Svalutation. La Rai ostenta sicurezza: gli ascolti di Che tempo che fa su Rai1 sono in linea con le previsioni degli inserzionisti, ribadiscono da Viale Mazzini. In realtà la situazione, stando ai documenti che abbiamo consultato sul sito di Rai Pubblicità, sembrerebbe diversa. A svelare qualcosa di più (e di diverso) sull’andamento del programma di Fabio Fazio sono i listini pubblicitari per l’inverno 2018. I tariffari riservati agli investitori parlano eccome, e ci dicono che i prezzi unitari degli spot in onda durante lo show faziesco hanno subito un ritocco al ribasso rispetto alla prima parte della stagione.
Il prezzario calante desta più di qualche sospetto e, anzi, induce a supporre che gli ascolti in discesa di Che Tempo Che Fa abbiano costretto la Rai a rivedere ed alleggerire le tariffe di acquisto degli spot, che a inizio stagione erano sostenute da auspici ben diversi e da promesse di successo legate alla promozione del programma sulla rete ammiraglia.
Ma andiamo ai numeri, riferiti al prezzo unitario per spot di 15 secondi. Ad inizio stagione (nel periodo 10-30 settembre) le aspettative sul debutto di Che tempo che fa erano alte e infatti uno spazio pubblicitario era venduto a 88.800 euro. Per reclamizzarsi da ottobre a dicembre (quindi nel periodo attualmente in corso) gli investitori avevano sganciato addirittura 90mila euro a spot e 84mila per il periodo 3-23 dicembre. A rigor di logica – e stando alle più elementari consuetudini di mercato – in inverno le tariffe dovrebbero crescere, visto che nei mesi freddi c’è più pubblico davanti alla tv. L’anno scorso la regola aveva riguardato anche Fazio su Rai3 con un leggerissimo rincaro tra autunno e inverno. Stavolta invece non è andata così.
Spulciando i nuovi tariffari, si nota infatti come da gennaio a marzo la prima serata di Che Tempo Che Fa è stata divisa in tre blocchi a disposizione degli investitori: nella prima parte che comprende tre break (quella che tutt’oggi va meglio negli ascolti) i prezzi subiscono una flessione, calando ad 81mila euro a spot per gennaio-febbraio ed 85.200 per marzo. Negli spazi successivi le tariffe calano sensibilmente: 66mila euro a spot per gennaio-febbraio, 69mila a marzo per il secondo blocco. E poi giù ancora: nel terzo blocco si passa a 50.400 euro (periodo 7 gennaio-3 marzo) e 52.200 (4-31 marzo). Una flessione compare anche nella seconda serata faziesca del lunedì, con Che fuori tempo che fa: dai 19.800 euro a pubblicità di inizio dicembre, si scende ai 18mila di gennaio per poi risalire a marzo (19.200). Al contrario i listini di Porta a Porta sono cresciuti, pur rimanendo inferiori a quelli di Fazio. A tutte le cifre fin qui indicate vanno inoltre applicate le “promozioni di periodo” previste dai listini stessi.
Va precisato per completezza che Che tempo che fa non è certo l’unico programma ad accusare oscillazioni al ribasso, segno che alcune fasce in Rai non stanno andando esattamente a gonfie vele. Si naviga a vista, più che altro, come ad esempio sta accadendo a Domenica In. Inoltre, è doveroso specificare che i break pubblicitari non vengono mai venduti singolarmente ma in blocchi, con campagne promozionali diversificate su più trasmissioni. E’ sempre opportuno, quindi, valutare il tutto in una visione d’insieme.
Il caso dei programmi di Fazio, però, balza maggiormente all’occhio visto che i vertici aziendali esibiscono imperturbabilità (“dati d’ascolto assolutamente in linea con le previsioni, anche quelle degli inserzionisti pubblicitari” hanno ribadito qualche giorno fa), nonostante i segnali di pericolo che arrivano dai riscontri televisivi e di mercato. Il calo negli ascolti è stato progressivo e i numeri – almeno quelli – non si possono smentire: gli inserzionisti saranno davvero soddisfatti dell’investimento?
1. Vince! ha scritto:
27 novembre 2017 alle 17:24