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febbraio
Sanremo 2020, sfilata di cantanti contro la violenza sulle donne. Ma senza musica
giovedì 6 febbraio 2020 22:50 Marco Leardi

Sanremo, campagna contro la violenza sulle donne
Al Festival della Canzone, la campagna contro la violenza sulle donne si fa a parole. Strana contraddizione, no? La cosa stupisce ancor di più se a promuovere l’iniziativa in questione sono ben sette cantanti di primissimo piano, come è avvenuto nella terza serata della kermesse.
Alessandra Amoroso, Giorgia, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini, Elisa ed Emma sono apparse sul palco dell’Ariston per sensibilizzare il pubblico sull’importante tema, ma lo hanno fatto senza utilizzare il linguaggio a loro più consono, quello che le ha rese famose e credibili. In questo modo, il loro intervento è risultato fortemente depotenziato nel contenuto.
Il paradosso, peraltro, è che le popolari cantanti fossero all’Ariston per lanciare un evento a sfondo sociale e musicale: un concerto (“Una. Nessuna. Centomila”) che sabato 19 settembre si terrà a Reggio Emilia per raccogliere fondi per i centri anti violenza. A maggior ragione, perché non utilizzare proprio la musica per dare il la alla manifestazione?
Invece no. Le sette protagoniste hanno solo speso alcune parole generiche in favore della buona causa, risultando purtroppo un po’ retoriche. E, lo ripetiamo, poco efficaci.
“Quando una donna lotta, in fondo lo fa per tutte le altre donne, perché mai più una donna debba subire delle violenze“
ha affermato ad esempio Laura Pausini. Poi è stato il turno delle altre colleghe. La reunion di richiamo sarebbe stata l’occasione per intonare un brano che, per evidenti motivi, avrebbe avuto risalto e conferito una maggiore diffusione al messaggio. Ma niente da fare.
Evidentemente, a Sanremo si canta solo con un cachet da super ospite o con un disco in promozione.


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1 Commento dei lettori »

Concordo i cantanti italiani sono avidi

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1. Kalinda ha scritto:
7 febbraio 2020 alle 13:26