Da quando si è fatto promotore della campagna contro la mercificazione del corpo femminile in televisione Gad Lerner ha dato vita una singolare battaglia con Antonio Ricci sfruttando le varie provocazioni che sono nate nei numerosi botta e risposta per far riflettere sullo strano destino dell’autore della rete ammiraglia di Mediaset, intellettuale di sinistra che si trova a respingere l’accusa di essere pioniere della filosofia berlusconiana sul piccolo schermo.
Fino al ricorso agli avvocati da parte del patron di Striscia che Lerner ha annunciato e commentato sul proprio blog non risparmiando una piccata frecciata al suo accusatore. Solo ieri l’annuncio di querela da parte di Fabrizio Del Noce per il suo accostamento a Tarantini nell’ultima puntata de L’Infedele. A Ricci invece non sarebbe andato giù uno scritto molto duro del giornalista datato 22 febbraio 2011, almeno secondo la ricostruzione dell’accusato.
Lasciamo alle parole di Lerner, versione blogger, la prima reazione:
Come Fabrizio Del Noce, anche il sedicente campione della libertà di satira e della controinformazione, Antonio Ricci, nei giorni scorsi ha pensato bene di intentare contro di me un procedimento giudiziario con l’improbabile accusa di diffamazione a mezzo stampa.
Per poi proseguire:
Vale solo la pena di ricordare che nel frattempo, dalla sua corazzata in ‘prime time’, sono stati scagliati su di me ogni genere di improperi, perfino che avrei l’abitudine di ‘legare le donne’ con la cravatta e la cintura. In sovrappiù Ricci ha diffuso un montaggio fotografico nel quale vengo raffigurato, niente meno, soggiacere alle furie erotiche di Carlo De Benedetti. Un bell’esempio di pretesa satira a senso unico, seguita dal ricorso minaccioso alla carta bollata. Fabrizio Del Noce e Antonio Ricci: che coppia!
Che sia questo estratto il campione di satira lerneriana rimasto indigesto a Ricci?
Una televisione clerico-puttaniera che contempla la donna solo in quanto corpo plastificato come da trent’anni ce la propina lui con le Veline, fingendo di farne la parodia progressista.
Ora che Berlusconi è invecchiato, e riproduce nel sottoscala di casa sua gli spettacolini televisivi ideati dal suo fido propagandista Antonio Ricci, quest’ultimo cerca di mistificare e distinguere le sue responsabilità. Usa il vecchio trucco di sostenere che tutto il mondo è paese (come se le porcherie altrui giustificassero le sue).
Certo, frugando nella programmazione televisiva estera si ritrovano il trash e la misoginia, figuriamoci. Ma non nella quantità, negli orari di punta e con l’univocità che vige in Italia. E della quale il nostro ciarlatano rimane il primo, insuperato propalatore.
1. MisterGrr ha scritto:
22 settembre 2011 alle 11:44