22
marzo

Sky Rojo: la ‘nuova Casa di Carta’ è un bordello

Veronica Sanchez e Miguel Angel Silvestre - Sky Rojo

Veronica Sanchez e Miguel Angel Silvestre - Sky Rojo

Niente rapinatori ma prostitute. Meno scontri, più sesso. Un nuovo circolo di vizi che qui diventa vizioso. Ma nulla di realmente inedito. Se c’è una sensazione che accompagna gli spettatori di Sky Rojo, la nuova serie Netflix rilasciata lo scorso venerdì, è la quella di essere di fronte ad un enorme deja-vu. L’ultima creazione di Alex Pina, già autore de La Casa di Carta e White Lines, non brilla di certo per l’originalità ed è un ibrido tra un thriller e una soap trash.

La vera protagonista della storia è la prostituta Coral (Veronica Sanchez), in fuga da uno stripclub di Tenerife insieme alle colleghe Wendy (Lali Esposito) e Gina (Yani Prado), dopo aver quasi ucciso il protettore Romeo (Asier Exteandia). La donna è la voce narrante del racconto che ha già vissuto in prima persona, motivo per il quale conosce e spiega quello che sta per succedere. Una tecnica che Pina ha utilizzato sia ne La Casa di Carta, dove questo ruolo spetta infatti alla ribelle Tokyo (Ursula Corberò), sia in White Lines, serie ambientata in un’altra isola selvaggia e a tutto sesso della Spagna come Ibiza.

Tra inseguimenti alla Fast and Furious, sparatorie inverosimili e uomini che riescono assurdamente a guidare ad alta velocità con la metà del corpo paralizzata, la serie iberica vuole ricalcare, in maniera piuttosto evidente, lo stile di Quentin Tarantino. Da un lato i cattivi sono spietati, senza scrupoli ed arrivano a sciogliere i loro nemici in un bidone pieno di acido, dall’altro vengono presentati in maniera caricaturale, cosa che non consente a chi li vede di schierarsi nettamente contro di loro.

Non c’è mai un vero e proprio colpo di scena mentre emerge una retorica di fondo: ad esempio, si condanna lo sfruttamento delle donne e il mercato della prostituzione, ma lo si fa attraverso dei luoghi comuni triti e ritriti che chiunque sa già dove andranno a parare. Tuttavia la serie si lascia guardare facilmente sia per la brevità degli episodi, unita all’anima soap, sia per il contesto fatto di sesso e protagonisti avvenenti. Nel cast, oltre alle tre fuggitive, spicca, per il pubblico femminile, Miguel Angel Silvestre nei panni di Moises, uno degli scagnozzi di Romero. Un cattivo a metà, diviso tra l’amore per una delle “ancelle” del boss e la devozione verso il capo.

Un prodotto preconfezionato per gli amanti di Pina. Chi ha visto le sue precedenti “opere” riconosce infatti subito la sua mano. Ci chiediamo però quando finirà la riproduzione di situazioni che hanno già fatto la fortuna di altre serie, La Casa di Carta in primis. Non è infatti un caso se, ad un certo punto, le tre prostitute fuggitive decidono di vendicarsi del loro capo progettando un (inutile ai fini pratici) furto nello stripclub. Cosa vi ricorda?

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