Anche la Rai, in un certo senso e a modo suo, è ‘zona rossa’. L’emergenza coronavirus ed il crollo delle entrate da canone (a cui si aggiunge il generale crollo pubblicitario) potrebbero infatti infliggere una pesante mazzata economica all’azienda di Viale Mazzini. A lanciare l’allarme è lo stesso AD del servizio pubblico, Fabrizio Salini, che in una lettera ai deputati e senatori della Commissione di Vigilanza ha denunciato la preoccupante situazione.
Nella missiva, i cui contenuti sono stati divulgati da Repubblica, il top manager si è soffermato dapprima sull’insufficiente gettito proveniente dal canone. Al riguardo, Salini ha lamentato “ricavi addirittura inferiori a quelli del 2013 (quando tra l’altro il canone unitario era pari a euro 113,50, mentre oggi è di 90 euro)“. Poi ha spiegato nel dettaglio:
“Le risorse da canone attualmente disponibili per Rai (quantificabili nel 2020 in 1.636 milioni di euro) risultano inferiori a quelle disponibili nel periodo ‘pre-bolletta’ (1.655 milioni di euro nel 2013)“.
A ciò si aggiunge l’emergenza coronavirus, già arrivata alla seconda ondata. Il Covid – ha denunciato Salini – ha sinora causato perdite per 200 milioni. Tali fuoriuscite, nel dettaglio, sono state provocate dalla caduta delle entrate pubblicitarie, da una flessione alla voce “canone speciale” (quello pagato dalle imprese) e dal “forte ridimensionamento di alcune linee di business (Theatrical)”.
La risposta della Rai a questa emergenza, per ora, è stata quella dell’austerity. I tagli generalizzati – imposti anche agli stipendi dei conduttori televisivi – avrebbero consentito di risparmiare circa 40 milioni, a cui vanno aggiunti i 135 milioni di diritti tv sportivi non sborsati, visto il rinvio dei Giochi olimpici in Giappone e degli Europei di Calcio. Ma l’argine rischia di cedere sotto il peso di un quadro sempre più incerto.
“La evoluzione inerziale per il quadriennio 2020-2023 evidenzia una situazione economico-finanziaria tendenzialmente non sostenibile“
ha fatto notare Salini, come riporta Repubblica, prospettando il rischio di una “situazione compromessa“. Stando a quanto si legge, l’AD avrebbe pertanto predisposto un piano per alleggerire il quadro generale e sfoltire ulteriormente le spese.
Queste le misure previste: razionalizzazione del palinsesto; rimodulazione del piano annuale della fiction; rinegoziazione di alcuni contratti per i diritti sportivi; razionalizzazione dei costi esterni immobiliari; razionalizzazione delle locazioni e smart working; razionalizzazione delle componenti variabili del costo del lavoro.