27
aprile

Blackface, la Rai prende posizione: «Impegno ad evitare che si ripeta». Ma Carlo Conti aveva difeso Tale e Quale

Tale e Quale Show, imitazione Ghali

Le pretestuose polemiche sulla pratica del Blackface in Rai (innescate in particolare da alcune imitazioni a Tale e Quale Show) hanno provocato, a distanza di mesi, una presa di posizione da Viale Mazzini. “Assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – ad evitare che essa possa ripetersi” hanno scritto i direttori di Rai1 e di Rai per il Sociale rispondendo alle associazioni che avevano protestato per alcuni episodi avvenuti sulla rete ammiraglia. 

In particolare, a suscitare disappunto era stata la scelta di tingere il viso ad alcuni artisti che – a Tale e Quale Show – interpretavano personaggi dalla pelle scura. Scelta che secondo i detrattori sarebbe corrisposta alla negativa pratica del Blackface, che consiste nel truccarsi in modo marcatamente non realistico per assumere le sembianze stereotipate e dunque discriminatorie di una persona nera. Anche il rapper Ghali, uno dei cantanti imitati, aveva protestato. “Non c’è bisogno di fare il BlackFace per imitare me o altri artisti” aveva scritto. Una presa di posizione a nostro avviso strumentale, alla quale Carlo Conti aveva risposto spegnendo i toni della polemica. “A noi non interessa il colore della pelle o la loro religione. Per me noi sono celebrazioni di grandi artisti” disse il conduttore.

Una serie di associazioni avevano scritto alla Rai per condannare l’accaduto e chiedere spiegazioni. A distanza di mesi – riferisce l’associazione Lunaria, una delle promotrici della protesta  – è arrivata una risposta.

Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto, diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – ad evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del Blackface diventino consapevolezza diffusa

hanno scritto il direttore di Rai1 e quello di Rai per il Sociale. Una presa di posizione che in parte attribuisce importanza ad episodi tutt’altro che discriminatori (sia nella forma che nella sostanza) e che dall’altra segna un cambiamento di passo culturale anche all’interno del servizio pubblico.

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13 Commenti dei lettori »

1. Perseo ha scritto:

27 aprile 2021 alle 17:46

Benissimo, una grande conquista per il nostro paese. Ora si faccia la lotta per la cancellazione del “fascista” Lucio Battisti. Al suo posto, i memorial saranno dedicati ai capolavori di Ghali e Fedez.



2. ANDREA ha scritto:

27 aprile 2021 alle 18:05

Ormai abbiamo raggiunto il ridicolo. La Rai, pensi a non far apparire piu su suoi schermi, programmi inguardabili, e non imitazioni che vogliono essere un tributo ad un artista



3. MARCELLO79 ha scritto:

27 aprile 2021 alle 18:26

Sempre più ridicola la RAI!



4. Antonio ha scritto:

27 aprile 2021 alle 18:51

Cose che a noi bianchi sembrano ridicole magari non lo sono per persone di etnie diverse. Il blackface ha una valenza offensiva per loro anche se viene fatta come tributo. Purtroppo è molto più complicato di quanto possa sembrare a noi e in alcuni casi quando si da l’esempio non bastano le intenzioni



5. Meke ha scritto:

27 aprile 2021 alle 19:11

Tutta questa psicosi per via della vicenda Floyd, scommetto. Prima i moretti svizzeri, poi i doppiatori americani che guai a non prenderli delle stesse etnie dei personaggi che doppiano, poi questo.

Per coerenza, non facessero più “gender-swapping” e neppure i cantanti ispanici o asiatici.

Get woke, go broke.



6. Luca ha scritto:

27 aprile 2021 alle 19:49

Scusa Antonio, non discuto che questa cosa possa essere per taluni offensiva, ma se devo interpretare una persona di colore in un programma dove si imitano personaggi famosi (anche di colore) mi sembra il minimo truccarsi la pelle.
A questo punto allora, facciamo solo canzoni italiane interpretate da persone bianche…



7. Meke ha scritto:

27 aprile 2021 alle 21:49

E’ arrivato l’altro genio è arrivato.



8. Lorena ha scritto:

28 aprile 2021 alle 17:40

se veniva fatto su Mediaset volevo vedere se qualcuno interveniva



9. Meke ha scritto:

28 aprile 2021 alle 18:08

Ovviamente il mio post precedente non era riferito a Luca.

Comunque, Lorena, su Mediaset per anni Bonolis e Laurenti hanno fatto i filippini e i giapponesi, però stranamente si sono lamentati solo i primi.



10. vinny ha scritto:

28 aprile 2021 alle 20:20

se un cantante nero deve imitare un bianco? Io mi diverto a guardare i Jefferson,li è tutto battute contro i bianchi. L’Italia accoglie tanto , dove lo vedete il razzismo? Ci sarà un cretino, due….. ma siamo 60 milioni.



11. Antonio ha scritto:

28 aprile 2021 alle 20:25

Luca ma io anche la penso come te. Illustravo solo il dato di fatto che la questione non è di semplice risoluzione poiché qualcosa che per noi può sembrare un sereno tributo è percepito in maniera diversa da altre persone.



12. Gio77 ha scritto:

28 aprile 2021 alle 22:11

Capisco l’accortezza sacrosanta nel non essere offensivi nei confronti di minoranze o altri pezzi della società, ma questo pretestuoso politically correct a tutti i costi e su tutto non è accettabile. Cosa c’è di offensivo nel rappresentare un cantante di colore con il suo colore originario? Credo che chi si lamenta voglia solo provocare. Poi perchè solo la Rai è sempre nel mirino di queste polemiche ridicole? Le battaglie culturali si fanno a 360° e non sempre nei confronti di un polo televisivo che rappresenta il 35% del pubblico. A me sembra che siano spesso strumentalizzate queste critiche, non so da chi, ma sempre ai danni dei programmi del servizio pubblico, e li chiamo danni, perché quando si sfiora il ridicolo non può che danneggiare chi ci lavora…



13. Gianni ha scritto:

28 aprile 2021 alle 23:14

E’ una cosa che non viene detta mai ma per il resto del pianeta gli italiani sono nord-africani e di colore. E non scherzo.

Giusto per sottolineare come il colore della pelle abbia mille sfaccettature.

Quindi in teoria per parecchie nazioni un italiano che deve imitare un artista di colore non ha neanche bisogno di dipingersi di scuro.

Come Carlo Conti ad esempio.



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