la puntata di ieri sera) che rende probabilmente ancor più inutile tutto il can can scatenatosi. E a fare da contraltare ci sono programmi come Avanti un altro – format non importato, ideato dallo stesso Paolo Bonolis, che regala ascolti e consensi, segno che le novità pagano più di cloni o presunti tali – e Striscia la Notizia, il tg satirico e mai domo. Risultati riconosciuti, naturalmente, dallo stesso Salem:
“Sono soddisfatto perchè, sul target 15-64, Avanti un altro ha ottenuto, in questo inizio di stagione, il 21% di share; il nostro competitor, L’Eredità, il 14.6 (…) E noi, dopo, abbiamo Striscia la Notizia, partita a razzo con il 24.7% di share, lasciando ai Soliti Ignoti il 12.6. Striscia sa ancora parlare alla pancia della gente, sa rinnovarsi continuamente pur nella sua classicità, questo gli spettatori lo apprezzano”.
Inoltre, in questo primo scorcio di stagione (11 settembre – 1 ottobre), Mediaset si dichiara soddisfatta dei risultati ottenuti, soprattutto nel target di riferimento (15-64 anni) tanto caro ai pubblicitari:
“I risultati sono complessivamente positivi anche confrontando tutto il pacchetto Mediaset, generalista e tematico, e l’omologo Rai. Quando l’ascolto è frammentato, è fondamentale mantenere caratteristiche di riconoscibilità. Su questo lavoriamo”.
E su questo ha lavorato anche Milly Carlucci.
1. Il cuore muove ha scritto:
4 ottobre 2011 alle 15:27