Grande interesse ha destato ieri la partenza di Tutti Pazzi per la Tele, il nuovo programma amarcord di Antonella Clerici che fa il verso alla bella tv che fu. Lo show, a parte un pessimo montaggio, l’assenza totale di un filo logico e la presenza di spezzoni in perfetto stile Paperissima, ha potuto contare sulla presenza di 8 ospiti che hanno saputo farcire un contenitore televisivo con quei grandi prodotti che un tempo venivano realizzati sulla televisione italiana. Tanti show nello show che hanno acceso i ricordi e la nostalgia, confermando la passione del pubblico nostrano per una tv che non c’è più.
Tra una Lorella Cuccarini tornata agli splendori di Fantastico e una Iva Zanicchi accompagnata dalla storica voce di Raffaella Bragazzi di Ok Il Prezzo è Giusto, ha primeggiato, quasi più della conduttrice, Paolo Bonolis al quale è stato riservato il momento della trasmissione che sembra essere stato il più gradito: quello dell’incontro con Uan, la storica mascotte di Italia Uno che ha divertito i più piccoli negli indimenticabili pomeriggi di Italia 1.
La carrambata, in realtà, era stata già fatta al conduttore romano da Enrico Mentana, due anni fa, a Matrix ma un bis ci stava tutto e visto il gradimento manifestato anche dai lettori di DM, questo post di propone proprio di celebrare il celeberrimo pupazzo nato nel 1983.
Un nostro lettore, Luca Lomi, ha scritto una ricca tesi di laurea sui pupazzi della televisione italiana e ha pensato bene di donarci un estratto del suo lavoro per sapere, nel dettaglio, chi fosse e cosa facesse UAN. Per scoprirlo:
Uan nasce alle 16 del 12 settembre 1983, giorno in cui appare per la prima volta sugli schermi di Italia 1 accanto a Paolo Bonolis e alla new entry del programma Licia Colò.
Indossava sempre una maglia gialla “012 Benetton” ed era un cane dal pelo rosa con due lunghe orecchie, un unico sopracciglio fucsia ed il naso rosso da clown. Il pupazzo era un mezzobusto e quindi privo di gambe (o meglio di zampe) e venne doppiato da Giancarlo Muratori fino al 1995, quando – in seguito alla sua scomparsa – venne sostituito da Pietro Ubaldi.
Apparentemente simile ai Muppets, tanto ammirati dal Gruppo 80, Uan era grande quasi come un bambino e veniva animato da Maria Grazia Perria e Laura Franzoso. Una si occupava del movimento della bocca mentre l’altra infilava le proprie braccia nei manicotti, in corrispondenza delle zampe del pupazzo.
Il pubblico da casa percepì da subito il sodalizio artistico indissolubile che si formò tra Bonolis e Uan che spontaneamente andavano oltre le battute dei copioni come affermò lo stesso Bonolis in un’intervista al “Maurizio Costanzo Show” del 23 gennaio 2002. Nella stessa occasione, Bonolis racconta delle crisi di “rigetto” che lui e Uan avevano nei confronti dei puffi: un giorno per presentare gli omini blu disse: “E ora bambini, è il momento dei Puffi” e Uan intervenne dicendo: “Guarda lì c’è n’è uno” e Bonolis cercò di schiacciarlo. La scenetta, davvero divertente, venne criticata dai dirigenti Fininvest e dalla responsabile dei programmi per bambini Alessandra Valeri Manera.
Uan, in effetti scarseggiava in:
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storia: “i sette re di Roma sono Romolo, Brontolo, Cucciolo, Pisolo, Mammolo, Eolo e Brufolo”;
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scienze: “la Serpentina è la femmina del serpente”;
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grammatica italiana: amichi, intelligiente, i diti, la lettera S al posto della Z (ad esempio grasie), i verbi coniugati malamente (ad esempio “promessuto”) o scrivere per esteso “virgola” durante i dettati anziché riprodurre il segno di interpunzione sono solo alcune tra le più gravi pecche del pupazzo.
Il piccolo Uan adorava invece:
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i cremini: i bambini nelle letterine gli scrivevano “non mangiarne troppi che poi ingrassi”, ma Uan, nonostante fosse a dieta, si era persino travestito da Dottoressa Uanesca, con una parrucca bionda in testa, cercando di far confessare a Bonolis dove aveva nascosto i dolcetti.
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una barboncina francese: in una scenetta, Bonolis rincorreva Uan per fargli un vaccino antirabbica con un’enorme siringa e, stanco di essere vittima di vari soprusi, il cane rosa scappò dagli studi di Cologno Monzese. Tuttavia, ogni giorno registrava un video-messaggio dal suo nascondiglio che era proprio la casa della barboncina francese.
Nella stagione 1985-86 di Bim Bum Bam il bersaglio preferico del pupazzo rosa era la nuova conduttrice del programma (Manuela Blanchard) che veniva schernita da Uan per i suoi “dentoni da tricheco”.
