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aprile

Pay Tv: 2 milioni di abbonamenti illegali. Campania e Puglia in testa alla classifica dei pirati

Calcio, partite in streaming

Gli italiani che guardano gli eventi sportivi illegalmente sono 4,6 milioni. La camorra ringrazia. E incassa. Secondo quanto emerge da un’indagine della Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), il giro d’affari legato alla pay tv pirata ammonta infatti a circa 200 milioni di euro l’anno. Soldi che finiscono nelle casse delle organizzazioni criminali, ormai specializzate nella gestione di questo business illecito.

Il settore in questione è oggi uno dei più fiorenti. E si sa: dove c’è l’offerta, c’è pure una richiesta. Gli abbonamenti piratati, di fatti, sono 2 milioni solo in Italia e gli atti annuali di pirateria sugli sport live si attestano a 21 milioni. La disciplina in assoluto più vista illegalmente è il calcio (i pirati del pallone rappresentano infatti il 75% dei totali), seguita dalla Formula 1 e da MotoGp e Tennis. Seguono il basket e lo sci.

La pirateria danneggia il nostro calcio. E’ controllata dalla criminalità organizzata. Inutile che il nostro calcio si lamenti di non poter comprare campioni o rinnovare gli stadi: i primi colpevoli siamo noi e i pirati

ha affermato l’Amministratore Delegato della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, intervenendo ad un pubblico evento. L’allarme riguarda tutto il territorio nazionale, anche se la regione che per distacco registra più abbonati illegali è la Campania, seguita dalla Puglia, dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Lombardia e dalla Calabria. La regione più virtuosa è invece la Liguria.

Lo sport, come spiegato, è l’ambito che più si presta ad essere trasmesso tramite sistemi illegali ma non è il solo. La richiesta degli utenti, infatti, si indirizza anche su film e serie tv. Riguardo a queste ultime, va segnalato l’allarme lanciato dai ricercatori di Kaspersky Lab, i quali hanno catalogato i titoli più utilizzati dai cybercriminali per diffondere i malware nel 2018. Ai primi posti, Game of Thrones, The Walking Dead, Arrow e Suits. I torrent tracker e le piattaforme di streaming non legittime potrebbero inviare all’utente malware con nomi simili a quelli delle serie tv richieste.

Il “pezzotto” – Cos’è, come funziona

La diffusione del fenomeno è aumentata soprattutto negli ultimi anni con l’avvento della IPTV (Internet Protocol Television), un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche che consente di vedere i canali tv su internet. Questo sistema viene utilizzato dai pirati per trasmettere illegalmente i canali a pagamento attraverso il “set top box“, un decoder che permette di intercettare e quindi bucare il segnale IPTV. Si tratta del cosiddetto “pezzotto“, dal nome con cui in dialetto napoletano viene definita la ’scatoletta’ che consente di vedere illegalmente le pay tv di tutto il mondo.

Per gestire il business fuori legge, le mafie si sono attrezzate con una rete di piattaforme e di server collocati anche all’estero, che alcuni grandi gruppi tecnologici stranieri non esitano a mettere a disposizione a chi ne paga il noleggio. La maggior parte di queste strutture – secondo recenti indagini – è situata in Olanda (56% del totale), soprattutto grazie al colosso Worldstream, che si è sempre rifiutato di interrompere le emissioni a degli operatori illegali. Ma i flussi provengono anche da piattaforme francesi (12%), dagli Emirati Arabi (9%), dalla Germania (8%) e dalla Repubblica Ceca (4%). Tra i paesi inclusi, anche Russia e Ucraina.

Il racket del pezzotto

Le organizzazioni criminali hanno trovato terreno fertile per i loro affari anche a motivo dello scarso rischio che la pirateria comporta. La pena prevista per la violazione del diritto d’autore arriva ad un massimo di quattro anni, ma può ridursi col patteggiamento. La diffusa rete di server, inoltre, consente di sostituire facilmente un’emissione spenta dalle autorità.

La Direzione Nazionale Antimafia, tuttavia, da tempo sta lavorando per fermare il fenomeno con azioni concrete che hanno già dato risultati. Dopo il primo arresto di un grossista di abbonamenti piratati, avvenuto a Scampia nel febbraio del 2017, le forze dell’ordine hanno compiuto altri arresti sgominando una rete che si estendeva dall’Italia alla Spagna e alla Svizzera. Il blitz dell’operazione ha interessato i territori di Pozzuoli, Pomigliano d’Arco, San Giorgio a Cremano, Sarno, Angri e Ragusa. Ma anche Brescia, Pordenone, Barcellona e Basilea.

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