Prendere un prodotto cinematografico e trasformarlo in una serie tv non è semplice ma si può fare, soprattutto quando si hanno tanti personaggi a disposizione da raccontare ed ampliare. Bisogna mantenere il sapore dell’originale inventando qualcosa di nuovo, però, andare oltre, costruire un altro mondo da quello già noto, come per esempio è avvenuto con La Mafia Uccide solo d’Estate. In Immaturi – La Serie la cosa è stata in parte fatta, peccato che la sensazione sia quella di un insieme forzato.
Immaturi – La Serie: tanti elementi identici al film
La versione tv del film di Paolo Genovese presenta alcuni elementi ripresi quasi come un copia-incolla dal grande schermo. Basti pensare al bamboccione Lorenzo, portato in scena da Ricky Memphis, o allo speaker radiofonico Piero (Luca Bizzarri), le cui storie personali sono state sceneggiate per il momento in modo identico al film, facendo sembrare il tutto un’inutile grossa ripetizione. E anche il fatto che la sesso-dipendente Francesca abbia cambiato volto rispetto al passato, abbandonando le sembianze di Ambra Angiolini per prendere quelle di Nicole Grimaudo, non è che cambi granché per le dinamiche del personaggio, rimaste – almeno nella prima puntata – uguali a se stesse.
Chi ha visto il film, dunque, ha rischiato di annoiarsi. Ma chi non l’ha visto ha potuto godere di una serie comunque divertente, ben interpretata e fresca, una commedia corale infarcita di buoni sentimenti e sprazzi di modernità narrati bene, con una regia intensa ed una colonna sonora bella e nostalgica, che non poteva non emozionare i quasi quarantenni di oggi (ma non solo).
Immaturi – La Serie: forzature narrativa che però aiutano ad arricchire il racconto
La forzatura sta nel fatto che per inserire gli elementi nuovi si sono messe in scena situazioni narrativamente utili ed interessanti ma alquanto inverosimili: è improbabile, infatti, che dei quarantenni, dovendo ripetere per un vizio di forma l’esame di maturità, decidano di frequentare l’intero anno scolastico piuttosto che darlo da privatisti. L’espediente resta poco credibile, tuttavia necessario per mescolare gli immaturi con le nuove generazioni e permettere un confronto socioculturale che col tempo potrebbe fare la differenza.
Nell’insieme, il prodotto c’è ma ne va seguita l’evoluzione. Per Canale 5, un piatto ricco da non sprecare.
1. Giacomo ha scritto:
17 febbraio 2018 alle 10:09