Fabio Fazio dev’essere davvero un uomo all’antica perchè, quando pensa al futuro, non può fare a meno di guardare al passato. In una società televisiva in eterno movimento e alla costante ricerca di qualcosa di nuovo, lui non si scompone e continua a proporre da anni la stessa cosa. E, nonostante si dica pieno di idee, se proprio deve pensare a qualcosa di diverso, l’unica che lo convince sono le glorie del tempo che fu.
In un’intervista a Sorrisi il conduttore si è mostrato un po’ confuso. Ha confidato l’idea ricorrente di abbandonare la tv, raccontato le mille idee che vorrebbe realizzare e poi svelato che in realtà i progetti più concreti che ha in mente sono solo riproposizioni: vorrebbe rifare Il Pranzo è Servito (bissando l’esperienza del Rischiatutto), un programma sulla storia della tv stile Anima Mia e, addirittura, la versione quotidiana di Che Tempo che Fa.
“Dico sempre che mi piacerebbe rifare Il Pranzo è Servito. Sto pensando seriamente a un programma disordinato sulla storia della televisione, ma mi piacerebbe anche fare un programma di libri, un altro sulle ristrutturazioni delle case, uno sull’alpinismo, uno sulla storia dell’arte e mille altri. Tutto ciò dura sino alle 18. Dopo quell’ora, mi persuado, invece, che dovrei smettere definitivamente di fare televisione. E questo succede ormai tutti i giorni”
Interrogato sull’ipotesi di far diventare Che Tempo che Fa un appuntamento quotidiano, ha risposto: “ci sto pensando da un po’, ma devo prima chiedere il permesso ai miei figli“, facendo riferimento al tempo che, inevitabilmente, una scelta del genere gli porterebbe via.
Il programma di Fazio quest’anno compie diciotto anni e, nonostante si sia fatto praticamente itinerante, visitando tutte le principali reti Rai tra spostamenti vari, è sempre lo stesso dal 2003, con uguale cast e meccanismi. Non solo, ha sfornato vari spin off, come Che Fuori Tempo che Fa e Che Tempo che Farà: sebbene sia sempre sul pezzo e sappia raccontare l’attualità, ritrovarlo ogni giorno in loop non sarebbe alquanto ridondante? Non ne svilirebbe l’efficacia?
Al di là di questi ragionevoli dubbi, la penuria d’originalità preoccupa, soprattutto quando viene da uno dei volti di punta, e più pagati, dell’azienda pubblica.
1. Because ha scritto:
26 gennaio 2021 alle 14:57