Risale all’edizione ‘86-‘87 la “serie” Uanathan, dimensione avventura, parodia del programma condotto dal compianto Ambrogio Fogar “Jonathan dimensione avventura”, che divertì i piccoli telespettatori di Bim Bum Bam per svariate settimane.
Nella 1988-89 nella sigla di testa – grazie ad un fotomontaggio – e in una fiction dove Uan era un re seduto sul trono, fu possibile mostrare le “gambe” di Uan; in effetti, per tutta la stagione precedente, molti bambini avevano scritto al pupazzo di mostrar loro quelle zampe che nascondeva dietro al bancone perché, come diceva Bonolis erano troppo corte e pelose e il pupazzo se ne vergognava anche se in realtà non le aveva così come si può notare dall’immagine qui a lato.
Anche se le scenette erano sempre piacevoli, “Bim Bum Bam” aveva perso pubblico per via della concorrenza Rai. Per i cartoni, la trasmissione era diventata ormai un magazzino di repliche ma, nel marzo ‘89, i conduttori realizzarono una nuova fiction intitolata “La teleUanela Manola”, che aveva come protagonista Manuela Blanchard nei panni di Manola Pontes; poco prima della scenetta Uan si travestiva da signorina Buonasera (con una parrucca bionda in testa, un finto rossetto ed un paio d’occhiali a specchio) per annunciare la messa in onda della teleUanela all’interno della quale c’era anche un finto messaggio promozionale della celebre Caciotta Fetecchia.
La stagione 1989-90 segna la fine dell’epoca d’oro del programma: per Paolo Bonolis fu l’ultimo anno di conduzione in compagnia del peloso pupazzo rosa; Manuela Blanchard venne sostituita per un periodo da Carlotta Pisoni Brambilla (già nota ai piccoli spettatori per aver recitato nella fiction della D’Avena “Licia dolce Licia”) e Uan venne affiancato dal pupazzo Ambrogio (un leoncino con la voce di Daniele Demma) che entrava in scena solo con gli altri due nuovi conduttori Carlo Sacchetti e Debora Magnaghi.
La presenza del pupazzo all’interno del programma, meno divertente e coinvolgente dopo l’abbandono di Bonolis, è proseguita sino al 1999 e Bim Bum Bam si trasformò progressivamente in un contenitore pomeridiano dove i cartoni animati erano intervallati da televendite (nelle quali Uan compariva solo nella sigla).
Dopo una breve ricomparsa sugli schermi tv del canale satellitare “It” dove il pupazzo, animato ma non doppiato da Enrico Valenti, si nascondeva il viso piangente o rosa dalla vergogna quando il conduttore Alberto gli diceva che per colpa sua anziché studiare e fare i compiti passava il tempo a guardare il programma “Bim Bum Bam”, non se ne seppe più nulla sino al 30 settembre 2005 quando nella puntata del programma Matrix di Enrico Mentana venne affrontato come tema “il caso Bonolis”. Nel corso della puntata, Uan, animato e doppiato dal Enrico Valenti e Kitty Perria, si presentò leggermente spelacchiato e con una voce roca e flebile ebbe modo di riabbracciare Paolo Bonolis nonostante le plausibili lacrime pupazziali che si asciugava con un enorme fazzoletto.
Un ricordo tv di Uan risale alla puntata del 4 Febbraio 2006 del programma “Liberi tutti” condotto da Irene Pivetti. Alla trasmissione vi partecipò Silvio Berlusconi che, dopo aver parlato di politica, ripercorse le tappe della nascita della tv commerciale in Italia mentre sul video-wall alle sue spalle si poteva notare l’immagine del pupazzo rosa in una delle scenette di “Bim Bum Bam”.
L’ultima apparizione (prima di quella di ieri sera a Tutti Pazzi per la Tele) risale allo scorso 19 maggio 2008 quando Uan fu intervistato da Le Iene di Italia 1.
.:: IL RAPIMENTO ::..
Non passò molto tempo quando una notizia a dir poco clamorosa venne diffusa in tv e su internet da TgCom (qui l’articolo).
Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2005 alcuni ladri si sono introdotti nel seminterrato della Scuola d’arte drammatica “Paolo Grassi” di via Salasco a Milano per rubare (o meglio rapire) le tre mascottes delle reti Mediaset Uan, Four, Five che erano conservate in semplici teche di legno.
C’è chi ritiene che il “rapimento” sia stato appositamente inscenato per sperare in un ritorno in tv dei beniamini degli anni 80/90. Ed infatti, sebbene i pupazzi siano stati descritti come gli unici esemplari, dobbiamo comunque ricordare che il Gruppo 80 dovrebbe conservarne almeno una copia anche perché la creazione di un pupazzo prevede sempre l’esistenza di uno o più cloni.
1. Gerardo ha scritto:
17 settembre 2008 alle 21:34