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30 ROCK: UN GIOIELLINO NEL DECADENTE MONDO DELLE SITCOM
di Gianluca Camilleri
16/08/2010 - 22:42

Immaginate cosa potrebbe celarsi dietro le quinte di un programma di sketch comici. Verrebbe da pensare ad una struttura organizzata, ad un cast di autori pronti a trovare le battute più divertenti, ad una squadra affiatata e professionale. Può capitare, però, che i più bravi a far ridere non siano gli attori o i commedianti, ma gli sceneggiatori e gli autori: è ciò che avviene in 30 Rock, serie NBC (dal cui indirizzo 30 Rockfeller Plaza nasce il titolo della serie), ogni venerdì in onda su Skyuno con la prima stagione. 30 Rock narra, infatti, il dietro le quinte del fantomatico “The Girlie Show with Tracy Jordan”, uno show che ricorda il Saturday Night Live (quello americano s’intende, non quello di Italia 1 con comici come Andrea Santonastaso e guest-star del calibro di Gianluca Guidi).
Il tratto caratteristico della serie è, dunque, l’aticipità del soggetto, nato da un’idea dell’istriona Tina Fey (capo-autore del SNL), che ne è anche interprete principale nei panni di un capo sceneggiatore frustrato che deve fare i conti con i capricci del boss del network (Alec Baldwin), che è altresì valso alla serie un’incetta di guest-star (da Steve Buscemi e Jerry Seinfeld a David Schwimmer) e premi. Ben 10, infatti, gli Emmy e 6 i Golden Globes conquistati della serie.
Al consenso della critica in America, però, non è corrisposto un successo d’auditel (5-6 mln di spettatori sulla NBC, con un picco di 7,5 milioni per la terza stagione andata in onda nel 2008-09). Pregevole, inoltre, anche l’uso dello stesso ingrediente che già aveva portato al successo “Frasier“, campione di ascolti negli anni novanta sulla stessa NBC: ci riferiamo a quel “No hugging, no learning” (cioè niente abbracci, niente insegnamenti) grazie al quale si evitano quelle sdolcinatezze e quei moralismi che, in altre sit-com, hanno portato a focalizzare l’attenzione dello spettatore più alle tematiche a sfondo sociale che alle situazioni divertenti: meglio privilegiare le risate insomma, che gli insegnamenti di vita.
Riuscirà 30 Rock a far riappassionare un pubblico italiano, attualmente più interessato ai “crime” e ai “drama”, ad un genere, quello dell sit-com, che pare versare in uno stato di inesorabile declino dopo il boom degli anni ’90 (Willy, il principe di Bel Air, Friends,Will & Grace)? Possibile che non si abbia più voglia di sane risate?
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1 commenti su "30 ROCK: UN GIOIELLINO NEL DECADENTE MONDO DELLE SITCOM"
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RosaMou dice:
secondo me non ce la fa, i telefilm e le sit com in generale non vengono trattati bene, le programmazioni nostrane non premiano queste serie. Gossip Girl ne vogliamo parlare? Grey's Anatomy? Dottor House? Desperate? La lista è lunghissima, quindi anche 30 rock sarà un flop. Il caso più eclatante è Two and a Half Men (due uomini e mezzo) che in america è famossimo, e fa ascolti che vanno dai 15 ai 17 milioni, in Italia è trasmesso da rai 2 e lo guardano veramente in pochi.