La Rai di Antonio Campo Dall’Orto “dal punto di vista culturale è una vera tragedia“. Non è cambiato Michele Santoro: anche lontano dalla tv, l’ex conduttore di Servizio Pubblico non ha perso l’abitudine di polemizzare con l’azienda di Viale Mazzini e con i sui vertici pro tempore. Stavolta, dal Salone del Libro di Torino, il giornalista si è scagliato contro la gestione dell’attuale DG, ritenuta espressione di un mancato cambiamento. Anzi, di un vero e proprio “bluff”.
“La Rai è il primo vettore da cui si può capire seriamente di che segno è il riformismo di Renzi” ha affermato Santoro, aggiungendo che se questo cambiamento non si vede a Viale Mazzini, “vuol dire che è un bluff anche all’interno del resto del Paese“. Poi, una critica diretta al Direttore Generale del servizio pubblico, che di recente ha espresso le proprie idee per il futuro dell’azienda (confermando il suo interesse per Paolo Bonolis).
“Mi indigna che Antonio Campo Dall’Orto si auguri soltanto di poter contare sul ritorno di Paolo Bonolis. Ma dopo dieci mesi passati a studiare i palinsesti, è possibile che sia giunto solo a questa determinazione? Dal punto di vista culturale è una vera tragedia. È tutto ciò accade perché ci sono degli impresari e dei produttori che controllano la produzione della tv di Stato” ha attaccato il giornalista, come riporta Il Fatto Quotidiano.
Quelle proposte da Santoro, tuttavia, sono soluzioni che di innovativo hanno davvero ben poco. Una tra tutti: riportare Daniele Luttazzi in Rai.
“Dovrebbero chiamarlo e dirgli: ’sei in esilio da tanti anni, adesso però non rompere le scatole. Vuoi dire merda, merda, merda? Bene, lo dici una sola volta, ma vai in onda’. E invece no. Si apre ancora una volta la strada della Rai quelli che devono dire che tutto va bene“.
Sull’argomento, Santoro si infervora come sempre e la sua critica è ad ampio raggio. A Torino, il giornalista ha anche bacchettato così: “la Rai spende centinaia di milioni di euro ma continua a produrre fiction sui santi e Don Matteo“. L’ex conduttore di Servizio Pubblico ha quindi unito la propria invettiva televisiva a quella politica, rivolta a Renzi.
“Questa polemica dei talk scomodi nasconde il fatto che il Governo ha il sostanziale monopolio dell’attenzione dei telegiornali, quindi enfatizzare un nemico nei talk vuol dire far dimenticare che c’è questo strapotere nei tg” ha concluso il conduttore.
Nei mesi scorsi, Santoro aveva denunciato l’interruzione dei propri contatti con la Rai dopo l’arrivo di Campo Dall’Orto. Che il giornalista, al di là di alcune considerazioni stimolanti, abbia ancora il dente avvelenato?
1. RoXy ha scritto:
16 maggio 2016 alle 15:52