16
febbraio

La Sicilia protesta per la fine del Commissario Montalbano

Luca Zingaretti

Luca Zingaretti

Il futuro del Commissario Montalbano è incerto. Rai e Palomar non l’hanno ancora confermato, ma Il Metodo Catalanotti, il film tv che andrà in onda su Rai 1 lunedì 8 marzo, potrebbe chiudere definitivamente la fiction più amata dagli italiani; lo aveva già lasciato intendere Luca Zingaretti e lo ha confermato in una recente intervista Peppino Mazzotta (che interpreta Fazio). E, se sul web il pubblico si scalda e non accetta quest’ipotesi, c’è chi mette in atto delle proteste formali, come il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti.

Il primo cittadino del comune siciliano, che si trova proprio nella zona che da vent’anni ospita i set della fiction Palomar, come riportano Repubblica e La Gazzetta del Sud, ha chiesto la realizzazione di almeno un altro film, tratto da Riccardino, perchè non farlo sarebbe “impensabile ed oltremodo irriverente nei confronti della memoria del grande maestro Camilleri” e per dare degna conclusone ad una serie così amata dal pubblico. E così importante per l’economia del territorio siculo, ovviamente.

“Dobbiamo unire tutte le forze e metterci al servizio di questo ultimo fondamentale episodio della fiction televisiva che così si congederà definitivamente dal suo affezionato pubblico internazionale [...] Il Val di Noto non può assistere inerme a questa “indecisione” generale e deve farsi promotore e protagonista di questo grande atto d’amore per il Maestro, per la Sicilia e per milioni di ammiratori ed estimatori di storie ed intrecci tutti siciliani che si sviluppano tra i nostri palazzi, le nostre vie e i nostri monumenti [...] Nessun protagonismo ma condivisione e spirito di squadra, con la stessa tenacia e determinazione che il Commissario Montalbano ha sempre evidenziato nelle sue risolutive indagini”.

Il sindaco chiede la collaborazione del presidente della Regione Nello Musumeci; a dargli manforte sono per ora Giuseppe Rosano, presidente dell’associazione Noi albergatori Siracusa, che si preoccupa di un futuro calo di turismo nelle zone teatro delle riprese e Mario Chiavola, presidente dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, che più apertamente dice:

“Sapevamo che un giorno sarebbe accaduto. Ma ora che non ci sarà più l’effetto Montalbano a trainare la notorietà del territorio reso celebre dalle bellezze barocche di cui ci pregiamo, saremo in grado di potere contare su una valida alternativa? [...] Manca ancora una visione complessiva su quello che si vuole fare. Ragusa è ancora oggi la città di Montalbano, la realtà urbana set cinematografico naturale della fortunata serie televisiva. Già da ora, però, sarebbe necessario predisporre le linee guida per un futuro che non è più tanto lontano”.

La questione non è, dunque, solo artistica e legata alla sfera emotiva, ma pratica e relativa al futuro economico delle province ragusane e siracusane. E non sono certo Rai e Palomar che devono risponderne, né tantomeno il Commissario Montalbano: le morti di Andrea Camilleri, del regista Alberto Sironi e anche dello storico scenografo della serie, Luciano Ricceri, hanno rotto un equilibrio e, oltretutto, quell’ultimo romanzo che l’autore ha dedicato al personaggio, Riccardino, non si presta assolutamente ad una messa in scena televisiva, come abbiamo sottolineato subito dopo l’uscita in libreria.

Quindi, anche e soprattutto da un punto di vista artistico, chiuderla qui non sarebbe una soluzione sbagliata.

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1 Commento dei lettori »

1. Antonio ha scritto:

16 febbraio 2021 alle 14:35

Chi fa questa richiesta evidentemente non ha letto Riccardino. Esiste però un altro romanzo, il Cuoco dell’Alcyon, che non ha ancora una trasposizione televisiva e che secondo me ha il potenziale per essere il migliore finale per la serie



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