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gennaio

IL GABIBBO NON E’ UN PLAGIO DI BIG RED. DOPO QUASI 15 ANNI DI CONTENZIOSI, LO STABILISCE CASSAZIONE

Big Red vs Gabibo

Dopo quasi tre lustri di contenzioso il Gabibbo può tornare a dormire sonni sereni. Il pupazzo animato da Gero Caldarelli con la voce di Lorenzo Beccati non è un plagio e può continuare ad esistere. Ci riferiamo alla causa che ha visto contrapposti Antonio Ricci e la Western Kentucky University sin dal 2003. Il motivo? La somiglianza tra il pupazzo di Striscia La Notizia e Big Red, la mascotte sportiva della squadra americana.

La Corte di Cassazione ha decretato – con la sentenza n° 503 depositata in data 11 Gennaio 2017 – che non si tratta di plagio. Tutto è iniziato nel 2003 quando la Western Kentucky University intentò causa a Mediaset-RTI (e a Giochi Preziosi) per la ragguardevole cifra di 250 milioni di dollari, sostenendo che la loro mascotte era stata plagiata, e invitando l’azienda ad interrompere la messa in onda del personaggio.

Nel dicembre 2007 il tribunale di Ravenna dichiarò insussistente la contraffazione. La Corte d’Appello di Bologna ribadì la sentenza quattro anni dopo confermando che il Gabibbo non era un plagio e rilevando in ogni caso “differenze estetiche” e di “personalità” tra i due pupazzi – uno un tifoso di una squadra di pallacanestro, l’altro un giornalista – tali da escludere che il secondo fosse una contraffazione del primo.

Ieri l’ultimo capitolo della diatriba: i giudici hanno rigettato i ricorsi, sottolineando di aver effettuato una valida valutazione comparativa tra Big Red e altri personaggi di fantasia, ritenendo che egli stesso non fosse poi così originale, assomigliando ad altri “goffi umanoidi” dei cartoni animati, tanto da non raggiungere “la soglia della creatività minima richiesta per la tutela”. L’Università e Ralph Carey (studente che aveva disegnato Big Red), che avevano promosso i ricorsi, sono stati quindi condannati a pagare le spese del giudizio.

Non si è fatta attendere la reazione, soddisfatta, del ‘padre artistico’ del Gabibbo, Antonio Ricci:

“Il Gabibbo rappresenta il populismo, la pancia, non parla: rutta. Vuol significare che in Tv qualunque banale pupazzo, se bercia o arringa moraleggiando, può ottenere il massimo della credibilità e popolarità. Condannarlo per la voluta banalità delle sue forme, che lo rendono simile a decine e decine di altri pupazzi infantili dalla bocca larga, sarebbe sarebbe stata una vera e propria assurdità”.

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pomeriggiocinque_teleratti2009_27maggio2009_71
BAILA: E’ PLAGIO!

1 Commento dei lettori »

1. Giovanni Panunzio ha scritto:

8 giugno 2018 alle 10:09

Con sentenza del 5 giugno 2018, la Suprema Corte di Cassazione ha riaperto il caso, rinviandolo alla Corte di Appello di Milano affinché valuti il Gabibbo sotto il profilo del cosiddetto “plagio evolutivo” (fonte Wikipedia)



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