30
agosto

Il ruolo chiave dell’intrattenimento nel nuovo scenario TV

x factor 2011

X Factor 2011

Quando nel 2011 Sky ha deciso di scendere in campo prepotentemente con l’intrattenimento puntando su X Factor stava accadendo qualcosa di nuovo, a tratti impensabile prima di allora. Non mancarono gli scettici e persino Piersilvio Berlusconi si sbilanciò parlando di raschiamento del fondo del barile. Eppure Zappia e Scrosati, all’epoca a capo della pay tv,  hanno avuto ragione. Quell’operazione ha permesso a Sky di fare un salto. Sì prima era la casa del calcio ma non era così nell’immaginario.

Così facendo, Sky si è messa sullo stesso piano di Rai e Mediaset con una proposizione valoriale più elevata e sfuggendo, gioco forza, a paragoni sugli ascolti. Chiaramente il merito non era solo di X Factor ma anche della comunicazione messa in piedi per sostenere prodotto e azienda. Ora come allora l’intrattenimento sembra cruciale per il nuovo che avanza: le piattaforme. Prime Video ha fatto il doppio passo con Lol e, grazie a quel successo, ha potuto sviluppare altro. Disney + tenta di uscire dal guado con Italia’s Got Talent che non è adattissimo per una piattaforma ma lo è per il pubblico familiare a cui strizza l’occhio e soprattutto per far parlare. Anche se non ha il grado di talkability di un talent alla X Factor, ha già acceso i riflettori più di altre proposte seriali. Paramount+ si è preso la sua ribalta con l’arrivo della terza stagione di Drag Race, non un vero e proprio big show ma comunque dotato di un peso specifico a livello mediatico.

Al grande intrattenimento, Netflix ha preferito la fiction, in continuità con quel che avveniva all’estero. Il tentativo fatto con Summer Job era alquanto modesto. Pur dominando, rispetto agli altri streamer, nessun prodotto (serie comprese) ha avuto l’impatto mediatico di Lol, proposto dalla più piccola concorrenza. La riconoscibilità, del resto, Netflix ce l’ha già e gli deriva dai privilegi di primo entrante e dall’imponente catalogo seriale. In ogni caso, nel 2024, arriverà l’ambizioso Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia, talent con Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain. Se facciamo un passo indietro, e dalla piattaforma passiamo alla nuova generalista, impossibile non citare il Nove che ha scelto i programmi di Maurizio Crozza e Fabio Fazio per illuminarsi.

Il big show fuori dalla tv tradizionale è una prerogativa quasi tutta italiana (anche se all’estero qualcosa si è mosso); quello scetticismo del 2012 nasceva proprio dal fatto che, in America, le cable si siano differenziate a suon di serie tv, genere non legato necessariamente alla diretta o all’appuntamento fisso e, dunque, adatto ad andare incontro alle esigenze del pubblico pay. Si sottovalutava un aspetto di rilievo: Oltreoceano è sempre stato il genere scripted a dominare, le cable si erano semplicemente mosse lungo quel solco proponendo prodotti ‘premium’. Il dna catodico tricolore è più legato all’intrattenimento, alla diretta (o simil diretta) e al suo calore. E’ l’intrattenimento che incuriosisce, aizza i giornali e i social, risultando maggiormente notiziabile (anche sul fronte volti, mediamente più conosciuti degli attori di fiction). A livello di fruizione, l’intrattenimento è per sua natura più largo e flessibile (non sarebbe un grande azzardo se dicessimo che la grande fiction parla alla nicchia, il grande intrattenimento a tutti). Ed ecco perché il suo ruolo in Italia è e sarà sempre di importanza fondamentale.

Il ciclo di utilizzo dei titoli di intrattenimento è normalmente superiore a quello di una fiction, il che permette di pescare anche in un bacino di programmi (e linguaggi) già consolidati abbattendo le barriere che i telespettatori hanno nei confronti delle novità tout court.  C’è un richiamo intrinseco nel programma che già conosci. Non tutte le trasmissioni, almeno ad oggi, sono adatte per lo streaming, tuttavia c’è un ulteriore elemento da prendere in considerazione: il grande programma, che costa mediamente molto meno di una grande serie e fa parlare, è un volano pubblicitario. Anche se lo guarderanno quattro gatti (cosa che nessuno potrà affermare con certezza vista l’assenza di ascolti pubblici e certificati), più persone sapranno (o si ricorderanno) dell’esistenza di quella piattaforma o – per i meno avvezzi – della possibilità di poter scegliere tra una vasta offerta televisiva, disponibile senza vincoli d’orario.

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1 Commento dei lettori »

1. giauz ha scritto:

31 agosto 2023 alle 10:37

C’è il fatto che negli USA i network televisivi storicamente fanno/facevano parte delle major cinematografiche, quindi avevano attrezzature e personale più adatto a realizzare film e serie tv.
In Italia siamo nati e cresciuti più con i varietà che con le fiction



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