13
febbraio

Michela Murgia, festival delle assurdità: «Sanremo 2020 maschilista, sessista, ipocrita»

Michela Murgia

Il Festival di Sanremo è appena terminato. Quello delle assurdità, invece, è ancora in corso. Ne abbiamo avuto riprova ieri sera, assistendo all’intervista rilasciata a L’Assedio – sul Nove – da Michela Murgia. Stuzzicata dalla conduttrice Daria Bignardi, la scrittrice ha sparato a zero sulla kermesse condotta da Amadeus, definendola “maschilista, sessista, ipocrita“. E molto altro. In pochi minuti, l’intellettuale sarda ha inanellato una serie di giudizi filtrati dall’ideologia, a nostro avviso fuori alla realtà. 

Cominciamo proprio dalle dichiarazioni della scrittrice, in riferimento all’ormai nota polemica sulle donne. Reggetevi forte:

Era un Sanremo maschilista, ma proprio sessista! È sempre stata una cornice sessista, ma mai come questo. E soprattutto ipocrita come questo. Rivendicalo e dici: ‘noi siamo tradizionali e patriarcali’. E poi basta con questa storia del povero Amadeus. Lo trattiamo come un figlio con dei limiti, è brutto. ‘Non voleva, non intendeva, non lo ha fatto per male….’. Nelle sue cose è bravissimo, ma nel momento in cui fai quella gaffe, non è che devi arrampicarti sugli specchi. Ti rispetto di più se dici: ‘ho detto una caz*ata, mi è sfuggita’. E mi sta bene“.

Accidenti. Chissà che shock, per i telespettatori sintonizzati, scoprire che la manifestazione nazional-popolare per eccellenza, quella che ha intrattenuto generazioni di italiani, è in realtà una pericolosa ostentazione di maschilismo, una cornice sessista da cui occorre prendere le distanze. Il buon senso, fortunatamente, ci dice che non è così: in 70 anni, sul palco dell’Ariston sono salite anche donne emancipate ed affermate come Antonella Clerici e Maria De Filippi. Per non parlare delle tante cantanti che in quel teatro hanno dato prova di talento e di carattere.

Altrettanto discutibile, il giudizio della scrittrice su Amadeus, che a nostro avviso non aveva commesso alcuna gaffe. E che quindi non avrebbe nemmeno dovuto giustificarsi. Su , infatti, il conduttore aveva semplicemente detto la verità (riferendosi – ricorderete – alla sua discrezione nel rapporto con il fidanzato famoso), ma in uno contesto mediatico ossessionato dal politicamente corretto le sue affermazioni sono state trasformate in un motivo di polemica gratuita.

Proprio sulla Novello, Michela Murgia ha affermato:

E’ stata invitata in qualità di accessorio di un uomo famoso. Penso sia grave, perché quel palco è quello della trasmissione più vista in tutto il Paese nell’arco dell’anno. È un luogo dove si mette in scena una rappresentazione sociale. Se la tua idea della donna è ancora quella che sia l’accessorio di un uomo, e se non fosse chiaro lo chiarisci (…) quella roba lì, le ragazzine la sentono. Quelle che non sono d’accordo si sentono frustrate (…) quelle che non hanno un’idea chiara del ruolo della donna in questa società dicono: ‘per arrivare in un punto visibile devo avere accanto un uomo più visibile di me‘”.

Dichiarazioni rispetto alle quali rintracciamo una chiara componente ideologica, legata ad un tipo di femminismo che – purtroppo – nuoce spesso alle donne stesse. Biasimare il fatto che una modella possa beneficiare della propria avvenenza o del proprio legame con un persona che è anche famosa, non è in fondo una discriminazione? O forse esiste un modello di donna à la page a cui le signore dovrebbero omologarsi per ottenere il placet della scrittrice? Ancor più assurdo sostenere che, nel 2020, una ragazza abbia bisogno di Sanremo per ricevere riscontri sul ruolo della donna. Questo sì, è anacronistico, ‘patriarcale’, offensivo da credersi.

Il sessismo in questo Paese è una cosa serissima, compromette il giusto diritto alla piena realizzazione di metà della cittadinanza

ha poi affermato Murgia. E qui siamo ovviamente d’accordo. Infatti, avremmo preferito che questo tema delicato non fosse scomodato per sorreggere una polemica pretestuosa che il pubblico ha ampiamente scansato e che, tuttavia, continua a rimbalzare tra le mura di qualche salotto (televisivo) con un sottile egotismo camuffato dal pretesto della lotta sociale.



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4 Commenti dei lettori »

1. Giancarlo ha scritto:

13 febbraio 2020 alle 12:42

Non so se sia peggio la Murgia o l’autore dell’articolo.vaneggiano entrambi



2. kalinda ha scritto:

13 febbraio 2020 alle 12:51

Se Amadeus l’avesse invitata sarebbe corsa pure lei a fare la statuina monologante



3. Gianni ha scritto:

14 febbraio 2020 alle 21:51

Brrr…le guardi in faccia e ci leggi tutta l’invidia e la rabbia in corpo che hanno verso le donne belle della tv. Acide!



4. Sara ha scritto:

16 febbraio 2020 alle 04:46

Per quel che mi riguarda Murgia è stata anche troppo tenera. In settant’anni solo quattro donne hanno condotto il festival di Sanremo. Che altro aggiungere?



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