Raoul Bova aveva spiegato di essere alla ricerca, insieme a produttori e sceneggiatori, del modo più rispettoso possibile per entrare a far parte di una serie come Don Matteo e arrivare a prendere il posto del protagonista. Un passaggio di consegne, che avverrà nella tredicesima stagione in onda su Rai 1 agli inizi del 2022, del quale ora parla lo stesso Terence Hill:
“Non è prevista una puntata incentrata sull’uscita di scena di Don Matteo. Non ci saranno lacrime e abbracci. Raoul arriva nel quinto episodio e, in seguito, si scoprirà che tipo di legame lo unisce al mio personaggio: è proprio Don Matteo ad averlo scelto come successore, e poi si svelerà il motivo per cui io scompaio“
ha dichiarato l’attore veneto al Corriere della Sera. Hill, che ha deciso di abbandonare la serie e dedicarsi più alla sua vita privata, dopo 21 anni di pedalate e gialli risolti lascerà dunque spazio a Bova, che sarà Don Massimo. Raoul aggiunge qualche dettaglio in più sul suo personaggio:
“Don Matteo è una sorta di padre spirituale del mio Don Massimo. Il mio personaggio ha alle spalle un passato misterioso, una storia travagliata, violenta, ha sfiorato la morte ed è arrivato ai suoi 40 anni senza mai indossare una tonaca da prete. Però, l’incontro con il parroco investigatore, gli cambia la vita. Il mio prete è alla ricerca di sé stesso, forse avrebbe preferito fare il missionario in qualche lontano paese. E, al suo primo incarico in una parrocchia, con una vocazione travagliata, abbraccia la fede con una spiritualità francescana: è un prete della terra, contadino, abituato a sporcarsi le mani, più propenso a stare tra gli ulivi umbri, dove è girata la serie, che a rinchiudersi dentro quattro mura. D’altronde ho avuto modo, anni fa, di interpretare proprio San Francesco”.
Don Massimo sarà l’erede di Don Matteo proprio perché Terence Hill ha visto in Raoul Bova qualità a suo dire non comuni. La sua è una sorta di “ultima benedizione”:
“Raoul è perfetto per il suo ruolo. L’ho visto impersonare un uomo disabile nel film Indovina chi viene a Natale? di Fausto Brizzi: una parte non facile da interpretare, ma lui era bravissimo. E non ha bisogno di miei particolari consigli per rendere credibile il suo prete francescano, possiede l’entusiasmo giusto per realizzarlo, una dote piuttosto rara nella categoria attoriale, un valore aggiunto: a volte il nostro mestiere si riduce a semplice routine”.
1. Dobby ha scritto:
27 giugno 2021 alle 18:21