22
febbraio

Rai, dura replica all’Agcom: «Rilievi completamente infondati e lesivi della libertà editoriale»

Rai

Rilievi “completamente infondati e gravemente lesivi della libertà editoriale e d’impresa“. La Rai replica con fermezza all’Agcom dopo l’emissione, da parte del Garante stesso, delle motivazioni alla maxi-multa da 1,5 milioni di euro inflitta all’azienda del servizio pubblico. Azienda che, ora, prepara il ricorso al Tar contro la medesima sanzione pecuniaria.

Rai, replica all’Agcom

La risposta all’Autorità è arrivata nella serata di ieri con un comunicato diramato da Viale Mazzini, che riportiamo di seguito.

Finalmente la Rai ha potuto leggere le motivazioni che hanno determinato l’Agcom a irrogare una sanzione di 1,5 mln di euro per ipotizzata violazione delle norme in materia di pluralismo informativo. In particolare l’Autorità, trascurando di considerare le migliaia di ore di informazione plurale, accurata e approfondita che viene garantita annualmente e da sempre dalla Concessionaria a livello nazionale e locale, si sofferma su singoli episodi non confrontabili tra loro. Alcuni risalgono nel tempo e non sono mai stati contestati prima, eppure vengono accostati in modo arbitrario e confuso in termini sia di contenuto sia cronologici. Il tutto per giungere a conclusioni di natura sostanzialmente deontologica ed editoriale circa le modalità di esercizio del diritto costituzionalmente garantito di libera manifestazione del pensiero, di critica e di cronaca dei giornalisti Rai, per i quali si chiede addirittura l’adozione di iniziative di formazione“.

Così si apre la nota divulgata dalla Rai per replicare ai rilievi del Garante. Nella comunicazione, si contesta all’Authority anche la delibera sulla vendita degli spazi pubblicitari. Al riguardo, si legge:

Del tutto incomprensibile risulta anche la decisione dell’Agcom in materia di determinazione dei prezzi di vendita degli spazi pubblicitari, assunta con una seconda delibera nella quale si giunge apoditticamente alla conclusione che Rai avrebbe adottato, in un mercato che peraltro espressamente Agcom considera complessivamente opaco, una politica commerciale poco trasparente. E ciò senza neanche una preventiva e approfondita indagine di mercato che coinvolga tutti gli operatori del settore dei media audiovisivi o il supporto di esaustive ed esplicative elaborazioni matematiche, o il riferimento a un singolo valore numerico”.

Infine, la dura conclusione della Rai:

L’Azienda considera i rilievi dell’Autorità completamente infondati e gravemente lesivi della propria libertà editoriale e d’impresa, e sta di conseguenza valutando tutte le opportune iniziative da assumere“.

Usigrai contro Agcom: “palesi sconfinamenti”

Contro l’Agcom si è espresso anche l’Usigrai, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, che ha tuonato così:

La delibera dell’Autorità è un clamoroso errore, con alcuni palesi sconfinamenti dalle proprie competenze, che rappresentano un precedente pericoloso. L’Autorità non può e non deve entrare in alcun modo nell’autonomia editoriale della Rai. L’ovvio e scontato ricorso da parte dell’Azienda ci auguriamo che ripristinerà i giusti confini di autonomie e competenze.  Di questi temi se ne deve occupare l’unico organismo titolato a farlo: il Consiglio di Amministrazione della Rai, che invece – troppo impegnato a fare da cinghia di trasmissione dei partiti – fa finta di non vedere“.

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