15
dicembre

Sacrificio d’Amore: Il Segreto è un capolavoro a confronto

Sacrificio d'Amore - Francesca Valtorta

Sacrificio d'Amore - Francesca Valtorta

A Canale 5 pensavano che bastasse una storia in costume e un amore travagliato per trovare Il Segreto. Ma la rete ammiraglia, come spesso accade, ha sottovalutato il proprio pubblico e i propri prodotti ritrovandosi con un pugno di mosche. Italianizzare e vestire da prima serata il genere che impazza nel daytime si è rivelata un’idea tutt’altro che vincente. E così Il Segreto e Una Vita in confronto a Sacrificio d’Amore diventano due veri capolavori di originalità.

Sacrificio d’Amore: un racconto antiquato con poco mordente

L’autoproduzione è una risorsa, sì, ma sarebbe meglio lasciar fare a ciascuno ciò che sa fare meglio, e gli spagnoli in quanto a feuilleton amorosi si sono dimostrati imbattibili; oltretutto il genere funziona benissimo nel primo pomeriggio ma non allo stesso modo in prime time, pur potendo contare su una folta schiera di affezionati telespettatori. Figuriamoci quante possibilità di successo poteva avere un titolo nuovo che somiglia così tanto, per stile e fotografia, a quelli sopracitati.

Sacrificio d’Amore – prodotta da Endemol Shine – è una fiction più che antica antiquata, per niente adatta al nuovo corso della serialità Mediaset, che si stava risollevando dopo annate decisamente infauste. Con buona pace degli interpreti principali Francesco Arca, Francesca Valtorta e Giorgio Lupano, che nel complesso si sono calati bene nei loro personaggi. Il problema è che la storia non crea empatia, non appassiona, nonostante sia infarcita di battaglie sociali e buoni propositi.

L’unico elemento che fa la differenza è l’ambientazione, ovvero le cave di marmo di Carrara che creano una scenografia naturale bellissima e mostrano ai telespettatori qualcosa che non conoscono nel dettaglio. Per il resto la trama e i contrasti familiari che la alimentano riportano al passato remoto, o almeno agli anni ‘80, rispolverando a modo loro le struggenti malinconie di Anche i Ricchi Piangono, ma non con la stessa presa, dal momento che il pubblico di oggi è molto più smaliziato.

Quanto al titolo, si resta in attesa di capire chi lo compirà questo sacrificio d’amore perchè per il momento, aldilà delle battaglie dei cavatori che vorrebbero elevare il tono, sembrerebbe più che altro una fin troppo rapida e banale storia di corna.

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