Un’altra maxi agitazione sindacale rischia di tenere in ostaggio la Rai e la sua programmazione. Dopo la giornata nera del 13 settembre scorso, quando uno sciopero compromise quasi tutti i debutti stagionali del daytime, l’emittente del servizio pubblico si prepara ad un autunno caldo sul fronte delle astensioni dal lavoro.
Secondo quanto riporta una comunicazione Rai, l’azienda radiotelevisiva sarà interessata da nuove agitazioni sindacali per la durata di quasi un mese, a partire da sabato 9 ottobre prossimo. Le proteste potrebbero mettere a rischio, in alcune fasce, la regolare programmazione.
“La Rai – ai sensi dell’art. 2, comma 6, della legge n. 146/1990, come modificata dalla legge n. 83/2000 – comunica che, a causa di una agitazione sindacale, è stata proclamata l’astensione dalle prestazioni accessorie e straordinarie nel periodo dal 9 ottobre al 7 novembre prossimo. Di conseguenza, nel suddetto periodo, la normale programmazione televisiva potrebbe subire delle modifiche“
si legge in una nota. In sostanza, quella in corso in Rai è una situazione di costante agitazione sindacale ormai da mesi. In estate, i rappresentanti dei lavoratori avevano indetto una analoga astensione dal lavoro dal 28 giugno al 28 luglio. E prima ancora, a inizio 2021, era stata proclamata una protesta di quasi un mese. Più recentemente, le contestazioni nei confronti dell’azienda sono culminate con la già citata serrata del 13 settembre, che aveva costretto le reti a rivedere eccezionalmente i loro palinsesti.
In una delle comunicazioni che motivavano le proteste, veniva denunciata “l’inerzia aziendale e la sua incapacità di far fronte alle sacrosante richieste sindacali“, con uno specifico riferimento alla “carenza cronica di organico“. Una grana non da poco sulla scrivania dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes.