26
maggio

Usigrai tuona sulle nomine Rai: «L’unica ratio è la necessità di accontentare il Governo»

Il cavallo di Viale Mazzini (foto US Rai)

Il cavallo di Viale Mazzini (foto US Rai)

Le nomine dei nuovi direttori Rai “sono inaccettabili, senza prospettiva e inspiegabili”. Tuona così Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai) nei confronti della Rai targata Roberto Sergio, il nuovo amministratore delegato, che ha formato la squadra e dato appuntamento al 7 luglio con la presentazione dei palinsesti 2023/2024.

In un lungo comunicato, il sindacato Rai boccia punto per punto la questione nomine, ritenute inaccettabili anche “perché a dirigere le testate Rai non c’è nemmeno una donna. Come si può pensare di ‘cambiare la narrazione del Paese’ cancellando le donne e il loro punto di vista dai ruoli apicali del servizio pubblico?”. L’affondo è sul nuovo direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci (ex Adnkronos):

“Ed è altrettanto inaccettabile che ancora una volta si chiami un giornalista esterno a dirigere un telegiornale: ma davvero fra i giornalisti della Rai non c’era nessuno che avesse il profilo idoneo? Impossibile. E’ stata fatta un’analisi dei curricula prima di attingere all’esterno, considerato anche un debito aziendale che supera il mezzo miliardo di euro?”.

Usigrai boccia anche la dipartita di Nicola Rao dal Tg2 (al suo posto Antonio Preziosi), “rimosso dopo 96 giorni dall’approvazione del piano editoriale. Quali sono le motivazioni?”. Per non parlare del Giornale Radio – continua – “che vedrà il nono direttore (Francesco Pionati, ndDM) in 8 anni: il segno tangibile della voracità dei lottizzatori di ogni colore politico.

L’unica ratio di queste nomine è la necessità di accontentare il Governo (…) Come può pensare questo Ad di rilanciare la Rai Servizio Pubblico senza certezze di risorse, con una forza politica di governo che vuole togliere il canone della bolletta, con un contratto di servizio scaduto e senza un piano industriale? Ma come sempre la priorità sono le nomine”

conclude duramente Usigrai.

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5 Commenti dei lettori »

1. Perseo eats Fennels ha scritto:

26 maggio 2023 alle 15:55

Tutto giusto. Ma dov’era il sindacato Rai nel 2020, quando la De Santis fu rimossa a stagione in corso e prima del Sanremo con conduttore da lei scelto, per fare in modo che Coletta si prendesse i meriti di tutto? Almeno, qui i direttori li hanno nominati prima della stesura dei palinsesti.



2. Francesco ha scritto:

26 maggio 2023 alle 16:26

Quando erano i sinistri comunisti a decidere le nomine perché hanno taciuto?



3. Luigi ha scritto:

26 maggio 2023 alle 17:21

“suicideRAI”. Questa RAI è solo da vendere… :D



4. vergognarai ha scritto:

27 maggio 2023 alle 20:26

Vergogna alla Rai. Francesco quanti anni hai, 2? Quando c’erano i “sinistri comunisti” c’era spazio per tutti. Mi sembra che Vespa non sia mai stato licenziato, o sbaglio? Mi sembra che Fazio e Annunziata abbiano criticato non solo i governi di destra ma anche i governi di sinistra. Questo è ciò che spaventa te, Francesco, e i tuoi camerati di partito (fascisti di Italia) che ci sia un giornalista neutrale che non osanni a tutti i costi il vostro governo. Volete il modello di fake news e bugie in stile rete4.



5. Joseph76 ha scritto:

29 maggio 2023 alle 11:00

Lo sdegno dell’ Usigrai è a dir poco risibile: il rito delle nomine si perpetua immutabile da sempre, anche e soprattutto con i governi di sinistra. I “sinistri comunisti” nel 2018 cacciarono Nicola Porro che su Rai 2 conduceva un programma di successo. Fazio e Annunziata non sono stati cacciati ma lasciano la Rai volontariamente. Voglio nuovamente ricordare che Enzo Biagi nel 2001, quando Berlusconi vinse le elezioni, restò alla guida de “Il fatto” e fustigo’ il governo per un anno intero. Il Cavaliere fu costretto al famigerato “editto Bulgaro” che si rivelò un errore clamoroso. Biagi scelse di lottare, fare il suo mestiere e raccontare il suo dissenso verso il governo e il suo stesso editore. Fazio e la Annunziata scelgono di fuggire verso altri più comodi lidi.



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