Prima le puntatone “esclusive”, gli speciali no stop, le giornate intere trascorse a parlare dell’omicidio della “piccola” Sarah Scazzi con una morbosità a dir poco impietosa. Poi l’indignazione, le facce sbigottite, perchè alcuni esemplari selvatici di teleguardone da obitorio avevano ben pensato di scollare le terga dal divano e andare in gita turistica ad Avetrana. Tutti a vedere da vicino il garage degli orrori di zio Michele Misseri, “l’orco”, e a scattare una bella foto ricordo. A quel punto qualcuno suggeriva che, dopo settimane passate a fomentare la curiosità degli spettatori, forse la tv aveva fatto un po’ da tour operator a quello squallido tipo di escursionismo.
Sul ruolo e le responsabilità del piccolo schermo è intervenuto anche l’Agcom, che nei giorni scorsi ha indirizzato una lettera sull’argomento al Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni tv. “Lo spazio che gli organi di informazione hanno dedicato al delitto di Avetrana ha suscitato polemiche che impongono una seria riflessione“ scrive l’Autorità segnalando la pericolosa spettacolarizzazione offerta dalla tv. Oltre a danneggiare la dignità delle persone, prosegue l’Agcom, “la reiterazione ossessiva delle immagini, l’affastellarsi di ipotesi delittuose, alimentano incertezza e smarrimento nel pubblico minore all’ascolto, tanto più se in fascia protetta“.
Secondo l’organismo presideuto da Corrado Calabrò “la libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione” in modo che sia garantito un rispetto rigoroso ”della dignità umana e della vita privata e familiare“, valori tutelati dal Trattato di Lisbona. Intanto la Procura di Taranto ha avviato un’indagine per fuga di notizie e violazione del segreto istruttorio, a cominciare dalla divulgazione dei verbali e dalle registrazioni degli interrogatori di Michele e Sabrina Misseri.
L’insistenza con cui alcuni programmi tv hanno rivangato in modo inopportuno sul caso Scazzi ha infastidito molti telespettatori, ma ha pure suscitato critiche da parte degli stessi ”addetti ai lavori”. Luca Bernabei patron di Lux Vide, ad esempio, ha affermato: “Trovo scandaloso che l’intero pomeriggio di Raiuno con ‘La Vita in diretta’ sia stato dedicato a un fatto di cronaca pruriginoso e agghiacciante come quello di Sarah Scazzi“.
Il produttore ha pronunciato queste considerazioni sostenendo che Raiuno non avrebbe dato spazio alla presentazione della fiction “Sotto il cielo di Roma” (su papa Pio XII, ndDM) per proseguire con i dibattiti e i collegamenti da Avetrana. Bernabei, quindi, avrà anche avuto delle motivazioni personali per indignarsi, ma non si può dire altrettando riguardo all’Agcom… Chi può negare che sul dramma di Sarah la tv abbia davvero esagerato?
1. Alessandro ha scritto:
31 ottobre 2010 alle 14:25