29
marzo

DAREDEVIL 2 SU NETFLIX. VIDEO INTERVISTA A STEVEN DEKNIGHT (SHOWRUNNER PRIMA STAGIONE)

Daredevil

Dallo scorso 18 marzo, Netflix ha reso disponibile la seconda stagione di Daredevil. Privato della vista da bambino, ma dotato di poteri straordinari, l’avvocato Matt Murdock (Charlie Cox) lotta di giorno contro le ingiustizie per vestire di notte i panni del supereroe nel quartiere newyorkese di Hell’s Kitchen.
Insieme a Charlie Cox (Matt Murdock/Daredevil), nel cast troviamo anche Jon Bernthal (Frank Castle), Elodie Yung (Elektra), Deborah Ann Woll (Karen Page), Elden Henson (Foggy Nelson), Rosario Dawson (Claire Temple) e Scott Glenn (Stick).

Abbiamo intervistato Steven DeKnight, showrunner della prima stagione che ha mosso i primi passi della sua carriera grazie all’indimenticato BuffyL’Ammazzavampiri.

In Italia non esiste la figura dello showrunner. Ci spieghi la sua funzione negli Usa e perchè è così importante?

Negli Usa lo showrunner scrive lo show, è il produttore esecutivo, supervisiona ogni aspetto della produzione e fa in modo che ogni cosa vada avanti. Ogni cosa inizia con lui, è incaricato di scrivere gli scripts, guida un team di scrittori, costruisce le storie e dialoga con il network e gli studios. E’ come il presidente, chiamato a prendere le decisioni.

Perchè Daredevil? Non è certamente il più famoso tra i supereroi.

L’ho sempre amato, sono cresciuto con lui, e Marvel ha voluto provare qualcosa di diverso. Nell’Universo Marvel ci sono i cosiddetti “street level heroes”, eroi che non salvano il mondo, non salvano l’universo, fondamentalmente salvano il vicinato. Gli street level come Daredevil e Jessica Jones sono diversi da Iron man, Thor, Captain America. Hanno pensato avesse senso esplorare i personaggi in 13 episodi.

Qual è la cosa che più ami di Daredevil?

E’ un uomo che si allena duramente, ha perso i suoi occhi, fisicamente non è super veloce o forte e non può volare. E’ solo un uomo che crede davvero in quello che fa. Il suo più grande potere è quello di non essere intenzionato a fermarsi.

Nei network tradizionali si continua a girare mentre una serie è in onda, su Netflix questo non accade perchè vediamo solo serie già finite. Quale dei due metodi preferisci?

Nei network tradizionali spesso nel mezzo delle riprese, tu hai a che fare con le critiche, le reazioni dei fan e all’improvviso senti che dovresti cambiare qualcosa nella storia. Penso sia molto pericoloso. Se la serie è resa disponibile completa, invece, il pubblico alla fine può decidere se è piaciuta o meno.

Buffy, Angel, Smallville… Qual è il tuo lavoro del passato che preferisci?

Ogni lavoro che finisco, di solito è il mio miglior lavoro. Ho amato molto lavorare in Daredevil, Buffy ha un posto molto speciale nel mio cuore, la considero davvero l’inizio della mia carriera, Joss Whedon (creatore di Buffy, ndDM) mi diede una chance e una carriera, ho imparato molto da lui. Per questo Buffy è nel cuore ma sono molto molto orgoglioso di Daredevil.

Si parla a volte di un ritorno di Buffy. Tu cosa ne pensi?

Io penso sia ok solo se Joss Whedon è coinvolto, senza di lui non penso ci debba essere un revival/reboot di Buffy. Io penso che lui sia Buffy nessuno sia capace di catturare quella voce.



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