Il giorno dopo l’approvazione dell’emendamento “anti scalata”, tanto atteso da Mediaset per sbarrare la strada ad eventuali assalti di Vivendi, nel centrodestra il clima resta teso. Soprattutto tra Lega e Forza Italia, che ieri si sono scontrate sull’argomento. Il partito di Salvini aveva infatti votato contro la norma in commissione Affari Costituzionali, salvo poi correggere la rotta con l’astensione in Senato. Una mossa non certo gradita a Silvio Berlusconi, che il leader leghista avrebbe però attuato – secondo i retroscenisti – a fini politici.
L’emendamento al decreto anti-Covid, studiato alla luce della sentenza della Corte Ue sul caso Mediaset-Vivendi, era stato infatti presentato da Valeria Valente (Pd). Il che avrebbe fatto sospettare Salvini di un inciucio in divenire tra Berlusconi e la maggioranza dem, anche alla luce di alcune dichiarazioni del Cavaliere interpretate come distensive in tal senso. Una ricostruzione, questa, negata però dal leader della Lega, che diversamente ha affermato di voler solo porre un problema di merito.
“Ci tengo a ribadire che Mediaset va tutelata, perché è una grande azienda italiana, come Telecom, ad esempio. Ma serve farlo con una riforma organica fatta in trasparenza. Gli emendamenti che arrivano alle 10 di sera non sono il modo migliore“
ha dichiarato Salvini, che con l’astensione al Senato ha ricucito quello che era apparso come un affronto a Forza Italia. L’iniziale voto contrario della Lega in Commissione Affari Costituzionali aveva infatti fatto infuriare i berlusconiani, che avevano accusato Matteo di rinnegare il proprio slogan sulla difesa delle attività italiane.
Emendamento salva-Mediaset: cosa prevede
Alla fine, però, l’emendamento “salva-Mediaset” è passato. La norma, che di fatto protegge l’emittente di Cologno da una potenziale scalata di Vivendi, prevede che per sei mesi l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) sia tenuta ad avviare un’istruttoria nel caso in cui un soggetto “operi contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e in un mercato diverso, ricadente nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni in grado di determinare un’influenza notevole”.
In attesa di una riforma del settore, l’emendamento è stato presentato dopo che la sentenza della Corte Ue aveva bocciato parte della legge Gasparri, lasciando così un vuoto normativo in Italia rispetto alla possibile salita di Vivendi nel capitale del Biscione.