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La tv delle ragazze: impossibile replicare l’irriverenza d’un tempo

di Marco Leardi

09/11/2018 - 13:53

La tv delle ragazze: impossibile replicare l’irriverenza d’un tempo
La tv delle ragazze

La convinzione, talvolta pertinente e fondata, che la tv del passato fosse più originale di quella odierna porta con sé effetti collaterali. Uno di questi è la riproposizione sul piccolo schermo di programmi ormai storici che, tuttavia, oggi perdono la rivoluzionaria dirompenza di un tempo. E’ il caso de La tv delle ragazze, la trasmissione tutta al femminile che Serena Dandini conduceva su Rai 3 trent’anni fa. E che ieri sera è tornata in onda, mescolando i ricordi d’epoca al tentativo di far satira sul presente.

Il progetto è stato preparato con attenzione e con una scrittura precisa, che ha lasciato poco al caso e nulla all’improvvisazione. Sarebbe quindi sbagliato parlare di semplice operazione nostalgia, visti i frequenti riferimenti all’attualità, anche e soprattutto politica: dalla valletta ‘del cambiamento’ Martina Dell’Ombra alla Piattaforma Monroe (ironico richiamo al noto portale pentastellato), le stilettate satiriche alla maggioranza gialloverde non sono mancate. La prima puntata, inoltre, si è aperta con Sabina Guzzanti nei panni di Maria Elena Boschi e con Serena Dandini irradiata da un accecante faro: la “luce D’Urso.

La serata è stata caratterizzata da un continuo ping-pong tra momenti in studio e video storici, attinti da La tv delle ragazze in onda trent’anni fa. Il raffronto in questione, però, ha svelato quel che si intuiva già dall’inizio: il programma d’un tempo era stato capace di raccontare il mondo femminile con un’irriverenza urticante, e proprio per questo efficace, difficile da replicare. Impietoso quindi il confronto con l’attuale remake, rimasto per certi versi ideologicamente ancorato ad uno spirito veterofemminista che andava bene alla fine degli anni ’80 ma che oggi cozza con l’emancipazione raggiunta dalle donne.

L’esempio più concreto di tale anacronismo lo abbiamo rintracciato nelle parole dello storico capostruttura di Rai3 Bruno Voglino, presente in studio, al quale la Dandini ha chiesto se, tornando indietro, avrebbe ridato spazio ad un programma come La tv delle Ragazze. E lui:

Sì, perché com’era allora, ancora oggi, non posso accettare che in televisione le donne siano delle belle statuine“.

Peccato (anzi, per fortuna!) che oggi i programmi tv più popolari siano condotti proprio da donne. In un tale contesto non poteva mancare Emma Bonino, intervistata da Serena Dandini sull’ormai iconico divanetto rosso e salutata dallo studio con un’ovazione.

Al netto di una militanza culturale di fondo ben marcata, La tv delle ragazze ha dato prova di un certo dinamismo sul fronte satirico, grazie ai contributi del cast orchestrato dalla conduttrice, per la quale gli anni di assenza dal piccolo schermo non si sono fatti sentire. Anche in questo caso, però, si è ben avvertita la distanza tra la genialità delle clip d’epoca (si pensi al fulminante spot con Angela Finocchiaro: “Signora, per essere moglie, madre, amante, manager… come fa?” – “Io? Io sniffo!“) e il difficoltoso sforzo di replicare quell’impertinenza.

Il programma è partito da un incoraggiante 6% di share, segno che l’intuizione del direttore di Rai3 Stefano Coletta ha margini di assestamento. Scongiurato l’effetto amarcord, La tv delle ragazze dovrà ora evitare di ripiegarsi su se stessa e su quei cliché che trasformerebbero facilmente il remake in un gineceo autoreferenziale.

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